Pallacanestro

Basket Cantù con il fuoco negli occhi al PalaDesio: si va a Gara 5

I biancoblù vincono la seconda partita consecutiva della serie.

Basket Cantù con il fuoco negli occhi al PalaDesio: si va a Gara 5
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Acqua San Bernardo Cantù-Givova Scafati 77-68.

Gara 5 doveva essere e Gara 5 sarà

I biancoblù hanno vinto la seconda partita consecutiva della serie, ribaltando, di fatto, lo zero a due iniziale conquistato da Scafati. La finale del Tabellone Argento di A2, dunque, si deciderà in terra campana, al PalaMangano; quinto e ultimo confronto in programma martedì, 14 giugno. Alla squadra vincitrice la promozione in Serie A.

La cronaca

Alla palla a due grandi cambiamenti nei quintetti da ambo le parti: Cantù parte con Vitali, Allen, Severini, capitan Da Ros e Bayehe; in sostanza, Vitali dal primo minuto al posto di Bucarelli e non Bryant. Dovendo convivere con gli acciacchi di Clarke e Daniel, gli ospiti schierano da titolari le novità Cournooh e De Laurentiis; i due completano lo starting five gialloblù assieme a Monaldi, Ikangi e Cucci.

A metà della prima frazione è Scafati a condurre il gioco, avanti 6 a 2 in un avvio un po’ teso per questioni di nervi e complicato dal punto di vista produttivo. Un gran bel gioco da tre punti di Da Ros, completato dalla lunetta dopo un fallo subito, riequilibra le cose in men che non si dica. Nuovo tentativo di allungo scafatese grazie a due triple consecutive del veterano Monaldi, che proietta la squadra ospite sul “doppiaggio”; 7-14 a tre dalla fine. Ad accorciare le distanze ci pensa un Nikolic sempre più in forma smagliante; 14-18 al 10’.

Pronti, via: i campani vanno avanti di tre possessi ma, ancora una volta, è Nikolic a dare fiducia all’attacco canturino. Tuttavia, la contro risposta gialloblù è immediata: ancora Cournooh caldissimo, un classico degli ex. Una super giocata di Bryant, però, dona linfa a tutta la squadra e ai tifosi sugli spalti; Cantù torna a un solo possesso dai campani. 21-24 al 14’. Scafati è lesta a tornare avanti di tre possessi anche se, tre, sono anche i falli spesi da Ikangi, prontamente richiamato in panchina da coach Rossi. Un Bryant e un Da Ros indemoniati spianano la strada alla rimonta brianzola, con i padroni di casa avanti meritatamente al 20’. 33-31 all’intervallo lungo.

Il secondo tempo si apre con un PalaDesio vestito a bolgia: tre azioni consecutive sbattono Scafati alle corde, sotto per la prima volta di otto punti. Allen, Bayehe e Da Ros, in sequenza, permettono alla S.Bernardo di allungare con grande impeto. Al rientro in campo dopo la breve pausa Cantù continua a macinare punti con un pimpante Bayehe, nonostante l’ennesimo guizzo di Cournooh. Doccia gelata in casa Acqua S.Bernardo: Severini richiamato in panchina per via del suo quarto fallo personale con 16’ ancora da giocare. Al 26’ ci pensa Stefanelli a innescare l’effetto “Pianella”, con una tripla che consegna a Cantù i dodici punti di vantaggio. 51-39. La distanza tra le due squadre si fa ancor più corposa, con Bryant autore di un canestro pazzesco che lancia i biancoblù avanti di quindici. Al 30’ i padroni di casa sono avanti 60-49.

Il quarto e ultimo periodo vede i brianzoli scappare nuovamente sul +12; 64-52 al 32’. Due minuti più tardi Bucarelli ha tra le mani la tripla del potenziale +14 ma il ferro sputa fuori un pallone che sembrava già dentro; nel frattempo gli ospiti hanno l’occasione di ritornare a tre possessi da Cantù dopo diversi minuti. De Laurentiis dall’angolo accorcia: al 35’ campani a -6. Succede di tutto: altri tre punti scafatesi con Cucci e squadre adesso divise da un solo possesso. 66-63 a quattro minuti dalla conclusione. Cantù ribalta in un amen la situazione, tornando avanti di nove e tirando un sospiro di sollievo. A un minuto dalla fine Allen si inventa la giocata della partita, un canestro impressionante, per difficoltà di esecuzione. 74-66 al 39’, titoli di coda in arrivo. Finisce 77 a 68. Decisivo Bayehe con una “doppia doppia” da 16 punti e 12 rimbalzi; da menzionare anche gli 8 assist a referto di Vitali.

L'analisi di coach Marco Sodini dopo Gara 4

Cantù pareggia la serie finale con Scafati; due a due, si va a Gara 5. Così coach Marco Sodini al termine della partita: "Che questa non sarebbe stata una partita bella ve lo potevo mettere per iscritto. Devo dire che abbiamo fatto una fatica incredibile, specialmente nel primo tempo, a tenere gli uno contro uno, cosa che non era mai successa. Nemmeno nelle due partite giocate a Scafati, avevamo preso delle
penetrazioni dritte come ci è successo stasera, soprattutto a cavallo tra la fine del 1° quarto e l’inizio del 2° quarto. Dopodiché, siamo stati, secondo me, poco bravi a chiuderla nel 3° quarto quando, per cinque possessi consecutivi, abbiamo regalato falli e tiri liberi gratuiti quando già eravamo in bonus. Altrimenti la partita doveva essere chiusa prima. Detto questo, sapete che sono obiettivo e devo dire che ci hanno fatto penare anche oggi con un americano fuori e uno che ha giocato sei minuti. Loro sono bravissimi. Noi dobbiamo sapere che abbiamo fatto esattamente quello che volevamo fare, però dobbiamo essere altrettanto consapevoli come squadra se vogliamo ambire a quella che sarebbe un’impresa eccezionale. Laggiù è un campo che da 29 partite non viene mai violato e loro ci stanno picchiando senza mollare di un centimetro. Avremo, dunque, bisogno di avere la miglior pallacanestro che possiamo produrre. Come l’ambiente nostro, in Gara 3 e Gara 4, è stato assolutamente determinante, noi dovremo essere bravi, ma anche consapevoli, di quello che andiamo ad incontrare perché, nelle prime due partite, in quel contesto lì, non siamo stati in grado di competere. Dobbiamo, quindi, certamente avere la consapevolezza di quello che succede. Noi siamo stati bravi perché, partita vita o morte, l’abbiamo vinta e, ancora, partita vita o morta, l’abbiamo di nuovo vinta.
Siamo arrivati a Gara 5, l’ultima partita dell’anno: l’ultima volta che ci siamo visti vi ho detto che dovevamo dimenticare immediatamente Gara 3, adesso, invece, vi dico che dobbiamo assolutamente ricordare tutte le cose che funzionano contro di loro e ricordare, ancor di più, quelle che invece non funzionano. Queste ultime le dobbiamo escludere il più possibile da una partita che sarà ancora più difficile di questa. Noi dobbiamo andare a fare un’impresa per vincere in casa loro, un’impresa che nessuno ha mai fatto. Mi sento che lo possiamo fare? Sì. Però, lo ribadisco, dobbiamo andare consapevoli che è una impresa. Se pensiamo di andar lì e che possiamo giocare “easy” e permetterci di concedere falli in bonus, lasciar prendere rimbalzi in attacco, far prendere rimbalzi da tiro libero, bene, per vincere quella partita lì, non possiamo permettercelo. Martedì non vincerà la squadra che giocherà meglio, vincerà la squadra che farà meno errori e, noi, non possiamo fare l’errore capitale di non sapere che andiamo in un posto che è l’inferno, sportivamente parlando. C’era un carro del Carnevale di Viareggio intitolato “Si va a morire e poi si torna”, noi cercheremo di tornare".

 

 

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