E' Riccardo il primo italiano in Svezia ai Mondiali di Biciclo
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Una disciplina particolare quella di cui si è appassionato Riccardo Fascendini, 38 anni e membro del Team 2x2 di Brenna. Da sempre affascinato dalle bici d’epoca, è stato facendo ricerche sulla storia delle "due ruote" che ha trovato in una polverosa cantina di Cuneo il modello di un antico biciclo dell’Ottocento, da cui non si è più separato.
E' Riccardo il primo italiano in Svezia ai Mondiali di Biciclo
Non si tratta di una normale bicicletta: ha una grande ruota anteriore e un piccolo ruotino posteriore. Seppur la nomea sia quella di un velocipede da circo, in realtà si tratta di un mezzo dalle nobili origini, antenato delle bici che oggi conosciamo tanto bene. Inoltre, è particolarmente difficile da maneggiare e guidare, ancora più complicato è salirci e scendervi:
"Dopo averlo sistemato ci ho messo tre giorni per riuscire a montare in sella - racconta il ciclista - D’altronde ci si trova a due metri di altezza dal terreno".
Essendo uno sport poco diffuso, è facile che durante i suoi giri nei dintorni susciti lo stupore dei passanti e di altri ciclisti, che spesso lo fermano per fare delle foto insieme a lui e il suo strano biciclo.
Dalla semplice curiosità per uno sport che in Italia è scomparso dal Novecento, Fascendini si è ritrovato in Svezia, ad affrontare tre giornate intense di competizioni, partecipando alla "Sweden 3 Days", nella quale gareggiano ciclisti di diverse nazionalità con le loro riproduzioni di bicicli.
Dal 30 giugno al 2 luglio si sono susseguite una serie di gare, che ha dovuto affrontare senza il suo affezionato biciclo per problemi di trasporto aereo. Questo però non lo ha fermato dal prendere parte alla sua prima vera competizione del genere, con un modello simile datogli per l’occasione: pur essendo un biker professionista, questo tipo di sfida è stata per lui un’emozionante novità.
"Sono il primo italiano ad aver disputato una gara del genere - spiega poi Fascendini - Eravamo in 54 e mi sono portato a casa un bell’ottavo posto".
Inaugurato l’inizio delle gare con una cronometro di 10 chilometri da fare in almeno 25 minuti - Riccardo ce ne ha messi 19 - per le strade della città gremita di un pubblico acclamante, è seguito un percorso di 2 chilometri all’interno della cornice naturalistica del parco di Lund da percorrere per tre giri ad eliminazione: qui Fascendini è arrivato secondo ed è passato alla prova finale.
Nell’ultima giornata era prevista una massacrante prova di resistenza di 2 ore all’interno di un velodromo: ad aggravare la fatica fisica, una tremenda bufera che ha dato non pochi problemi ai partecipanti.
"E’ stato pazzesco, un’esperienza unica e indimenticabile, piena di adrenalina e una sensazione di libertà da togliere il fiato, arrivare così in alto in classifica poi è stato inaspettato - conclude infine - E’ venuta con me mia moglie, e il supporto che mi ha dato è stato un bello stimolo a non mollare".
Riccardo già sogna i prossimi Mondiali di Biciclo, magari con una squadra di cinque membri.