Togliamo l’utero? No, grazie! La cura del prolasso nelle donne
Il dottor Luca Bordoni dell’Istituto Clinico Villa Aprica spiega l’innovativo approccio chirurgico per salvare l'organo femminile
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Nelle donne può manifestarsi il prolasso dell’utero. Come risolvere questo problema? È necessario per una donna sottoporsi a una isterectomia, cioè l’asportazione dell’utero? Per il dottor Luca Bordoni, responsabile dell’Unità funzionale di Proctologia e Patologie del Pavimento Pelvico presso l’Istituto Clinico Villa Aprica di Como, la risposta è no!
Prolasso femminile: togliamo l'utero? No!
Dottor Bordoni, partiamo col dire che cos’è il prolasso e quali sono le cause?
"Il prolasso è la discesa degli organi presenti nella pelvi e, nel caso della donna, quindi utero, vescica e retto, per il cedimento delle strutture di sostegno all’interno del pavimento pelvico, che è la parte inferiore dell’addome. Questo accade, soprattutto, nelle donne che hanno partorito o che hanno perso o preso molto peso: l’obesità, infatti, aumenta il rischio di prolasso perché il grasso addominale pesa sulle strutture contenute nella pelvi; di contro, anche importanti dimagrimenti possono indebolire le strutture di contenimento/sostegno e quindi causare la discesa degli organi pelvici. Altri fattori di rischio sono gli eccessivi sforzi prolungati nel tempo, sollevare pesi e stare tanto in piedi. L’utero è la struttura centrale nella pelvi oltre che la più grossa e pesante, quindi quando si sposta, abbassandosi, 'trascina' con sé gli organi con cui è in rapporto. Questo spiega perché il prolasso pelvico viene definitivo “tricompartimentale”: interessa contestualmente apparato urinario (vescica), apparato genitale (utero e vagina) e retto che rappresentano rispettivamente il comparto anteriore, medio e posteriore. Il prolasso è una condizione che interessa il 50% delle donne che ha partorito, quindi è molto frequente".
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Come si riconosce e quali sono i sintomi del prolasso?
"La diagnosi può essere fatta in base alla comparsa di disturbi quali, ad esempio, il senso di peso pelvi-perineale, difficoltà nella minzione, perdite di urina o dolore durante i rapporti sessuali. Oppure vengono avvertite, durante la toilette locale quotidiana, alterazioni fisiche caratterizzate da ingombro vaginale da parte dell’utero e/o della vescica (la classica 'pallina in vagina'). La donna spesso non individua bene il problema, riferisce senso di ingombro vaginale, difficoltà urinarie associate a difficoltà evacuativa: in questo caso, andranno corretti sia l’utero e la vescica che il retto. Queste problematiche non vanno incontro a una risoluzione spontanea: nel momento in cui c’è un prolasso di utero è impensabile che solo con medicine o ginnastica possa rientrare. Quindi bisogna farsi vedere subito, perché i livelli iniziali di queste situazioni possono essere affrontati anche senza la chirurgia".
Come si cura? È necessario un intervento chirurgico?
"No! Non necessariamente si arriva alla chirurgia: se affrontiamo il problema con una valutazione specialistica, alla comparsa dei primi disturbi, si può evitare la sala operatoria, ma se la diagnosi è tardiva, bisogna intervenire chirurgicamente per riposizionare e, comunque, non per togliere! Alla comparsa delle prime avvisaglie del problema, esistono oggi specifici trattamenti conservativi che vanno da semplici consigli 'informazionali' (cosa fare e cosa evitare) a trattamenti strumentali: a questo proposito a Villa Aprica abbiamo a disposizione macchinari di ultimissima generazione che permettono di recuperare tantissimo in questo senso. Il prolasso si manifesta, perlopiù, nel periodo legato alla menopausa della donna e questi strumenti vanno a stimolare delle sostanze che la donna ha naturalmente ma che col tempo ha perso; laddove queste sostanze di sostegno sono eccessivamente ridotte le macchine sono in grado di fornirle in modo totalmente mininvasivo. Ma quando il prolasso è completo, tutto ciò non basta e si rende necessario l’intervento chirurgico".
Allora diventa necessario togliere completamente l’utero?
"L’approccio più frequentemente proposto è di togliere definitivamente l’utero, anche se sano ma se non è malato possiamo rimetterlo al suo posto! L’utero fa da baricentro pelvico: è a metà strada tra il comparto anteriore della vescica e quello posteriore del retto, quindi è deputato al mantenimento dell’equilibrio pelvico. Se togliamo l’utero, si creano altri problemi, perché il vuoto lasciato dalla rimozione dell’utero viene riempito dagli altri organi peggiorando la situazione. Oltre a questo, si possono avere effetti psicologici (la donna si sente 'privata' della sua femminilità). Inoltre, denervando la vagina si possono avere conseguenze nella sfera sessuale. Quindi togliere l’utero sano, solo 'sposizionato', è inutile se non addirittura dannoso".
E quindi come si interviene?
"La chirurgia che oggi utilizziamo si avvale di tecniche mininvasive e innovative condotte per via laparoscopica, ricoveri molto brevi e impatto chirurgico molto basso. L’intervento di chiama Pops (Pelvic Organs Prolapse Suspension), che permette di trattare contemporaneamente il prolasso della vescica, dell’utero, della vagina e del retto con l’ausilio di protesi, piccole retine, che aiutano a sostenere e mantenere gli organi pelvici nella loro sede naturale. L’operazione avviene in anestesia generale con due giorni di ricovero, poi si torna a casa a riposo, con un controllo dopo due o tre settimane per verificare che le ferite siano guarite. Ovviamente è necessario un periodo di uno o due mesi in cui la donna deve stare a riposo, per dare modo a queste protesi di assicurarsi completamente agli organi “riposizionati” e ai muscoli a cui viene fissata".
E si può tornare a una vita normale?
"Se il post operatorio è trascorso bene si può tornare a una vita normale. La donna mantiene il proprio utero e, nel giro di qualche mese, torna a fare ogni tipo di attività. Se il ginecologo conferma che l’utero è sano non c’è nessun motivo per rimuoverlo. In questo modo, le funzioni urinarie e intestinali tornano nella normalità. Nelle donne a cui, per vari motivi, è stato asportato l’utero potrebbero prolassare la vagina con la vescica (e magari anche il retto); anche in questo caso, l’intervento di Pops funziona benissimo. Il nostro messaggio è che le donne non devono farsi togliere l’utero solo perché in posizione sbagliata, oggi non è più necessario ricorrere a un intervento così invasivo e mutilante".
Istituto Clinico Villa Aprica
L'Istituto Clinico Villa Aprica è un centro di eccellenza, dotato delle più moderne tecnologie e con elevati standard di qualità e sicurezza al servizio dell'utenza.
L'Unità funzionale di Proctologia e Patologia del Pavimento pelvico dell’Istituto Clinico Villa Aprica, diretta dal dottor Luca Bordoni, si occupa dello studio e del trattamento di patologie che interessano il colon, il retto, l’ano e il pavimento pelvico. Tra queste: malattia emorroidaria, ragadi anali, condilomi, fistole perianali, Sinus Pilonidalis, stipsi/stitichezza, prolasso rettale, prolasso vescicale, prolasso vaginale, prolasso di utero. All’interno dell’Unità vengono eseguite visite specialistiche, esami di diagnostica per immagini, interventi in day hospital, ambulatoriali e in regime di ricovero.
Per informazioni: tel. 031.579411