l'affondo

Nidi di Como, interminabili liste d'attesa. Civitas insorge: "Il Comune vuole la demolizione di questo servizio"

Con il rapporto un educatrice - cinque bambini restano impossibilitati ad accedere al servizio 154 bimbi.

Nidi di Como, interminabili liste d'attesa. Civitas insorge: "Il Comune vuole la demolizione di questo servizio"
Pubblicato:

L'annuncio dell'assessore alle Politiche Educative Alessandra Bonduri di un allungamento delle liste d'attesa dei nidi di Como, con 154 bimbi che non possono godere del servizio, ha acceso gli animi politici.

Nidi di Como: 154 bimbi restano fuori con il rapporto Covid

"Dopo quattro mesi dall’avvio della pandemia Voi e non altri, avete tutta la responsabilità di questa situazione per le decisioni rimandate e per gli interventi che, come ci viene confermato, non sono nemmeno all’orizzonte - esordisce la lista di minoranza Civitas, di cui è rappresentante in consiglio comunale Bruno Magatti - Ci facciamo interpreti del disappunto e della rabbia di tutti coloro ai quali state dicendo che non potranno disporre di un servizio assolutamente prioritario per il sostegno alla genitorialità e alla prima infanzia e che si sentono dire 'aspetta' o addirittura 'arrangiati!', ma anche di chi lavora con passione e competenza e da anni 'grida', inascoltato, alla vostra calcolata indifferenza".

La nota stampa prosegue duramente nei confronti della giunta del sindaco Mario Landriscina: "Sappiate che nessuna 'scusa accampata' può minimizzare la responsabilità vostra per il danno gravissimo che questa situazione mette sulla pelle di chi ha bimbi piccoli e lavora, in un Paese già poco attento alla maternità e alla sua compatibilità con il lavoro. La responsabilità va, per intero, all’assessora attuale e all’amministrazione di cui fa parte dall’inizio, essendo stata candidata ed eletta consigliere comunale nelle liste della Lega".

"Il Documento Unico di Programmazione presentato dalla Giunta e approvato pochi mesi fa afferma che ' Le strutture scolastiche sono occupate al 75% circa della loro capienza' - aggiungono dal gruppo di minoranza - Era la premessa dell’avvio di 'un progetto di razionalizzazione dell’uso degli edifici scolastici' con l’intento dichiarato 'di accorpamento di strutture, con conseguente riduzione dei costi di gestione'. Dopo il “Covid-19” le priorità si sono però ribaltate!".

La nota entra nei dettagli tecnici: "L’articolo 7 ter della Legge 41 del 6 giugno 2020 (Conversione del Decreto Legge 22 dell’8 aprile 2020, il cosiddetto Decreto Scuola), in conseguenza alla necessità di effettuare con urgenza gli interventi sugli edifici scolastici (anche in vista della prossima riapertura), ha assegnato ai Sindaci poteri commissariali, che può addirittura derogare al Codice dei Contratti. Per giunta, dopo le dimissioni dell’assessore Bella, i Lavori Pubblici fanno capo al sindaco stesso. Qualora fossero poi vere le voci, mai smentite, di un imminente addio del dirigente di quel settore, ci chiediamo che cosa ci dobbiamo aspettare".

"Sulle competenze dell’assessora Bonduri non ci sono, invece, ambiguità: non ha preteso che gli uffici procedessero con le 'selezioni' di personale (che le Direttrici dei nidi chiedono da tre anni), pur sapendo perfettamente che la mancata sostituzione dei pensionamenti avrebbe messo in ginocchio il servizio. Senza sconti attribuiamo a Lei la responsabilità di avere accreditato e fatta propria la linea di pensiero che vuole la demolizione del servizio comunale - aggiunge Civitas - Sappia l’assessora che la volontà della cittadinanza è altra: oggi, più ancora che in altri momenti, il dibattito pubblico ha metabolizzato il valore e l’irrinunciabilità di un servizio essenziale per il sostegno della natalità e del lavoro femminile, e per la cura della prima infanzia".

Quindi il gruppo conclude: "La pochezza di questa politica si declina, ancora una volta, nell’incapacità di progettare, nella povertà della cultura sociale che esprime, nell’incompetenza nel gestire i problemi complessi. Questa amministrazione, incapace di assolvere al proprio compito, non è in grado di trovare risposte di qualità ai bisogni dei cittadini comaschi generandone essa stessa, paradossalmente, di nuovi. Così non si può andare avanti. Fermatevi! Chi verrà dopo sarà chiamato a ricostruire su macerie!".

Seguici sui nostri canali