Como Acqua dalla maggioranza si stacca Fratelli d'Italia

I rappresentanti di Fratelli d'Italia sulla questione si staccano dalla maggioranza del Comune capoluogo.

Como Acqua dalla maggioranza si stacca Fratelli d'Italia
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Sulla questione Como Acqua la maggioranza del centrodestra in Comune si spacca. I rappresentanti di Fratelli d'Italia non sono infatti d'accordo con il no alla fusione.

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Como Acqua: Fratelli d'Italia vuole la fusione

A poche ora dall'assemblea dei sindaci, nella quale si voterà la fusione delle SOT a favore del servizio idrico integrato, la maggioranza di Como si sfalda. E Fratelli d'Italia, che ha un assessore e due consiglieri a Como, esprime la propria linea con un comunicato ufficiale. La posizione si discosta da quella degli altri partiti della coalizione.

"Fratelli d'Italia intende portare a conoscenza dei cittadini e degli industriali comaschi il preoccupante scenario che si sta profilando alla vigilia del voto dell'assemblea dei soci di Como Acqua. E' la società che ha come soci tutti i comuni della provincia di Como ed è stata creata e finanziata con fondi pubblici per la gestione congiunta del servizio idrico integrato.

Il Comune di Como, unitamente a pochi altri Comuni, non aderendo al progetto di fusione che dovrebbe essere varato inderogabilmente entro il 25 ottobre, sta di fatto consegnando in mani terze il bene più prezioso e strategico: l'acqua. Vanificando il lavoro ed i danari pubblici impiegati per creare la società pubblica Como Acqua, questi Comuni stanno di fatto privatizzando l'acqua nella nostra provincia.

Le prospettive

Entro il 1° ottobre 2018 infatti dovrà essere operativa la società che gestirà il ciclo integrato dell'acqua. In alternativa a Como Acqua la Provincia di Como dovrà indire una gara ad evidenza pubblica per selezionare altra società. Alla gara potranno partecipare anche società a capitale privato e per giunta società non italiane. Questa scelta politica non viene condivisa da Fratelli d'Italia che ritiene essenziale che un settore strategico quale l'acqua venga gestito da società pubbliche partecipate da tutti i comuni della nostra provincia.

Stiamo consegnando un bene primario in mano terze. Di ciò è opportuno che i cittadini e gli industriali se ne rendano conto perché le conseguenze nefaste di questa scelta peseranno sulle famiglie e sulle industrie comasche per decenni".

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