Reddito di Cittadinanza, la Regione chiede al Governo di fare chiarezza

Astuti (Pd): "Lo Stato spenderà su questa misura oltre sette miliardi di euro, vorremmo che fossero spesi bene, anche se lo strumento non ci piace"

Reddito di Cittadinanza, la Regione chiede al Governo di fare chiarezza
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Il Consiglio regionale ha approvato oggi all’unanimità una mozione del Partito Democratico, a prima firma dei consiglieri Samuele Astuti e Carmela Rozza che chiede al Governo di fare chiarezza su alcuni punti problematici del reddito di cittadinanza.

Reddito di Cittadinanza, tutti col Pd per chiedere chiarezza

Unanimità dal consiglio per chiedere al Governo di chiarire i tanti, forse troppi, punti “oscuri” del Reddito di Cittadinanza che dovrebbe partire a maggio. Approvata quindi coi voti di tutto l’emiciclo regionale (dal Pd, che l’ha proposta, a Lega e Movimento 5 Stelle che il Reddito di Cittadinanza lo hanno approvato e scritto a Roma) una mozione che impegna l’assessore e la Giunta regionale a definire i seguenti punti col Governo in sede di Conferenza Stato Regioni:

  • definire il ruolo ed il profilo professionale dei navigator, oltre al futuro degli stessi allo scadere del contratto di collaborazione stipulato con Anpal Servizi;
  • garantire il potenziamento del personale e delle dotazioni dei Centri per l’Impiego, sostenere la formazione ed il potenziamento del personale dei Comuni;
  • identificare con chiarezza le categorie di beneficiari che dovranno sottoscrivere il Patto per il lavoro rispetto a quelli che dovranno sottoscrivere il Patto per l’inclusione, al fine di creare una rete territoriale in grado di rispondere ai bisogni in maniera adeguata e integrata nel raccordo tra i CPI ed i Servizi Sociali dei Comuni;
  • approvare le necessarie deroghe normative per permettere alle amministrazioni locali di procedere alle assunzioni per garantire il funzionamento del reddito di cittadinanza;
  • garantire la comunicazione tra i diversi portali dei vari enti coinvolti nell’iter del reddito di cittadinanza;
  • adeguare gli strumenti di politica attiva regionale (Dote Unica Lavoro) per i percettori di Naspi, alla luce della sospensione dell’assegno di ricollocazione per questa categoria;
  • verificare gli impatti del Reddito di Cittadinanza sulle prestazioni sociali agevolate erogate dalla Regione o dagli Enti Locali su disposizione regionale per valutare da subito le necessarie modifiche dovute alle mutate situazioni reddituali di una parte della popolazione, e a riferire alle Commissioni competenti.

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Troppi nodi non risolti

“È significativo che tutto il consiglio regionale della Lombardia, cinquestelle compresi, chieda al Governo di fare chiarezza sui problemi non risolti del Reddito di cittadinanza – spiega il consigliere Pd Samuele Astuti -. Lo Stato spenderà su questa misura oltre sette miliardi di euro, vorremmo che fossero spesi bene, anche se lo strumento non ci piace. Non sappiamo ancora che ruolo avranno davvero i navigator, perché questo Governo ha reintrodotto i Co.Co.Co di Stato, alla faccia del Decreto Dignità, ma soprattutto c’è il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, e senza nuovi addetti soprattutto i comuni e i centri per l’impiego rischiano di non farcela a fare fronte alle richieste. Poi c’è il problema irrisolto dell’Isee: chi avrà il reddito di cittadinanza pagherà i servizi come il nido, la casa popolare, la mensa scolastica come chi ha lo stesso reddito ma da lavoro? Vorremmo evitare discriminazioni tra indigenti e lavoratori”. “Il Governo ha tagliato l’assegno di ricollocazione per i lavoratori in Naspi – aggiunge Astuti -, ciò significa che il reddito di cittadinanza è finanziato anche con quella dotazione economica che serviva ai lavoratori per pagare corsi di aggiornamento, riqualificazione e reinserimento al lavoro. Questa mozione vuole aiutare i lombardi che hanno necessità di trovare un nuovo lavoro”.

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