Salute e benessere

Melanoma della pelle: stiamo attenti al sole e ai nostri nei

Il dottor Giovanni Fiorillo dell'Istituto Villa Aprica di Como spiega l’importanza della prevenzione per un tumore sempre più diffuso

Melanoma della pelle: stiamo attenti al sole e ai nostri nei

L’estate è ormai ufficialmente finita: in molti saremo andati al mare o in montagna per farci baciare dai raggi del sole. Ma proprio adesso conviene stare attenti agli effetti negativi che i raggi solari possono avere. Stiamo parlando del melanoma, uno dei tumori più diffusi, soprattutto tra i giovani, come spiega il dottor Giovanni Fiorillo, dermatologo all’Istituto Clinico Villa Aprica di Como.

“Per questo è molto importante la prevenzione: l’incidenza del melanoma sta aumentando in maniera significativa in tutto il mondo – sottolinea il dottor Fiorillo – Dati recenti riferiti all’Italia evidenziano come le diagnosi sarebbero più che raddoppiate negli ultimi 20 anni, passando da 6mila casi all’anno nel 2004 a circa 15mila. Un aumento dovuto a una scarsa attenzione alla prevenzione e quindi alla protezione dai raggi ultravioletti, ma anche al miglioramento delle tecniche di diagnosi, che permettono oggi di scoprire il tumore in fase precoce”.

Melanoma della pelle: stiamo attenti al sole e ai nostri nei

Dottore, facciamo un passo indietro: che cos’è il melanoma?

“Il melanoma è un tumore maligno che nasce dai melanociti, le cellule che producono la melanina, il pigmento naturale che ci protegge dai raggi UV, e può originare nella pelle oppure – raramente – in altri tessuti extracutanei, come le mucose (bocca, canale anale, genitali, ecc.), gli occhi e le meningi”.

Come ce ne possiamo accorgere, quali i sintomi?

“Nella maggior parte dei casi, riconosciamo un melanoma perché è un neo di nuova insorgenza o preesistente che cambia aspetto nel tempo, acquisendo le caratteristiche riassunte nella regola, molto importante anche per la prevenzione e l’autocontrollo, dell’ABCDE: un neo asimmetrico, con bordi irregolari, colori multipli, un diametro maggiore di 6 mm e che evolve nel tempo. Se si scopre una di queste caratteristiche in un neo è bene rivolgersi al dermatologo. Un altro segno che è utile conoscere è quello detto del ‘brutto anatroccolo’, soprattutto quando si è in presenza di tanti nei: è il caso di un neo che si distacca dagli altri per l’aspetto, perché generalmente un individuo presenta nei tutti simili tra loro, così se, ad esempio, abbiamo tutti nei chiari e uno è più scuro conviene farsi vedere”.

Il dottor Giovanni Fiorillo

Quali sono le cause di questa malattia? E quali sono le categorie più a rischio?

“Il melanoma deriva da un’alterata crescita dei melanociti e la causa più riconosciuta è l’esposizione ai raggi ultravioletti. In particolare, è l’esposizione solare intensa e intermittente quella più incriminata, quindi le ustioni solari ripetute, specialmente in giovane età. Basterebbero solo 5 ustioni tra i 15 e i 20 anni per aumentare il rischio dell’80%. Tra le categorie più a rischio abbiamo le persone con una maggiore sensibilità al sole, quindi che hanno difficoltà ad abbronzarsi, con una pigmentazione chiara, occhi chiari, capelli biondi o rossi e una tendenza alle lentiggini. Le altre categorie a rischio sono quelle con un elevato numero di nei o che hanno nei congeniti grandi e nei atipici, benigni ma che condividono alcune caratteristiche con il melanoma, come asimmetria e bordi irregolari. In ultimo, avere avuto un melanoma nella propria storia personale o nella propria famiglia: circa il 10% dei casi si verifica in un contesto familiare”.

Cosa possiamo fare? Quanto conta la prevenzione?

“Nel melanoma, come in molti tumori, è fondamentale la prevenzione, proprio come strumento salvavita. I soggetti a rischio dovrebbero eseguire una visita dermatologica una volta l’anno. E un altro pilastro della prevenzione è l’auto osservazione periodica: guardarsi utilizzando la regola dell’ABCDE e se si notano caratteristiche sospette andare dal dermatologo. Seguire poi le regole per la protezione solare: limitare l’esposizione nelle ore più calde, usare filtri con fattore di protezione almeno 30 e ad ampio spettro, e se necessario indossare indumenti protettivi, cappelli e occhiali da sole. Inoltre, è sconsigliato l’utilizzo di lampade abbronzanti”.

Ma quanto può essere pericoloso il melanoma?

“Una volta che il melanoma invade il derma e passa nella fase di crescita verticale, aumenta progressivamente il rischio di metastasi. Oggi per fortuna abbiamo terapie innovative, ma la possibilità di guarigione resta legata alla scoperta del tumore in fase precoce”.

Quindi come si cura oggi il melanoma?

“La cura è ancora la chirurgia, che avviene in due fasi: nella prima si esegue una biopsia escissionale, asportando l’intero neo sospetto a margini stretti, per confermare la diagnosi e determinare lo stadio con l’esame istologico. In base a questo, si esegue una seconda asportazione con margini più larghi, che dipendono dallo spessore del melanoma. Potrebbe anche essere necessaria una procedura detta ‘biopsia del linfonodo sentinella’, per essere ancora più accurati nella prognosi. Nella maggior parte dei casi, se il melanoma viene scoperto precocemente, questo approccio è già curativo, quindi, seguiranno solo visite di controllo ed eventuali esami strumentali”.

Come avviene l’intervento?

“In genere gli interventi avvengono ambulatorialmente, mentre il linfonodo sentinella richiede un ricovero in giornata. Poi, negli stadi precoci, si rende necessaria una visita dermatologica ogni 6-12 mesi con eventuali ecografie linfonodali e dell’area pericicatriziale per 5 anni. Questo è il follow-up più comune, mentre negli stadi più avanzati si richiedono controlli più ravvicinati e ulteriori esami, come ecografia dell’addome e tac per la verifica di potenziali metastasi. Dopo 5 anni senza la presenza di melanoma possiamo ritenere bassa la probabilità di recidiva, ma è sempre consigliata una visita di controllo all’anno, perché il rischio di sviluppare un altro melanoma non si esaurisce”.

E se non bastasse l’intervento?

“Nei casi più avanzati oggi vengono utilizzate terapie farmacologiche innovative, di due tipologie principali. Le immunoterapie stimolano il sistema immunitario a distruggere le cellule del melanoma, mentre la Targeted Therapy – terapia a bersaglio molecolare – utilizza farmaci che colpiscono direttamente le mutazioni specifiche del tumore. Queste possono avere un ruolo adiuvante alla chirurgia o essere impiegate nelle fasi metastatiche, migliorando significativamente la sopravvivenza in molti pazienti”.

Come seguite i pazienti a Villa Aprica?

“Qui a Villa Aprica eseguo le visite di screening per la verifica della presenza del melanoma e in caso di individuazione di un neo sospetto effettuo il primo intervento di escissione. Una volta confermato il melanoma la gestione passa a un chirurgo che esegue la seconda procedura di allargamento. In base allo stadio, il paziente può essere indirizzato a un centro esterno per la biopsia del linfonodo sentinella o per proseguire con le cure oncologiche oppure procedere con le visite di follow-up presso il nostro istituto. Quindi il paziente viene supportato e indirizzato in questo percorso di cura”.