Integrazione vera e infrastrutture necessarie | Il governatore risponde
Inviate le vostre domande a ilgovernatorerisponde@netweek.it, lui vi risponderà direttamente sul nostro giornale.
Le domande di questa settimana: basta profughi per la cura del verde
Egregio governatore, mi aiuti a capire meglio: è giusto che ognuno faccia il suo mestiere e far curare il verde pubblico a degli esperti mi sembra corretto. Ma allora trovate altro da fare ai profughi, perché non ci si può lamentare che stiano tutto il giorno con le mani in mano e poi vietare loro di mettersi a disposizione della collettività. Non capisco, poi, perché allora dare priorità a cittadini italiani disoccupati senza competenze professionali: non torna con l’obiettivo di evitare che il settore florovivaistico sia danneggiato nell’utilizzo di personale improprio.
Il governatore risponde
Il concetto è sempre lo stesso: bisogna avere finalmente il coraggio di realizzare progetti di integrazione vera e utile, che è l’unica accettabile. Altrimenti, si cercano solo di mettere delle toppe, che risultano ancora peggiori del buco che si è creato. Penso che iniziative come quelle avviate da alcuni Comuni, che prevedono l’impiego dei richiedenti asilo nella manutenzione del verde pubblico, siano fini a sé stesse, nel senso che cercare a tutti i costi di trovare con questi finti lavori una giustificazione alla presenza di quelli che, in grande maggioranza, si rivelano essere clandestini senza requisiti per ottenere lo status di profugo, mi sembra demagogia pura.
Le domande di questa settimana: Tav e Pedemontana vanno fatte
Presidente Fontana, ma Tav e Pedemontana si fanno o no? Ho letto dei dubbi, diciamo così, sollevati dal Governo, anche dal suo leader Matteo Salvini. Non le pare inutile e controproducente fermarsi adesso, dopo tutti i soldi spesi, e lasciare delle opere incompiute, le solite cattedrali nel deserto tipiche del nostro Paese? Spero possa convincere i politici nazionali a fare la scelta giusta. La ringrazio per l’attenzione.
Il governatore risponde
La Lega è diversa dai grillini, su alcuni temi abbiamo visioni politiche divergenti: noi crediamo che le infrastrutture siano necessarie, per sviluppare il Paese rimanendo al passo col resto del mondo. Se perdiamo il treno del progresso, blocchiamo lo sviluppo economico e questo non è accettabile. Per la Lombardia, la Tav è un’opera fondamentale per rientrare in Europa attraverso un asse commerciale importante, altrimenti le merci viaggeranno un po’ più a nord e noi restiamo tagliati fuori. Sento molto questa richiesta da parte del mondo economico lombardo, e la domanda di infrastrutture riguarda anche l’autostrada Pedemontana e il trasporto dei pendolari, cioè dei lavoratori. Serve più autonomia, anche politica, per modulare le scelte in base alle esigenze dei territori: dobbiamo liberarci dei condizionamenti di Roma, che spesso frenano anziché aiutare. In quest’ottica, l’elezione di Maurizio Fugatti in Trentino, dopo quelle di Massimiliano Fedriga, la mia e quella di Luca Zaia, è un fatto politico importantissimo; con il nuovo asse del Nord avremo sia l’autonomia che le infrastrutture. Chiediamo una macchina pubblica più efficiente, di poter lavorare meglio e far valere le nostre capacità, anche assumendoci nuove responsabilità.