L'iniziativa

I ragazzi del Melotti e Asvap 6 portano l'arte negli studi medici

Il progetto si intitola "Per un’arte che si prende cura"

I ragazzi del Melotti e Asvap 6 portano l'arte negli studi medici
Pubblicato:

Opere d’arte nelle sale di attesa degli studi medici per migliorare l’esperienza e trasmettere emozioni positive: è quello che si prefigge «Per un’arte che si prende cura».

L'arte negli studi medici

Il progetto vede la collaborazione tra il liceo artistico «Fausto Melotti» di Cantù e Asvap 6, un’associazione di volontariato che si occupa di disagio psichico e dà supporto ai familiari delle persone malate. «Il progetto ci è stato proposto dalla dottoressa Antonella Mundo, che ha già collaborato con il nostro liceo con progetti di arteterapia», spiega Anna Proserpio, la dirigente della scuola. Per un’arte che si prende cura di sé ha coinvolto 3 classi, la 4F, la 5C e la 5L di Lomazzo con le docenti Marinella Conti, Anna Panzeri, Sofia Crippa, Monica Guzzetti e Carlotta Mansi.

I ragazzi hanno realizzato delle opere che verranno esposte, in alcuni ambulatori medici di Cantù, Como, Inverigo, Rovello Porro e al Consultorio Icarus di Como: «Gli elaborati pittorici dei ragazzi verranno esposti nei diversi studi medici. Assieme all’opera verrà esposto anche un qr code nel quale sarà la voce dell’autore dell’elaborato a spiegare qual è il messaggio del proprio lavoro», sempre Proserpio.
Chi si troverà nella sala di attesa dei medici potrà quindi usufruire della presenza delle opere: «Abbiamo chiesto ai ragazzi di non produrre opere che esprimessero paura o disperazione, ma che potessero, al contrario, stimolare sensazioni di speranza, gioia, serenità e tranquillità in quello che per una persona è un momento di bisogno», conclude la dirigente.

"Importante lavorare coi giovani"

«Oggigiorno è importante lavorare con i giovani e abbiamo quindi deciso di collaborare con i ragazzi e le ragazze del Melotti per questo progetto – conferma Giusy Valaderio, presidente Asvap 6 – Nelle sale di attesa le persone provano ansia, angoscia, tristezza: abbiamo quindi pensato di esporre delle opere che riattivassero nelle persone in attesa emozioni arricchenti come gioia e serenità in modo da migliorare l’esperienza medica».

Sono circa una sessantina i lavori: «Verranno esposti a rotazione nei vari studi che hanno aderito all’iniziativa. Un aspetto da sottolineare è la rilevanza che ha la spiegazione delle opere fatta dagli stessi ragazzi. Non è facile per i giovani esprimere i sentimenti attraverso le parole, spesso si esprimono in agito, positivo o negativo. La parola secondo noi è qualcosa che valorizza maggiormente il vissuto, le emozioni e l’intento di ogni autore. Attraverso il qr code molte persone sentiranno la loro voce, quindi sono stati molto bravi e hanno avuto il coraggio di esporsi e a loro va il nostro ringraziamento», conclude Valaderio.

Seguici sui nostri canali