Mostra Minerali Clandestini con il logo del Comune ma il patrocinio non c'era
Non c'era il patrocinio del Comune di Como sulla mostra Minerali Clandestini. Eppure la locandina con il logo comunale è stata pubblicata sul settimanale della Diocesi.
In Consiglio comunale a Como questa sera, 5 febbraio 2018, è tornata in auge la questione del patrocinio del Comune per la mostra Minerali Clandestini, in città lo scorso ottobre. E arriva la sorpresa.
Mostra Minerali Clandestini: quel patrocinio che non c'era...
Lo scorso ottobre la Diocesi di Como ha presentato ai comaschi la mostra itinerante Minerali Clandestini. Un'esposizione che non aveva ricevuto il patrocinio del Comune di Como. Questo fatto aveva portato più di una volta il consigliere Pd Patrizia Lissi a chiedere in Consiglio il perché di questa scelta della Giunta.
Questa sera il vicesindaco Alessandra Locatelli, in una preliminare, ha voluto svelare il mistero. "Lo scorso 28 settembre ci saremmo dovuti recare in Giunta per approvare, tra gli altri punti all'ordine del giorno, il patrocinio alla mostra. Proprio quel giorno mi è stato portato il Settimanale del Diocesi e ho visto pubblicata la locandina con il patrocinio. Quel pomeriggio non abbiamo quindi potuto approvare il patrocinio".
La questione sarebbe anche potuta peggiorare. Il patrocinio utilizzato impropriamente può infatti far incorrere in sanzioni dai 100 ai 500 euro. "Non abbiamo voluto proseguire su questa strada - ha spiegato la Locatelli - Ci siamo limitati ad avvisare le associazioni che hanno provveduto a rimuovere dalle locandine il logo del Comune".
Dopo le dichiarazioni della vicesindaco Locatelli nel Consiglio comunale di ieri arriva – in un comunicato stampa – la replica degli organizzatori che riportiamo integralmente. In merito al mancato patrocinio del Comune di Como alla mostra “ Minerali Clandestini – il vero volto del tuo smartphone”, esposta in città dal 18 al 25 ottobre 2017 (presso il Centro pastorale Cardinal Ferrari e la chiesa di San Giacomo), dopo quanto dichiarato dalla vice-sindaco e assessore ai servizi sociali Alessandra Locatelli in sede di Consiglio Comunale in data 5 febbraio 2018, a tutela della correttezza e dell’onorabilità degli organizzatori della mostra (per i quali, alcuni titoli di stampa, hanno parlato di “sfruttamento” senza autorizzazione del logo del Comune) si ritiene opportuno precisare quanto segue. – La richiesta di patrocinio era stata presentata dai promotori della mostra con largo anticipo (primavera 2017 per il successivo autunno). In data 18 settembre 2017, alle ore 8.20, dal settore cultura del Comune di Como (l’indirizzo del mittente è quello istituzionale con dominio @comune.como.it) è stata inviata all’indirizzo di posta elettronica di una dei referenti della mostra (e in copia conoscenza a un altro indirizzo istituzionale @comune.como.it) la mail che riportiamo integralmente: «Buongiorno, come da accordi, trasmetto in allegato la delibera di patrocinio n.659 del 12/09/2017, approvata nella seduta di giunta del 12/09. La delibera è firmata digitalmente. Sempre in allegato le trasmetto il logo del comune da inserire con la dicitura con il patrocinio di. Restiamo in attesa delle bozze grafiche per approvazione e del comunicato stampa + qualche immagine per la pubblicazione della notizia sul portale istituzionale del comune. Cordiali saluti». Solo in seguito a questa mail sono stati preparati volantini, locandine e brochures con il logo del Comune di Como, inviati alla stessa mail dell’Ufficio cultura per approvazione. Ufficio che il 19 settembre 2017, alle ore 9.43, così risponde: «Buongiorno Il logo è inserito correttamente. Potete procedere con la stampa. Restiamo in attesa del comunicato stampa + qualche immagine per la pubblicazione della notizia sul portale istituzionale del comune. Cordiali saluti». Quando ormai il materiale era stato stampato (uscito, per una sola volta, anche su “Il Settimanale della Diocesi”, in data 28 settembre) è giunta una nuova comunicazione che informava del fatto che il patrocinio non era stato concesso. Immediatamente si è provveduto a ritirare quanto già divulgato. E’ seguita una serie incessante di tentativi di incontro con le autorità comunali per comprendere il perché di questa scelta (una richiesta di incontro, rimasta senza risposta, è stata inviata al sindaco il 5 ottobre 2017). Quando è stato evidente che non era possibile instaurare un dialogo con il Comune gli organizzatori hanno provveduto a oscurare il logo istituzionale e a toglierlo da tutto il materiale che è stato pubblicato, stampato e distribuito in seguito. Sembra dunque quanto mai inopportuno imputare agli organizzatori della mostra un uso improprio dello stemma del Comune di Como «senza averne diritto» (come riportato da alcuni organi di stampa), paventando un’eventuale sanzione, visto che tutta l’operazione è stata condotta attenendosi alle informazioni ricevute. Gli organizzatori della mostra a Como, realizzata dall’Associazione nazionale “Chiama l’Africa, sono: AIFO Como, Asci Don Guanella, Caritas Diocesana di Como, Centro Missionario Guanelliano, Centro Missionario Diocesano, Coordinamento Comasco per la Pace, Medici con l’Africa Como onlus, Cooperativa Garabombo. Tutti soggetti che hanno nella correttezza, nel rispetto della dignità delle persone, nella trasparenza la ragione delle proprie azioni. Gli organizzatori restano disponibili ad un incontro con le istituzioni cittadine.