Il trionfo di Fermi, ben 13.883 comaschi lo hanno votato: "Grato a ognuno, emozioni forti"
"La sensazione che ho avuto durante tutta la campagna elettorale è sempre stata positiva e quindi auspicavo di fare un bel risultato. Però non mi aspettavo così tanto consenso"
Dopo le votazioni e le ufficialità non potevamo dedicare uno speciale ai politici comaschi che sono riusciti a raggiungere l'obiettivo: essere eletti in Consiglio regionale. E partiamo proprio dal mattatore della circoscrizione di Como, Alessandro Fermi e i suoi quasi 14mila voti.
Il trionfo di Fermi, ben 13.883 comaschi lo hanno votato: "Grato a ognuno, emozioni forti"
Più forte di tutti gli avversari e anche dell’alto astensionismo. Il volto vincente della politica comasca è quello sorridente di Alessandro Fermi, leghista, presidente del Consiglio regionale uscente.
Adesso che è finita può confessarlo: si era prefissato un numero minimo di preferenze?
"La sensazione che ho avuto durante tutta la campagna elettorale è sempre stata positiva e quindi auspicavo di fare un bel risultato. Però non mi aspettavo così tanto consenso".
Vuol dire che non aveva pensato a un numero preciso?
"No, per scaramanzia no. Però la sensazione rispetto a cinque anni fa era più positiva. Certo, quando ho visto la scarsa affluenza, qualche dubbio mi è venuto, ma confidavo di arrivare almeno ai numeri dell’altra volta. Invece li ho ampiamente superati".
Dove ha atteso il responso delle urne?
"Ho seguito prima lo spoglio del mio paese, Albavilla (dove ha ottenuto un vero e proprio plebiscito, ndr). Finito lì sono andato nella sede elettorale che avevo aperto a Lipomo".
Era presente tutta la sua squadra?
"Sì, tutti presenti. Hanno fatto un grandissimo lavoro e non posso che ringraziarli".
A che ora è andato a letto?
"Non tardissimo, era più o meno la una".
Quanti messaggi ha ricevuto quella sera e il giorno dopo?
"Una marea, tra l’altro sto finendo adesso di rispondere, a distanza di tre giorni".
Le ha scritto anche Salvini?
"Sì, mi ha scritto la sera stessa, facendomi i complimenti".
Quale il messaggio più bello che ha ricevuto?
"In generale sono stati quasi tutti messaggi di felicitazioni. Ma il fatto che molti mi dicessero “te lo sei meritato” mi riempie di orgoglio. Lo vedo come un riconoscimento del lavoro svolto".
E’ stato il più votato del centrodestra in Lombardia. E’ maggiore la soddisfazione o la paura per la responsabilità che questo comporta?
"Tutte e due. Soddisfazione personale, ma anche una grande senso di responsabilità. Quando hai così tante persone che credono in te non puoi deluderle".
Quale il momento più bello della campagna elettorale?
"Sono stati tanti, ma mi rimane soprattutto la sensazione di sincero affetto delle persone che partecipavano agli eventi. Non è scontato e mi ha fatto un grande piacere. Poi, certo, l’emozione durante lo spoglio è sempre un momento particolare".
Qualche momento brutto?
"Devo dire che è stata una campagna elettorale che ho affrontato con grande serenità. Momenti brutti o di tensione non ce ne sono stati. Sicuramente qualche giorno di stanchezza, ma fa parte della campagna elettorale per le Regionali".
A parte la sua squadra, chi vuole ringraziare?
"Tutti quelli che mi hanno votato, i tanti sindaci che mi hanno sostenuto, le associazioni e le associazioni di categoria. Alle fine quando ottieni un risultato come questo è evidente che c’è una comunità che crede in te".
Felice di lavorare ancora al fianco di Attilio Fontana?
"Assolutamente sì. Sono contento per lui perché se lo merita, dopo quello che ha passato nel periodo del Covid. Il fatto che abbia ottenuto un risultato così ampio testimonia che la gente con il senno di poi fa riflessioni più oggettive".
Forte dei numeri che ha ottenuto, chiederà qualche poltrona?
"Non chiederò nulla, come mia abitudine: sono valutazioni che deve fare il partito. Sono contento di avere dato una mano alla Lega, che è tornata a essere il primo partito in provincia di Como".
Una domanda alla Marzullo: è più felice lei di essere entrato nella Lega o la Lega di averla tra i candidati?
"Penso sia una reciproca soddisfazione".
C’è una domanda che si farebbe e che nessun giornalista le ha fatto dopo la vittoria?
"Forse una strettamente politica: ha mai pensato che il cambio di partito potesse penalizzarla? La risposta è assolutamente no, anche perché in una tornata elettorale in cui c’è la possibilità di votare la persona il partito ha meno peso".
Come si combatte l’astensionismo, che sta diventando sempre più un problema?
"A mio parere la prima cosa su cui bisogna lavorare è la grande assenza degli under 30 alle urne, che è oggettivamente pesante: la fascia giovanile ha votato poco".