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Fase 2, serve aiuto per i non vedenti di Como: "Non avranno l'accompagnatore e le barriere architettoniche persistono"

La consigliera Dem di Como Patrizia Lissi sottolinea le difficoltà dei disabili nella cosiddetta Fase 2.

Fase 2, serve aiuto per i non vedenti di Como: "Non avranno l'accompagnatore e le barriere architettoniche persistono"
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“Il Comune di Como non si dimentichi dei disabili nella Fase 2. Servono nuove misure per tutelare specialmente i non-vedenti in un momento in cui spostarsi è difficile viste le restrizioni anti-coronavirus” così dichiarano il consigliere comunale del Partito Democratico, Patrizia Lissi insieme a Domenico Cataldo e Francesco Palmese, soci attivi dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Como.

Fase 2, serve aiuto per i non vedenti di Como

Un tema sul quale la consigliera Dem è intervenuta anche in consiglio comunale nella serata di ieri, lunedì 4 maggio 2020.

"Vorrei chiedere alla giunta a che punto sono con il Piano del Traffico, con la pista ciclabile e il Peba: sarebbero stati fondamentali in questo periodo complesso - è intervenuta Lissi a Palazzo Cernezzi - Inoltre mi hanno segnalato che il marciapiede di via Anzani ha l'asfalto sconnesso e pericoloso, soprattutto per i disabili".

E infatti “Con la sospensione del lockdown e le nuove regole sono molti i problemi per chi è ipo, non vedente o, in generale, disabile - dicono Cataldo e Palmese - molti avranno difficoltà ad avere un accompagnatore vicino a causa delle norme di distanziamento sociale. Questo complica enormemente spostarsi in una città che già adesso abbonda di barriere architettoniche”.

I mezzi pubblici e l'arredo urbano

Capitolo particolarmente importante è quello del trasporto pubblico, secondo gli esponenti di UicCO.

“Il Comune di Como non solo dovrebbe assicurarsi che Asf metta disposizione più corse per evitare pericolosi assembramenti sui mezzi. Devono esserci anche posti sufficienti affinché i passeggeri disabili possano essere adeguatamente distanziati” - spiegano Cataldo e Palmese - c’è poi bisogno di un segnalatore acustico alla pensilina e a bordo che indichino rispettivamente quale bus sta arrivando e a quale fermata si è arrivati. Altrimenti come è possibile orientarsi?”

“Altro tema è poi il modo in cui lo spazio cittadino è concepito. C’è bisogno di intervenire sull’arredo urbano che è spesso un ostacolo per i non vedenti. I bidoni non segnalati sono molto pericolosi, ad esempio. Per i non vedenti, poi, la Ztl, ora come ora, è una vera e propria giungla di macchine. Già due anni e mezzo fa abbiamo presentato in Comune un documento sulle numerose barriere architettoniche presenti a Como ma non è stato fatto nulla in merito”.

“Chiediamo poi a tutti i comaschi di aiutare i non vedenti che incontrano sul loro cammino in questo periodo. Evitate di passare in bici o in macchina rasente ai marciapiedi dove, tra l’altro, non dovremmo parcheggiare scooter o biciclette che sono ostacoli pericolosissimi - concludono - sono comportamenti rischiosissimi per chi non può vedere”.

"Non ci può essere una fase 2 senza assicurarsi che nella ripartenza vengano inclusi tutti"

Anche il consigliere del Partito Democratico Patrizia Lissi, portavoce delle istanze dell’UicCo, interviene sulla questione, rivolgendo un monito chiaro al Comune di Como: “Non ci può essere una fase 2 senza assicurarsi che nella ripartenza vengano inclusi tutti. Al momento l’accessibilità a trasporti e il diritto a spostarsi non sono garantiti alle fasce più fragili della nostra comunità. Proprio a riguardo, se l’amministrazione Landriscina si fosse impegnata a potenziare i percorsi ciclabili e la mobilità sostenibile, non ci troveremmo con così tante biciclette sui marciapiedi e una Ztl che è tale più di nome che di fatto”.

“Molte delle proposte che avanziamo oggi riguardano problemi già noti da tempo e le cui soluzioni si fanno estremamente più urgenti dopo il Coronavirus. Purtroppo questa amministrazione ha ridotto gli importantissimi momenti di confronto con le Consulte Disabili. Adesso è il momento di cambiare passo. Non possiamo permettere che i nostri concittadini con disabilità debbano murarsi in casa mentre il resto della popolazione sperimenta una parziale ma ritrovata libertà. Como deve essere una città aperta a tutti”.

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