Le dichiarazioni

Caso Suominen, Braga (PD) presenta un'interrogazione: "Necessario un tavolo di crisi ministeriale"

"La mia vicinanza va a tutti loro, ai lavoratori e le lavoratrici della Mozzate Nonwovens srl che ancora oggi, con l’aiuto delle organizzazioni sindacali e gli enti del territorio, continuano a lottare contro una decisione ingiustificata"

Caso Suominen, Braga (PD) presenta un'interrogazione: "Necessario un tavolo di crisi ministeriale"
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“Questa mattina ho presentato un’interrogazione scritta ai ministri delle Imprese Urso e del Lavoro Calderone per chiedere un intervento a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici della Suominen-Nonwovens, multinazionale finlandese che, senza alcun preavviso, a inizio anno ha annunciato la cessazione definitiva della produzione nello stabilimento di Mozzate, avviando da subito la procedura di licenziamento per 57 dei 92 dipendenti totali”.

Così Chiara Braga, deputata comasca del Partito Democratico, annuncia la presentazione dell'interrogazione relativa al caso Suominen.

Caso Suominen, Braga (PD) presenta un'interrogazione: "Necessario un tavolo di crisi ministeriale"

Nell’interrogazione Braga mettere in luce alcuni punti critici contenuti nelle motivazioni della chiusura del sito di Mozzate evidenziando inoltre “il forte impatto produttivo e sociale” di tale repentina decisione.

“Ho altresì chiesto di procedere all’apertura di un tavolo di crisi ministeriale, convocando i vertici aziendali e le rappresentanze sindacali al fine di verificare tutti gli spazi possibili per salvaguardare i posti di lavoro ed evitare un ulteriore grave impoverimento del tessuto produttivo industriale del nostro Paese”.

“Una crisi occupazionale – ribadisce l’esponente dem - che avrà conseguenze importanti sia a livello industriale con la perdita di un’ulteriore attività produttiva nel nostro territorio, sia a livello sociale con il senso di angoscia e di precarietà per il futuro che da mesi i cinquantasette dipendenti e i loro familiari sono costretti a vivere”.

“La mia vicinanza – conclude Braga - va a tutti loro, ai lavoratori e le lavoratrici della Mozzate Nonwovens srl che ancora oggi, con l’aiuto delle organizzazioni sindacali e gli enti del territorio, continuano a lottare contro una decisione ingiustificata e irrispettosa della dignità di chi per anni ha portato avanti quella realtà produttiva”.

L'interrogazione

"Al Ministro delle imprese e del made in Italy, Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Per sapere – premesso che Suominen-Nonwovens è una multinazionale finlandese specializzata nella produzione di tessuto non tessuto, materiale medicale e per l’igiene. La sua piattaforma di produzione comprende otto stabilimenti: tre situati in Usa, uno in Brasile, quattro in Europa dei quali due in Italia, a Mozzate, in provincia di Como e a Cressa, in provincia di Novara;

lo scorso gennaio Suominen-Nonwovens senza alcun preavviso nei confronti dei propri dipendenti e delle rappresentanze sindacati, ha annunciato l’avvio di un piano di cessazione definitiva della produzione entro giugno 2023 dello stabilimento di Mozzate, avviando la procedura di licenziamento per 57 dei 92 dipendenti;

le motivazione addotte dalla dirigenza alla chiusura del sito di Mozzate fanno riferimento ad una serie di fattori specifici: la normalizzazione della domanda a seguito della forte richiesta dovuta alla crisi pandemica da Covid-19; l’accrescimento della concorrenza nel mercato globale, in particolare di Cina e Turchia;

l’aumento record dei costi energetici; l’inadeguatezza dei macchinari del sito di Mozzate a produrre beni ecocompatibili richiesti da un mercato europeo sempre più orientato ad uno sviluppo sostenibile; alcune di queste motivazioni risulterebbero in palese contraddizione con lo stato reale dell’azienda.

Secondo il Report Annuale 2022 il fatturato netto di Suominen-Nonwovens, nonostante i volumi delle vendite siano effettivamente diminuiti, è stato di 493,3 milioni di euro contro i 443,2 milioni del 2021: un incremento, determinato dall’aumento dei prezzi di vendita, pari all’11,3%. Suominen-Nonwovens ha sì fatto registrare nel 2022 una perdita d’esercizio pari a -13,9 milioni di euro, causata in gran parte dall’aumento dei costi complessivi di produzione a seguito della crisi energetica e geopolitica - che ha peraltro accomunato gran parte delle imprese italiane -, ma il trend dei risultati degli anni precedenti ha sempre segnato utili netti nell’ordine di 20,73 milioni di euro nel 2021 e di 30,2 nel 2020.

Inoltre, prima dell’annuncio della chiusura della produzione a Mozzate, il secondo stabilimento italiano di Suominen sito a Cressa, controllato al 100% da quello di Mozzate, ha fatto registrare un incremento di produzione tale da indurre l’azienda ad effettuare all’incirca 25 nuove assunzioni. Infine, la presunta inadeguatezza del sito di Mozzate a produrre articoli ecocompatibili verrebbe confutata da quanto riportato sulla visura camerale che anzi indicherebbe proprio gli impianti di Mozzate come i più idonei a supportare una produzione sostenibile;

la cessazione della produzione nel sito di Mozzate comporterà un forte impatto in termini occupazionali e sociali. Ciò ha determinato la reazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che hanno proclamato lo stato di agitazione e organizzato presso lo stabilimento un presidio permanente;

le interlocuzioni tra i lavoratori, le organizzazioni sindacali e la proprietà dell’azienda in corso fino a qualche settimana fa, si sono sbrigativamente interrotte. I sindacati hanno avanzato proposte in ordine al miglioramento delle condizioni di buonuscita e al ricollocamento di parte dei lavoratori presso il sito produttivo di Cressa, viste anche le recenti assunzioni attuate, non ottenendo risposte esaustive. La rottura delle trattative da parte di Suominen-Nonwovens sposta ora il confronto sul tavolo di Regione Lombardia -:

se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intendano assumere a tutela dei livelli occupazionali della Suominen-Nonwovens, al fine di prevenire la pesante crisi occupazionale e le relative conseguenze sociali;

se non ritengano utile procedere all’apertura di un tavolo di crisi ministeriale, convocando i vertici aziendali e le rappresentanze sindacali, affinché si verifichino tutti gli spazi possibili per salvaguardare i posti di lavoro evitando un ulteriore impoverimento del tessuto produttivo industriale del nostro Paese".

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