Il sindaco Landriscina a due mesi dall'elezione: ex Ticosa e telecamere di sorveglianza le priorità [INTERVISTA]

Prima l'FC Como, poi il viadotto dei Lavatoi. Tanti i problemi nei primi due mesi del sindaco Landriscina che fa un bilancio e parla del futuro.

Il sindaco Landriscina a due mesi dall'elezione: ex Ticosa e telecamere di sorveglianza le priorità [INTERVISTA]
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A due mesi esatti dalla sua elezione a sindaco di Como, Giornale di Como ha intervistato in esclusiva Mario Landriscina, per un bilancio di questo primo periodo di lavoro in Amministrazione. Tante cose da fare, moltissimi problemi da risolvere - i più inaspettati e fuori dall'ordinario - e tempi lunghi per muoversi e poter dare finalmente risposte concrete ai cittadini. Da dirigente del dipartimento di emergenza dell'ospedale Sant'Anna a primo cittadino, il passo non è certamente breve dal racconto dello stesso sindaco Landriscina.

Sindaco, quali sono le sue impressioni a due mesi dall'elezione?

"Certamente quando mi sono candidato sapevo che l'impegno sarebbe stato molto ma sono rimasto sorpreso dai tanti problemi aperti che di colpo mi sono ritrovato a dover gestire. Non mi aspettavo colpi come l'FC Como e il viadotto dei Lavatoi. Ma d'altra parte ho trovato la grandissima disponibilità del team degli assessori e quella del personale del Comune, malgrado il periodo estivo. Quello che però mi pesa estremamente sono i tempi lunghi, lunghissimi, con i quali mi confronto ogni giorno. Nel mio lavoro al 118 la mia unità di misura per fare le cose erano i secondi, qui si parla di mesi. In questo senso quello che vorremmo è semplificare - per quanto ci è possibile - la macchina burocratica del Comune e far avvicinare i cittadini".

In che modo?

"Da quello che ho potuto appurare in questi primi mesi ci sono tanti comaschi che si vogliono mettere a disposizione per aiutare la città. Noi vogliamo dare loro la possibilità di partecipare. Per questo motivo vogliamo iniziare 'la stagione di contatto' con assemblee di quartiere e con la collaborazione degli ordini professionali e della Camera di Commercio. Inoltre vogliamo lavorare a stretto contatto con l'imprenditoria, con chi ha voglia di investire sulla città: vogliamo trovare investimenti per importanti novità".

Quali saranno i temi su cui lavorerete nei prossimi mesi?

"Il tema aperto delle prossime settimane sarà la Ticosa. Stiamo lavorando per tornare a usufruire di quell'area. E' importante per Como che scarseggia di posti auto. Certamente non sarà semplice e non sarà un risultato che otterremo in tempi brevi ma ci stiamo lavorando. Sul problema dei parcheggi inoltre lavoreremo anche su Ponte Chiasso.

In questo momento il problema più grosso da risolvere è comunque il viadotto dei Lavatoi. Per il momento abbiamo deciso di fermare i lavori in viale Pasquale Paoli per dare un po' di respiro alla viabilità in vista di settembre. Nel frattempo stiamo aspettando di predisporre il cantiere per lavorare sul viadotto; speriamo di poterlo riaprire alla viabilità ordinaria tra la metà e la fine di settembre".

L'altro tema caldo dell'estate è la sicurezza: che tipo di linea volete seguire?

"Il tavolo di lavoro con la Questura e la Prefettura è aperto. Il primo obiettivo che vorremmo raggiungere sono le telecamere di sorveglianza. A tal proposito con le forze dell'ordine vorremmo installarle in punti strategici. Ma anche per questo servono i soldi e il bilancio con le sorprese di questi mesi ha avuto brutti colpi.

Intanto per quel che riguarda i profughi con il vicesindaco Locatelli abbiamo incontrato diverse associazioni che se ne occupano per intavolare un dialogo. Ci sono situazioni critiche come l'autosilo Val Mulini o San Rocco ma non vogliamo spostare il problema bensì trovare alternative sostenibili. Il problema che rimane è che i migranti che arrivano a Como non vogliono restare in città, almeno la maggior parte, e perciò è difficile lavorare sull'integrazione. Quindi in primo luogo chiederemo al Governo di rendere Como, come Ventimiglia, città di frontiera. La città sta dando un alto contributo a questa situazione ma il tema sta pensando sul clima emotivo dei cittadini: mi preoccupa che questo possa sfociare in un conflitto.

In questo senso stiamo lavorando anche sui senza fissa dimora e i mendicanti con la preziosa collaborazione della Polizia Locale. A fronte del controllo del territorio, gli stessi agenti segnalano ai servizi sociali i casi critici. Noi siamo disponibili a dare una mano, ad aiutare chi è in difficoltà, ma non saremo tolleranti con chi vuole restare fuori dalla legalità: Como non è il posto per loro".

Stephanie Barone

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