Governo Meloni, Locatelli ministro per le Disabilità: "Caregiver, Dopo di noi e inserimento lavorativo le priorità
A pochi giorni dalla nomina, la leghista comasca è pronta a lavorare al nuovo Ministero.
«Sono in un vortice pazzesco». Con questo messaggio inviato alle 3 di notte il neo ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli in settimana si scusava per non aver risposto a una telefonata. L’incarico appena ricevuto è di quelli importanti, ma la gentilezza è quella di sempre.
Governo Meloni, intervista a Alessandra Locatelli ministro per le Disabilità
Chi le ha comunicato la notizia della nomina ufficiale?
«Non c’è stata alcuna comunicazione. Ero a Roma per un congresso e mentre ero per strada ho visto che c’era la presidente Giorgia Meloni che leggeva la lista dei ministri. Ero anche io nella lista».
Quindi non sapeva nulla?
«No, beh, giorni prima avevo parlato con Matteo Salvini, che mi aveva chiesto la disponibilità. Ma fino alla fine non ero comunque sicura, anche perché spesso lungo questi tragitti di contrattazioni cambiano le cose, anche all’ultimo momento. Per cui ho preferito aspettare la nomina ufficiale».
Quali sono state le sue prime emozioni quando ha sentito di essere nella lista dei ministri? Paura? Orgoglio?
«Nessuna delle due. Io in ogni situazione penso subito a cosa devo fare dopo. Quindi pensavo a come attrezzare gli uffici con le persone giuste, alle priorità da portare avanti, ai dossier da studiare. Non lo dico tanto per dire, ma sono fatta così: non c’è cerimonia che tenga, mi interessa come fare a prendere le consegne e a cominciare subito il mio lavoro. Chi mi conosce bene lo sa: voglio iniziare a operare il prima possibile».
A chi ha telefonato subito?
«Questa volta ho chiamato subito a casa, perché l’altra volta i miei genitori erano rimasti un po’ destabilizzati. Ho preferito sentirli subito: erano felicissimi, ma poi mi hanno chiesto quando sarei tornata a Como (ride, ndr)».
Non è ancora rientrata nella sua città?
«No, non ancora. Domani (venerdì 28, ndr) dovrei riuscire. C’è uno spettacolo teatrale al Sociale di Como al quale tengo moltissimo. E’ organizzato da una cooperativa che si chiama “Il Granello”: sono tutti ragazzi con disabilità che hanno preparato uno spettacolo che non voglio perdermi, voglio essere assolutamente presente. Cercherò di prendere un aereo il prima possibile per poter rientrare».
Ha già avuto modo di confrontarsi con Giorgia Meloni?
«Ci siamo salutate e parlate, ma in questi pochissimi giorni abbiamo avuto parecchi adempimenti burocratici, tra cui le due fiducie che hanno richiesto di stare in aula molte ore. Nelle prossime settimane, però, ci sono già in programma incontri che lei farà con tutti i ministri».
Le sono piaciuti i discorsi che ha fatto alla Camera e al Senato?
«Assolutamente sì, anche perché ha toccato tutti i temi importanti e ha espresso in maniera equilibrata un pensiero ben declinato su tutti i temi che hanno rilevanza sia nazionale che internazionale. Poi ovviamente ci sarà modo di approfondire le tematiche riguardanti i diversi ministeri».
Con Matteo Salvini invece ha parlato?
«Costantemente. Ci siamo detti che le cose da fare sono davvero tante. Salvini ha una particolare sensibilità sul tema della disabilità e della fragilità e quindi mi ha chiesto di prendere in mano la situazione il più in fretta possibile e di essere vicina alle persone e ai territori».
Proprio parlando di territori. Si è chiusa con la sua nomina a ministro l’esperienza da assessore in Regione Lombardia. Sono tante le persone che le accreditano il merito di aver girato tanto e di aver conosciuto diverse realtà territoriali del terzo settore. Cosa ha imparato?
«Non smetterò mai di credere che per poter essere vicino alle persone e alle famiglie che hanno bisogno sia necessario andare, non aspettare che siano loro a chiedere aiuto. E pure per conoscere le diverse problematiche ma anche le diverse realtà positive che ci sono sul nostro territorio. Prima la dimensione era quella lombarda, ma ancora prima come deputato era già quella nazionale. Adesso torno alla dimensione nazionale, con una maggior competenza, perché Regione Lombardia mi ha regalato tanta esperienza e tante opportunità di crescita. Ora voglio mettere a frutto tutto questo anche qui, cercando di conoscere il più possibile la nostra Italia e anche le diversità dei nostri territori».
Si è già posta qualche obiettivo? C’è qualcosa su cui vuole lavorare da subito?
«Sicuramente. Da subito abbiamo i decreti attuativi della legge delega sulla disabilità: ho già iniziato un po’ a parlarne, anche se il lavoro di questi giorni è frammentato dagli adempimenti burocratici. Da settimana prossima farò proprio alcune riunioni sui decreti che dobbiamo mettere a punto e poi portare al Consiglio dei ministri e in Parlamento. Poi c’è il tema del caregiver famigliare, che è molto sentito e al quale vorrei proprio dare una risposta. Voglio farmi carico di questo anche con il ministero delle Politiche sociali, senza tirarmi indietro perché è un tema cui tengo molto. E poi ci sono tante altre battaglie: vorrei che si mettesse mano alla 112 sul “Dopo di noi”, alla Legge 68 sull’inserimento lavorativo e ascoltare tutto il mondo del Terzo Settore e dell’associazionismo che avrà sicuramente delle priorità e delle indicazioni da darmi».