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Communis, confronto tra amministratori locali: "Difficile far capire ai cittadini i nostri limiti"

La seconda giornata della tre giorni politica di Fratelli d'Italia si apre con un dibattito tra chi fa amministrazione locale

Communis, confronto tra amministratori locali: "Difficile far capire ai cittadini i nostri limiti"
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Si è aperta ieri sera, venerdì 15 settembre 2023 al Campo Solare a Cantù, la tre giorni politica "Communis" organizzata da Fratelli d'Italia. Una prima volta, in casa canturina, che ha ospitato in apertura l'intervista al capogruppo al Senato del partito di Giorgia Meloni, Lucio Malan.

Communis, confronto tra amministratori locali sulla gestione della cosa pubblica

Questa mattina, sabato 16 settembre 2023, la giornata di incontri e dibattiti politici, si è aperta con un dibattito legato al territorio dal titolo "Governare il territorio. Esperienze a confronto". Sul palco amministratori locali di diversa estrazione politica, moderati dall'ex consigliera comunale Natalia Cattini.

Il dibattito è subito entrato nel vivo con la domanda "Cosa significa essere sindaco" rivolta all'ex primo cittadino di Cantù (1997-2002, 2017-2018) ed esponente di Fratelli d'Italia, Edgardo Arosio: "Era un'altra epoca, un'altra storia. L'Italia veniva da un periodo difficile con Tangentopoli e le grandi stragi di mafia. I partiti vivevano un momento di distacco dalla politica. Ecco perché venne introdotta l'elezione diretta del sindaco. Io venni eletto con quella nuova legge - ha ricordato - In precedenza il sindaco era ostaggio dei partiti e i cittadini non conoscevano il loro sindaco. Da quel momento le personehanno cominciato a immedesimarsi nel sindaco, che era maggiormente responsabilizzato e al quale veniva chiesto conto di quello che faceva. La nuova piscina scoperta o il centro sportivo Toto Caimi per esempio sono opere pubbliche che realizzammo perché disponevo di una squadra competente ed efficente".

Quindi una domanda rivolta ad Antonio Pagani, consigliere comunale del Partito Democratico a Cantù, proprio su come la minoranza possa incidere sull'indirizzo politico della maggioranza e quale peso hanno le discussioni in Consiglio comunale: "Parto da una frase che tutti i sindaci pronunciano subito dopo l'elezione: 'Sarò il sindaco di tutti' - ha esordito - Francamente per la mia esperienza ho visto poco declinata questa frase. Per esempio nel programma di mandato della maggioranza presente (facendo riferimento a Cantù, Ndr), non ha mai avuto il peso che invece dovrebbe avere. Passaggi che dovrebbero avere un valore fortemente politico, si traducono in realtà in atti meramente burocratici. Poi penso che fondamentale sia il ruolo del presidente del Consiglio comunale nella programmazione politica, che non dovrebbe essere solo subordinato alle scadenze di legge ma al confronto e al dibattito tra le parti. Altrimenti a farne le spese é proprio l'opposizione. Altrimenti viene smentita proprio la frase del sindaco con cui ho iniziato l'intervento".

Ancora una domanda all'attuale minoranza in Consiglio comunale a Cantù rivolta a Francesco Pavesi, oggi rappresentante di una lista civica ed ex vicesindaco dal 2012 al 2017, ovvero quali difficoltà ha trovato la lista civica nell'amministrare una città grande come Cantù: "L'esperienza del civismo é legata a Comuni più piccola e a Cantù invece é stata un'esperienza originale. Noi abbiamo vissuto una stagione difficile, perché le disponibilità economiche erano poche in quegli anni. Ma sarebbe stata la stessa cosa anche con qualsiasi altro partito - ha spiegato - Poi ci sono degli elementi che sono contemporaneamente di forza e di difficoltà. Il fatto di essere un civismo puro, per esempio, ha portato nel nostro gruppo ad avere persone provenienti da diverse formazioni politiche. Così ogni provvedimento andava costruito e non avevamo 'Yes Man', come più spesso capita nei partiti. L'altro elemento é la volontà di partecipazione con l'introduzione di strumenti di confronto, con il limite che, con un solo mandato, non tutto quello che abbiamo seminato lo abbiamo visto crescere".

Presente anche l'assessore Comune di Como della Giunta civica di Alessandro Rapinese, Nicoletta Anselmi, storica dirigente comunale proprio a Cantù, a cui è stato chiesto fin dove la politica può arrivare e dove intervengono invece gli uffici perché non sempre l'assessore é tecnico: "Supponiamo che un'amministrazione decida di costruire un immobile. Il tecnico valuta la legittimità dell'atto - ha spiegato - La politica ha invece come limite quello della coscienza e lo strumento delle dimissioni per farla valere. Con una nota polemica dico che non so quanto il partito abbia questa libertà, rispetto invece a una lista civica come quella alla quale faccio parte nell'amministrare Como".

Diversi amministratori tra il pubblico presente

Domanda anche per MaurizioFacchini, segretario Lega Nord a Cantù, su come si compone la lista dei candidati in una campagna elettore: "La sezione di Cantù ha la fortuna di avere alle spalle una lunga storia. Quindi si tratta di una sezione viva, molto partecipata con discussioni che poi vengono portate in Giunta. Alla base di tutto deve esserci il lavoro dei militanti, che lavora sul territorio e vicino ai cittadini per raccogliere le istanze. I militanti crescono all'interno della nostra sezione e nel momento delle elezioni vengono scelti sulla base delle disponibilità. Concordo nell'idea che non serve necessariamente una competenza tecnica perché i politici lavorano con i tecnici dell'amministrazione".

Chiude il giro di interventi Massimo Cappelletti, vicesindaco del Comune di Cantù dal 2002 al 2012, a cui è stato chiesto proprio del ruolo che ha ricoperto: "Da 10 anni sono lontano dalla politica canturina anche se la seguo sempre. C'è un parterre che ha scritto la storia della politica cittadina. Parlando della mia esperienza, posso dire che mi sono trovato a ricoprire questo ruolo per Forza Italia dopo essere stato capogruppo in Consiglio comunale. Cantù é una cifra complessa e non é un territorio facile da amministrare - ha spiegato - Il ruolo di vicesindaco in quegli anni era legato al forte peso che aveva Forza Italia. É chiaro che il ruolo di vicesindaco si lega alla personalità del primo cittadino. Quindi deve essere moderato perché il centro é il sindaco. Poi diventa importante nel momento in cui il sindaco decide di non apparire in quella circostanza o in un determinato momento. Ho un ottimo ricordo dei colleghi in Giunta con cui ho lavorato e con i tecnici, sempre di alto livello. Ho svolto un ruolo equilibratore, nel quale ho apprezzato soprattutto la delega alle Attività produttive per la quale ho speso molte energia per le nostre attività".

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