L'intervista

Nicola Molteni, il canturino Sottosegretario all'Interno: "Pronto a servire il Paese"

"È sempre un grande onore andare a Palazzo Chigi e giurare per un Ministero cardine per le sorti del Governo, quale è quello dell’Interno. Si avverte un grande senso di responsabilità nei confronti del Paese", ha detto Molteni.

Nicola Molteni, il canturino Sottosegretario all'Interno: "Pronto a servire il Paese"
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E sono tre: il canturino Nicola Molteni è stato confermato sottosegretario al Ministero dell’Interno per la terza volta consecutiva, ma le emozioni sono quelle della prima volta.

"Riparto dal giuramento di ieri (mercoledì 2 novembre, ndr). E’ sempre un grande onore andare a Palazzo Chigi e giurare per un Ministero cardine per le sorti del Governo, quale è quello dell’Interno. Si avverte un grande senso di responsabilità nei confronti del Paese. E questa volta c’è una parola d’ordine, emersa dal discorso di Giorgia Meloni, che è lavoro. Bisogna lavorare intensamente, sin da subito a testa bassa, perché il Paese vive un momento difficile. Questo Governo è politico e deve durare cinque anni, perché ha un forte consenso popolare. Non abbiamo scuse, nonostante sia uno dei momenti più complicati dal dopoguerra".

Nicola Molteni, il canturino Sottosegretario all'Interno: "Pronto a servire il Paese"

E’ il suo terzo mandato nel ruolo di sottosegretario.

"Sì, torno al Viminale, in quello che per me è il cuore della democrazia, dei diritti e delle libertà del Paese, con un ministro che stimo molto, che conosco, che è un grande servitore dello Stato e ha ben chiaro cosa serve oggi al Paese. Quindi sarà un’esperienza totalmente diversa da quella appena conclusa con il Governo Draghi, che per me è stata molto complicata".

Quali le priorità del Governo?

"Dobbiamo affrontare subito il tema del caro bollette. Bollette di gas, luce ed energia, ma anche il tema del costo dell’approvvigionamento delle materie prime, per le imprese e le famiglie. Servono risorse nazionali ed europee".

E del suo Ministero?

"Credo si sia percepito immediatamente un cambio di passo rispetto al passato. Arriviamo da tre anni di immobilismo su alcuni temi: il ministro Matteo Piantedosi ha indicato subito la rotta. Questo è un Governo politico, con forze politiche che hanno fatto campagna elettorale prendendosi impegni importanti su alcuni temi, ad esempio il contrasto a l l’immigrazione clandestina, il contrasto ai rave party abusivi (e siamo subito intervenuti con una norma), la promessa di investimenti importanti per la sicurezza e per la difesa delle Forze dell’ordine. Aggiungo il contrasto alla criminalità organizzata. Questo Ministero è il simbolo della legalità, della sicurezza, del rispetto delle regole, della tutela dei diritti e delle libertà, del contrasto all’immigrazione illegale. E questo sarà il nostro mandato".

Facciamo un passo indietro. Il decreto contro i rave party ha suscitato reazioni contrastanti.

"C’è stato un grande consenso popolare, perché queste manifestazioni musicali sono illegali, abusive e creano situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica. Il Paese reale e vero sta da questa parte. Poi c’è una parte della sinistra politica e culturale che invece avversa tutto quello che va nella direzione di garantire la sicurezza e il rispetto delle regole. In Italia ci sono diritti e libertà che vanno tutelati e garantiti, ma tutto deve essere fatto in un perimetro di legalità. Molti di quelli che vengono a partecipare a questi rave provengono da Paesi esteri e arrivano in Italia solo perché c’era un vuoto normativo, che consentiva di svolgere queste attività. Il decreto che abbiamo fatto ora garantisce le libertà ma nel rispetto delle regole. Ho coniato questo slogan: nessuno mette in discussione il diritto al ballo, ma non può diventare diritto allo sballo. Non possiamo permettere l’anarchia".

E’ sempre di questi giorni anche il «fattaccio» di San Siro.

Il tifo organizzato ha obbligato con la forza i tifosi della Curva ad abbandonare il settore dopo aver appreso della morte di un capo ultrà pluripregiudicato. Cosa pensa?

"Sono tifoso dell’Inter e frequento gli stadi e i palazzetti dello sport. Sono luoghi di divertimento, anche per famiglie, sono luoghi gioiosi e di svago. Le immagini di quello che è successo a San Siro sono inaccettabili. Serve una responsabilizzazione anche delle società, per difendere il tifo buono e allontanare quelli che non hanno nulla a che fare con la fede sportiva".

Finito il lockdown e allentate le misure di distanziamento sociale sono ricominciati i furti nelle abitazioni.

Cosa si può fare per contrastare questo fenomeno? Avete pensato a un potenziamento delle Forze dell’ordine?

"Da qui al 2030 vanno in pensione 40mila poliziotti, quindi la prima necessità è proprio il potenziamento degli organici. Io l’ho definito un Piano Marshall, per far capire l’entità del provvedimento che ritengo necessario. Il tema della sicurezza va di pari passo con il tema della libertà e dello sviluppo di un Paese. Si fa sicurezza con il controllo del territorio e con la repressione, ma soprattutto con la prevenzione. La presenza di pattuglie e agenti in giro per le strade è la deterrenza migliore. Il tema dei furti è ovviamente di grande sensibilità: andiamo verso l’inverno, quando solitamente l’incidenza aumenta, per cui è necessario e doveroso aumentare le Forze di Polizia, a cui va il mio ringraziamento autentico per quello che tutti i giorni fanno, senza clamore, per garantire la nostra sicurezza".

Con quali tempistiche pensate di riuscire a intervenire?

"Su questo Governo ci sono grandissime aspettative, è il primo Governo politico dal 2008, e ha un’impronta molto chiara. Dobbiamo fare tante cose, ma dobbiamo farle in cinque anni. Non ci deve essere l’ansia da prestazione di fare “tutto e subito”, ma dobbiamo essere bravi e pianificare e programmare e mi sembra siamo partiti con il piede giusto".

Ha già parlato con Giorgia Meloni? C’è sintonia?

"La conosco, la stimo e l’apprezzo. La sua è una bella storia politica, di una donna, che con impegno e sacrificio è riuscita ad arrivare a Palazzo Chigi. Ma credo che la colonna portante di questo Governo sarà la Lega. Con i nostri ministri possiamo portare preparazione, competenza, esperienza e senso del Governo. Aggiungiamo anche attenzione ai territori, alle municipalità e ai Comuni".

Questa sintonia tra partiti verrà portata anche nel Comasco? Troverete finalmente un accordo tra Lega e Fratelli d’Italia per esempio a Cantù?

"Credo che l’elemento caratterizzante di questo Governo debba essere la coesione politica. Non possiamo dividerci o litigare perché gli elettori del centrodestra vogliono un Governo forte e coeso, che abbia condivisione dei problemi e della capacità di risolverli. Il centrodestra unito è un’opportunità per il Paese ma anche per i territori. A livello locale non abbiamo un problema con Fratelli d’Italia, io parlo spesso con esponenti di questo partito, con cui sono amico da tempo. Ci sono secondo me solo sensibilità personali differenti che per il bene di Cantù devono essere superate. Cantù è una grande città e l’Amministrazione sta affrontando bene i problemi. Serve senso di responsabilità per il bene della città. Prima viene Cantù e poi vengono le logiche politiche".

All’interno della Lega, invece, sono rientrati i "mal di pancia" e le divisioni nate intorno alla leadership di Matteo Salvini?

"Sono state narrazioni giornalistiche. Sono anni che tentano di rappresentare una Lega spaccata. In realtà siamo un partito solido e territoriale, con una grande base e militanti straordinari, che ringrazio per tutto quello che ogni giorno fanno per il bene del partito. Anche la leadership è riconosciuta e consolidata. Io ho difeso, difendo e continuerò a difendere l’azione di Salvini perché ha fatto bene per la Lega e per il Paese. Oggi torna come vicepremier e ministro, quindi con un ruolo centrale. Per questo vedo una Lega in ripresa, molto radicata, con sindaci e amministratori bravi. La Lega è garanzia di buon governo per il Paese".

E intanto Como "alza la voce": un ministro e due sottosegretari...

"La Lega non ha mai tradito il territorio comasco in termini di rappresentatività. Non abbiamo mai candidato paracadutati, c’è sempre stata una forte sinergia tra politica e territorio. Quindi il comasco merita attenzioni e credo che le avrà".

Ora c’è attesa per un altro appuntamento politico fondamentale: le elezioni regionali. Come ci arriva la Lega?

«Credo sia una partita fondamentale. Attilio Fontana ha fatto benissimo in un momento drammatico. La capacità organizzativa della campagna vaccinale è stata eccellente e Regione Lombardia è diventata modello di gestione di un fenomeno così complesso».

Come vede la "grana" Letizia Moratti appena scoppiata?

«Guardava dall’altra parte già da qualche tempo. Criticare l’operato della Giunta di cui ha fatto parte fino all’altroieri credo sia stata una caduta di stile poco carina. In compenso la nomina di Guido Bertolaso è di altissimo profilo, perché è un grande servitore dello Stato e dove ha operato ha sempre fatto molto bene. Da qui alla campagna elettorale bisogna lavorare per confermare il buon governo del centrodestra e della Lega in Regione. Tra l’altro nel Comasco abbiamo dei consiglieri molto bravi: spendo una parola per Alessandro Fermi, Fabrizio Turba e Gigliola Spelzini, che in questi anni hanno lavorato tanto e bene per assecondare i bisogni del territorio comasco».

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