L’evoluzione tecnologica permette terapie sempre più efficaci e mininvasive. Ne è un esempio il nuovo laser in dotazione all’Istituto Clinico Villa Aprica di Como per curare i calcoli alle vie urinarie, garantendo efficienza e accuratezza terapeutica con tempi di ripresa brevissimi. Ne abbiamo parlato con il dottor Antonello Paulesu, urologo e responsabile dell’Unità operativa di Urologia alla Clinica comasca.
Calcoli vie urinarie, cure efficaci grazie alla tecnologia
Cosa sono i calcoli alle vie urinarie e come si formano?
“I calcoli alle vie urinarie sono molto diffusi e sono causati da molti fattori: genetici, di cattiva alimentazione, di scarsa idratazione e anche per alterazioni anatomiche delle vie urinarie. Generalmente si crea una stasi di urina nei singoli distretti, nel rene come nella vescica: il ristagno provoca sedimenti che poi si aggregano in calcoli, per lo più noti come ‘sassolini’. Possono essere causati anche da problematiche endocrinologiche, ad esempio un iperparatiroidismo, generato da una alterazione delle paratiroidi – ghiandole vicine alla tiroide che producono il paratormone – alterando il metabolismo del calcio e quindi favorendo la formazione di calcoli. Un altro problema metabolico che favorisce la produzione di calcoli è l’acido urico alto nel sangue, iperuricemia, che provoca anche la gotta. Poi ci sono delle cause congenite, ad esempio bambini che hanno un problema di cistinuria, ma questi sono casi abbastanza rari”.
Quali sono i sintomi più comuni e quali problemi provocano i calcoli?
“I sintomi principali sono le coliche renali, generate dalla migrazione di un calcolo che si forma nel rene e si avvia verso il canalino stretto che va verso la vescica, l’uretere, facendo da ostacolo e ostruendo il flusso dell’urina, quindi, il rene si gonfia e si verifica la colica. Però, a questo sintomo, si possono aggiungere delle complicanze, come un’insufficienza renale acuta, piuttosto che infezioni, arrivando addirittura a delle setticemie”.
E come si risolve il problema?
“A volte i calcoli, se piccoli, possono essere espulsi in modo autonomo. Invece se troppo grandi rimangono bloccati e quindi bisogna intervenire. Ad esempio, con il nostro nuovo laser Litho Evo utilizziamo una procedura mininvasiva, per via endoscopica e che quindi non prevede tagli. In genere sono interventi che permettono una dimissione molto veloce”.

Come affrontate un caso di colica renale?
“Quando arriva un paziente con la colica renale lo visitiamo e con la tac senza mezzo di contrasto vediamo dove si trova il calcolo e quanto è grande. Possiamo sapere anche di che origine è, perché, se causati da acido urico, i calcoli possono essere sciolti con una terapia farmacologica che modifica l’acidità delle urine. In base al quadro clinico del paziente possiamo valutare delle terapie espulsive, utilizzando dei farmaci che possono agevolare il passaggio del calcolo”.
Ci sono altri sintomi?
“Il paziente può avere difficoltà a urinare, e questo potrebbe dipendere da un ristagno nella vescica, dovuto a un blocco dell’uretra, spesso nel maschio dovuto alla prostata oppure per un restringimento dell’uretra stessa. In questo caso il paziente deve essere operato con il laser ma bisogna anche disostruire il canale di uscita, intervenendo eventualmente sulla prostata che potrebbe bloccare il canale, sempre in modo mininvasivo per via endoscopica”.
Ma potremmo avere dei calcoli e non accorgercene?
“Si potrebbero non avere sintomi e senza esami di controllo non lo scopriremo. Ma i calcoli potrebbero crescere e causare problemi successivamente. Ci sono anche casi di calcoli nel rene che non provocano disturbi, non avendo generato ostruzioni dell’uretere”.
Come avviene l’intervento?
“Se interveniamo sull’uretere utilizziamo degli strumenti endoscopici molto sottili: entriamo dall’uretra, con un filo guida risalendo lungo l’uretere con strumenti ottici, per vedere direttamente l’interno e arrivare sul calcolo, e con la fibra laser lo polverizziamo o frantumiamo – procedura detta Litotrissia – così che possa essere espulso. Se necessario possiamo anche estrarre i frammenti con dei ‘cestelli’, ideati da un urologo lecchese, il dottor Enrico Dormia, che passano sempre attraverso gli endoscopi”.

E se il calcolo è nel rene?
“Per il rene usiamo sempre strumenti endoscopici, tra i più sottili al mondo, ma flessibili perché si adattano al percorso dell’uretere, e grazie a una punta orientabile possiamo ‘navigare’ nelle cavità del rene, così da trovare il calcolo che abbiamo già visto con la tac o la radioscopia. Il nostro laser permette di usare fibre molto sottili ma con una potenza sufficiente per frantumare qualsiasi calcolo”.
Un’evoluzione tecnologica molto importante.
“I laser hanno avuto una serie di sviluppi nel tempo e quello in nostra dotazione è la versione più evoluta. Ad esempio, il laser ha comunque un’azione percussiva, quindi c’è il rischio che il calcolo si sposti, ma questo nuovo laser permette di bloccare il calcolo e colpirlo senza farlo muovere. Un pregio dei laser di ultima generazione come quello che abbiamo qui a Villa Aprica”.
Come funziona in pratica il laser?
“Il laser utilizza come elemento l’olmio, perché genera una lunghezza d’onda efficace per intervenire sulla composizione dei calcoli e avere la massima resa, rispettando i tessuti circostanti, come la parete vescicale o l’uretere, quindi senza provocare danni. È una macchina pensata specificamente per i calcoli ma che permette anche di trattare tessuti molli, come neoplasie vescicali, dell’uretere e dei calici renali. Ma può essere usata anche all’esterno per eliminare formazioni della cute, essendo molto precisa nel trattare la lesione. In questo modo possiamo garantire interventi più veloci e più sicuri, con vantaggi per i pazienti e anche per gli operatori, potendo fare più operazioni”.

E dopo l’intervento?
“Mediamente basta una notte di ricovero e poi si viene dimessi. Si mette sempre un cateterino interno, molto sottile e morbido, che viene lasciato per qualche giorno in base alla situazione del paziente, per mettere a riposo i tessuti disturbati dal calcolo. Poi ovviamente ci sono dei controlli, con visita medica ed ecografia”.
Come possiamo evitare il ripresentarsi di calcoli?
“Diamo sempre delle indicazioni perché i calcoli non si ripresentino. Comunque, bisogna verificarne le cause: se i calcoli sono dovuti all’acido urico sarà necessaria una dieta adeguata e anche dei farmaci, se invece ci sono problemi alle paratiroidi sarà necessario approfondire con lo specialista. Certamente contano le abitudini alimentari, spesso i pazienti sono in sovrappeso e bevono poco: ricordiamo che è necessario bere 30 millilitri di acqua per ogni chilo di peso corporeo tutti i giorni, questo nella stagione normale mentre quando fa caldo anche di più. Insomma, bisogna tenere conto di aggiustamenti nell’alimentazione che non sono scontati. E poi bisogna eventualmente individuare le problematiche anatomiche che possono aver causato il calcolo, ad esempio nel deflusso dell’urina, e queste andranno corrette chirurgicamente”.