Sanità lariana, Orsenigo (PD): "Como porta i segni di un sistema sanitario che ha abbandonato i cittadini. Va rifondato"
"I problemi della sanità lariana sono gli stessi di sempre. Sono quelli generati da una medicina di territorio prima smantellata con la riforma promossa dall’allora Presidente Maroni e poi messi in piena luce dalla pandemia", ha aggiunto il consigliere.
“La provincia di Como porta tutti i segni di un sistema sanitario regionale che ha abbandonato i cittadini: 74 medici di base mancanti, mesi e mesi per una visita medica specialistica con il pubblico, pronti soccorso sovraffollati", comincia così l'analisi del consigliere regionale del Partito Democratico Angelo Orsenigo, originario di Figino Serenza, sulla sanità lariana.
Sanità lariana, Orsenigo (PD): "Como porta i segni di un sistema sanitario che ha abbandonato i cittadini. Va rifondato"
“Come se non bastasse, nonostante sia ormai passato un anno dall’approvazione della riforma in Consiglio regionale, delle numerose strutture promesse dalla Regione, solo due sono state attivate: la Casa di comunità in via Napoleona a Como e l’Ospedale di Comunità di Mariano Comense. Ne consegue che i problemi della sanità lariana sono gli stessi di sempre. Sono quelli generati da una medicina di territorio prima smantellata con la riforma promossa dall’allora Presidente Maroni e poi messi in piena luce dalla pandemia".
Lo ha detto a margine dell'evento "La nostra salute prima di tutto" sulla riforma della sanità regionale, tenutosi ieri sera, giovedì 27 ottobre, ad Albate.
“La problematica delle liste d’attesa è uno dei nodi più urgenti da risolvere a Como e in tutta la regione. I lombardi spendono due miliardi e mezzo di euro all'anno in media di spesa per visite mediche private: unica soluzione davanti alle liste d’attesa pubbliche infinite. Ritenere, come hanno fatto Fontana e Moratti, un successo 11 mila prestazioni fatte nelle ore serali o festive rispetto ai milioni erogate ogni anno è insulto per i cittadini” continua il consigliere comasco.
E ha poi continuato:
“Tra il cittadino e l’ospedale dovrebbe esserci una rete di presa in carico che sia più diffusa e capillare possibile, con quelle case di comunità e quegli ospedali di comunità richiesti dal Ministero della Salute e Agenas. Eppure, a oggi, le aperture di questi nuovi poli vanno a rilento. Spesso l’intervento si riduce a una mano di vernice e una nuova insegna su vecchi presidi. La sanità lombarda va rifondata alla base, con interventi strutturali. A oggi, è fatta di numeri e prestazioni ma ha dimenticato completamente la prevenzione, la cura, l’aspetto socio-sanitario dei bisogni dei cittadini” conclude Orsenigo.