L'intervista

Da Dongo a Netflix: Filippo Scotti e il suo Spirto di "Luna Nera"

Il giovanissimo attore ci ha raccontato l'inizio della sua carriera, il legame con il Lago di Como e i progetti futuri.

Da Dongo a Netflix: Filippo Scotti e il suo Spirto di "Luna Nera"
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"Non la definirei una passione; piuttosto qualcosa che sentivo di avere dentro e che dovevo solo far emergere". Così, Filippo Scotti, giovanissimo attore - protagonista della nuova serie TV  "Luna Nera" in onda dal 31 gennaio 2020 su Netflix - definisce la sua carriera di attore. Una carriera che ha inizio a Dongo, in famiglia, quasi 21 anni fa. Oggi si racconta a 360 gradi.

Da Dongo a Netflix: Filippo Scotti si racconta

Filippo Scotti nasce a Gravedona il 22 dicembre 1999 e trascorre i suoi primi quattro anni di vita a Dongo. Per sua stessa ammissione "é stata mia sorella ad aver vissuto di più a Dongo ma ho dei bellissimi ricordi del lago; quando a Napoli arriva il freddo mi viene subito in mente il freddo del lago. C'è sicuramente un legame molto forte anche se praticamente sono napoletano".

Insieme alla sua famiglia, infatti si trasferisce prima vicino a Pozzuoli e poi a Napoli ed è qui che ha iniziato a maturare il pensiero di fare l'attore, un "giocare, nulla di più; poi lentamente ho realizzato che era qualcosa di più forte. Non la definirei una passione; piuttosto qualcosa che sentivo di avere dentro e che dovevo solo far emergere".

Corso dopo corso, si è addentrato sempre più nel mondo del teatro; nel 2017 il primo spettacolo al Teatro Bellini di Napoli, scritturato proprio dal direttore. Grazie a questa esperienza ha capito come far emergere questa sua dote, e da lì è iniziata la sua ascesa fino al gigante Netflix.

Quale è il tuo primo ricordo sul palcoscenico?

Il primissimo ricordo risale alle elementari; interpretavo un cavaliere con la "erre" moscia. Mi ricordo che mi comportavo molto seriamente sul palcoscenico, nonostante avessi solo 9 anni.

Dal Teatro sei arrivato alla TV e a Netflix. Come è stata l'esperienza del piccolo schermo?

Il primo impatto è stato un po' traumatico; nel giro di pochissimo tempo sono stato catapultato in un mondo estraneo, con persone che entrano nella tua vita e ti dicono cosa fare, mille informazioni da memorizzare. Ad oggi ti confesso che è stata un'esperienza bellissima e arricchente. Ho imparato ad andare a cavallo e a combattere; ho legato con tutti gli altri attori e ho capito che sul set è tutto diverso rispetto al teatro, per orari, tempi di attesa e modo di agire.

Dopo l'uscita della serie, Luna Nera, che ti vede protagonista, ti sei rivisto?

Ho visto quattro volte la serie e una trentina di volte solo le mie scene; non solo per vedermi - anche se ovviamente ho cercato il mio nome su Google (ride, ndr) - ma per capire in cosa potevo migliorare; mi sono confrontato anche con Adalgisa Manfrida, una eccezionale Persepolis, per avere consigli.

Nella serie TV interpreti Spirto, quanto c'è di Filippo in questo personaggio?

Spirto è molto vicino a me; in lui rivedo il Filippo di qualche anno fa, magari non con lo stesso coraggio ed estrema sofferenza che Spirto ha vissuto.

Ci sono altri progetti in futuro?

Per il momento vivo la vita normale dell'attore: mi divido tra lo studio - sono iscritto a Lettere moderne - e i provini. In futuro sogno Parigi; spero di poter  iniziare un percorso lì visto che la città mi dà belle vibrazioni e sensazioni.

Hai un modello di riferimento, una figura che ti ha ispirato? 

Questa è un domanda difficile (ride, ndr); ho iniziato ad avere questo interesse grazie a mio padre, che mi ha fatto vedere da piccolissimo - al posto degli "Incredibili" - "La finestra sul cortile" di Alfred Hitchcock; per tutta la durata del film sono rimasto incollato allo schermo, colpito da come da una sola ambientazione potessero nascere così tante sensazioni nello spettatore. Ho iniziato il cinema proprio grazie a quel film e ad Alfred Hitchcock. Poi c'è stato Kubrick; insomma i primi film che mio padre mi faceva vedere. Mi ricordo il suo primo insegnamento: bisogna saper capire e leggere i film, non fermarsi all'apparenza.

Cosa sceglieresti tra teatro e cinema?

Di getto ti dico cinema, ma semplicemente per capirne di più; la recitazione al cinema è qualcosa di totalmente diverso da quella teatrale.

Infine, che consiglio daresti ai giovanissimi che come te desiderano iniziare questa carriera?

Per la verità sono io il primo ad aver bisogno di consigli. Mi sento di consigliare di non perdersi troppo in pensieri e paure ma fare e anche osare. Può essere un rischio: può andare subito bene oppure no, ma è proprio dagli errori che si impara e si cresce. Bisogna certamente studiare e formarsi, ma cercare di agire.

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