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Approvata la legge sulle grandi concessioni idroelettriche. Turba: "Saranno garantiti i livelli minimi del lago"

La disciplina normativa è stata approvata dal consiglio regionale della Lombardia.

Approvata la legge sulle grandi concessioni idroelettriche. Turba: "Saranno garantiti i livelli minimi del lago"
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Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato oggi il provvedimento che disciplina ‘le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche in Lombardia’.

Approvata la legge sulle grandi concessioni idroelettriche

“Un provvedimento certamente importante - ha dichiarato il sottosegretario di Regione Lombardia con delega ai Rapporti con il Consiglio, Fabrizio Turba – specialmente per un territorio come quello di Como in quanto, renderà obbligatorio, a differenza del passato, per il concessionario della gestione idrica, il rilascio della quantità di acqua necessaria per garantire i livelli minimi del Lago, così da risolvere definitivamente le problematiche ad esse legate ancora oggi presenti, con benefici dal punto di vista turistico, ittico, della navigazione e della tutela ambientale”.

“Il progetto di legge approvato – ha spiegato ancora il sottosegretario – rappresenta di fatto la prima vera forma di autonomia di cui può beneficiare Regione Lombardia. La legge nazionale del 2018 prevedeva che, una volta scadute le concessioni in essere, la proprietà delle dighe e dei grandi invasi fossero attribuite direttamente alle Regioni, alle quali spettava legiferare sulle modalità di assegnazione e avviare i bandi entro i 2 anni successivi e così è stato da parte di Regione Lombardia”.

In cosa consiste

Come spiegato dall’assessore regionale Massimo Sertori e dal relatore Riccardo Pase, la norma regionale disciplina i requisiti per poter partecipare ai bandi di gara e i criteri di valutazione per la scelta del concessionario, che tengono conto di aspetti economici e progettuali.

Nei criteri di valutazione, tra gli altri, sono individuati e inseriti gli interventi di efficientamento degli impianti, di compensazione paesaggistico e territoriale, capacità gestionali, compensazioni di carattere sociale, formativo e occupazionale dei territori interessati, con particolare attenzione per i giovani.

La legge regionale prevede altresì una serie di obblighi nella gestione futura: tra questi l’utilizzo delle acque invasate per sostenere le portate dei corsi d’acqua, i livelli dei laghi ai fini ambientali e agricoli o per fronteggiare le eventuali situazioni di crisi idrica, e il riassetto territoriale e viabilistico. Molti dei criteri e degli obblighi sono riferiti ai bacini idrografici sui quali insistono le centrali.

E’ previsto il trasferimento annuale alle province e alla città metropolitana, sul cui territorio insistono gli impianti, di almeno l’80% del canone introitato dai concessionari: la legge statale indicava una quota pari al 60%, elevata in Lombardia all’80% a seguito di un emendamento condiviso da tutti i gruppi consiliari.

La legge nazionale del 2018 prevedeva che, una volta scadute le concessioni in essere, la proprietà delle dighe e dei grandi invasi fossero attribuite direttamente alle Regioni, alle quali spettava legiferare entro il 31 marzo 2020 sulle modalità di assegnazione e avviare i bandi entro i 2 anni successivi. La norma statale stabiliva inoltre che fossero le Regioni a definire il canone di concessione, introducendo una quota fissa e una variabile, quest’ultima legata alla produttività e redditività.

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