La storia

Briantea84: ancora una volta ha vinto l’inclusione

La squadra di pallacanestro iscritta al Csi con una squadra di giocatori normodotati e con disabilità ha raggiunto una storica qualificazione alla "Champions Cup"

Briantea84: ancora una volta ha vinto l’inclusione
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Si potranno vincere dieci scudetti, come successo alla squadra di basket in carrozzina della Briantea84. Si potranno registrare record italiani di categoria, come succede spesso ai giovani talenti del nuoto. Ma a volte anche i piccoli traguardi possono scrivere una pagina di storia e la la squadra di pallacanestro della Briantea iscritta al Csi ne è un chiaro esempio.

Un progetto ambizioso, nato una cinquina di anni fa e che porta alla massima espressione il concetto di inclusività. Infatti la squadra della Briantea84 iscritta al campionato Csi ha una particolarità: nello stesso roster sono presenti giocatori normodotati e giocatori con disabilità che partecipano insieme a un campionato che però non presenta un regolamento adattato. Quindi, i ragazzi con disabilità scendono in campo, giocano, faticano e segnano come tutti gli altri.

La stagione

Tuttavia, nonostante la squadra sia nata con l’obiettivo di fare integrazione e far divertire i ragazzi, nella fase invernale è riuscita a portare a casa 11 vittorie e 5 sconfitte che le sono valse il terzo posto in classifica. Una posizione che normalmente non sarebbe valsa la qualificazione alla "Champions Cup", ma che grazie al rifiuto di partecipare del Rescaldina, che per onor di cronaca ha fatto registrare lo stesso numero di vittorie e sconfitte della Briantea, ha permesso alla squadra canturina di raggiungere un traguardo storico. Un risultato, seppur minimo, che arriva per la prima volta dalla fondazione della squadra.

Le parole di Elena Colombo

"È un passaggio di turno storico - ha detto con gioia Elena Colombo, vicepresidente di Briantea84 e responsabile del settore Pallacanestro, nonché madre del progetto - Un risultato che non nasce dalla volontà di avere come priorità la vittoria, ma che è arrivato dopo un grande lavoro e una grande programmazione. Gli anni scorsi non avevamo questo rendimento: nei primi anni quando arrivavamo sul campo le squadre avversarie si rendevano conto che c'erano dei ragazzi con disabilità e avevano un occhio di riguardo.

Poi abbiamo iniziato a vincere qualche partita e non è stato più così. Ora si impegnano e vogliono vincere come contro qualsiasi altra squadra. Questo è lo sport. Questa è inclusione totale".

Un progetto lodevole e che ha preso piede attirando su di sé l’attenzione di tanti ragazzi che hanno deciso di sposare un gioco per divertire e aiutare piuttosto che quello della normale competizione.

"Tanti ragazzi normodotati sono arrivati qui per il progetto, sapendo che non si viene qui per vincere ma per fare una bella esperienza e per fare del bene - ha continuato Colombo - Quest'anno poi sono tantissimi: 24. Contando che se ne possono portare 8 in panchina insieme ad altri 4 ragazzi con disabilità in tanti rimangono esclusi. Ma nessuno si è mai lamentato e agli allenamenti vengono tutti".

La regola della Briantea84 è che in campo ci deve essere sempre un ragazzo con disabilità e questi ragazzi vengono scelti anche e soprattutto in base alle capacità perché devono essere in grado di stare in campo rispettando tutte le regole del gioco.

Il racconto di coach Corengia

"Per noi sono tutti uguali - conferma Alessandro Corengia, allenatore della squadra - Tutti devono darsi da fare e ascoltare. Così migliorano velocemente: all'inizio sono timorosi, hanno paura, ma allenandosi con questi ragazzi che li aiutano pian piano riescono a migliorare sia a livello di tecnica individuale sia nella nella capacità di leggere il gioco di squadra.

Più difficile è gestire il contatto fisico, però anche in questo migliorano: abbiamo un ragazzo che nelle prime partite soffriva addirittura il fischio dell'arbitro, ora non si accorge più neanche della sirena. Il vantaggio, invece, è che giocano sempre allegri e spensierati".

Ora, però, c’è a una seconda parte di campionato a cui pensare, dove si sfideranno tutte le prime classificare della prima fase e la Briantea scenderà in campo il prossimo martedì, il 9 aprile, a Rozzano contro il San Fermo.

Perché entrare a far parte della squadra? Lo spiega Bertola

Un progetto ambizioso e lodevole quello messo in piedi dalla Briantea84. Una squadra che milita nel campionato di Csi di pallacanestro con un roster formato da ragazzi normodotati e da ragazzi con disabilità e che non è agevolata da un regolamento adattato.

Un progetto facile a dirsi, più difficile a farsi perché bisogna poter contare su un gruppo di ragazzi che decide di mettersi a disposizione di un ideale che non punta alla vittoria e alla competizione, ma al divertimento e all’inclusione. E tra loro c’è Matteo Bertola.

"Conosco Briantea da parecchi anni perché ho fatto parte dello staff tecnico di una delle squadre Fisdir - ha raccontato - A un certo punto, dopo una carriera semi-dignitosa e qualche infortunio, ho pensato a una soluzione per giocare a basket solo per divertirmi. Non dico che ora la competizione non ci sia, ma è in secondo piano. Si gioca per divertirsi e far divertire.

Quello che cerco e cerchiamo di fare è mettere il più possibile a loro agio i ragazzi con disabilità, cerchiamo di guidarli, di infondere loro tranquillità e devo dire che stanno facendo dei passi da giganti. Ma la cosa che mi rende più felice è riuscire a coinvolgerli anche al di fuori dal campo e qualcuno sta iniziando a uscire con noi dopo le partite o gli allenamenti".

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