L'approvazione

Le elezioni regionali non saranno più indette dal Prefetto: ora spetta al Presidente di Regione Lombardia

La legge stabilisce che il Presidente della Regione può indire le elezioni non prima dei 30 giorni precedenti la fine naturale della legislatura e non oltre i 60 giorni successivi: per la Lombardia quindi il “range temporale” è da intendersi compreso tra il 4 febbraio e il 6 maggio 2023.

Le elezioni regionali non saranno più indette dal Prefetto: ora spetta al Presidente di Regione Lombardia
Pubblicato:

A indire le prossime elezioni regionali in Lombardia sarà il Presidente della Regione in carica Attilio Fontana e non più il Prefetto. Lo stabilisce la modifica alla legge elettorale regionale vigente, la n. 17 del 31 ottobre 2012 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Regione), approvata ieri, mercoledì 19 ottobre 2022, a maggioranza in Commissione Affari istituzionali.

Le elezioni regionali non saranno più indette dal Prefetto: ora spetta al Presidente di Regione Lombardia

“Con questo provvedimento anche la Lombardia si allinea a quanto già stabilito da quasi tutte le altre regioni italiane, che nei mesi scorsi hanno attribuito al Presidente della Regione la competenza dell’indizione delle elezioni e dell’assegnazione dei seggi consiliari per ciascuna delle circoscrizioni elettorali - sottolinea il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi -. Un atto che trova compimento nei tempi e nei termini dovuti e nel rispetto della legislazione nazionale: ad adempiere in tal senso mancano ora le sole regioni Piemonte e Umbria. Nel rivendicare ed esercitare tale competenza, tutte le Regioni italiane rimangono in ogni caso vincolate alle disposizioni nazionali in quanto resta salvo il superiore potere di un decreto del Ministero dell’Interno, in particolare se motivato dalla necessità di accorpamenti elettorali”.

La legge stabilisce che il Presidente della Regione può indire le elezioni non prima dei 30 giorni precedenti la fine naturale della legislatura e non oltre i 60 giorni successivi: per la Lombardia quindi il “range temporale” è da intendersi compreso tra il 4 febbraio e il 6 maggio 2023. È in ogni caso competenza del Ministero dell’Interno stabilire una data differente da quella indicata dal Presidente della Regione a fronte di possibili accorpamenti con altre elezioni.

Il progetto di legge approvato ieri in Commissione attribuisce al Presidente della Regione anche la competenza sull’assegnazione dei seggi consiliari alle singole circoscrizioni elettorali: la ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni è effettuata dividendo il numero complessivo degli abitanti della regione per il numero dei seggi attribuiti al relativo Consiglio regionale (80 in Lombardia) e assegnando di conseguenza i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione sulla base dei quozienti interi e dei resti più alti. La popolazione è determinata in base ai risultati dell'ultimo censimento generale, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell'Istituto centrale di statistica.

Soddisfatta dell’approvazione del provvedimento la Presidente della Commissione e relatrice Alessandra Cappellari:

“Anche Regione Lombardia recepisce quanto stabilito dalle altre regioni italiane e uniforma la propria legge elettorale a quella delle altre regioni: un provvedimento dovuto, approvato a tempo debito e nel rispetto delle normative nazionali”.

La mozione

La Commissione ha respinto un emendamento dei gruppi di minoranza a firma Usuelli, Carretta, Pizzul e Strada che chiedeva di introdurre per gli elettori la possibilità di “apporre la propria sottoscrizione in modalità digitale attraverso una piattaforma informatica all’uopo dedicata che consenta il riconoscimento dell’identità digitale”. Secondo la Presidente Cappellari “sentiti gli uffici, l’emendamento non è accoglibile perché presenta aspetti tecnici e giuridici in contrasto con la normativa nazionale”.

In sede di dichiarazione di voto Fabio Pizzul (PD) e Marco Fumagalli (M5Stelle) hanno lamentato come su questo provvedimento fosse auspicabile “un preventivo coinvolgimento delle minoranze ai fini di una riflessione più ampia, cosa purtroppo non avvenuta e che ha reso la votazione di oggi politicamente intempestiva”.

Michele Usuelli (+Europa) ha quindi preannunciato di voler fare ricorso, in vista della discussione in Aula, “ad ogni legittima forma di ostruzionismo possibile al fine di vanificare l’approvazione delle modifiche di legge”.

Il provvedimento sarà sottoposto all’esame e al voto finale dell’Aula nella prima metà di novembre.

Seguici sui nostri canali