La battaglia vinta da Andrea contro il tumore e il ritorno sulla bici STORIE SOTTO L'ALBERO

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La battaglia vinta da Andrea contro il tumore e il ritorno sulla bici STORIE SOTTO L'ALBERO
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CANTÙ - Questa è una storia di coraggio, determinazione, paura, autostima e passione. Questa è la storia di come Andrea Montoli, corridore al momento in forza al Club Ciclistico Canturino 1902, ha sconfitto la malattia, quel terribile tumore che minacciava di non farlo più salire sulle due ruote, sul suo sellino impugnando il suo manubrio, di non fargli più vivere la sua passione. Andrea nasce e cresce a Parabiago, in provincia di Milano, e inizia la sua carriera all’età di 7 anni quando entra nella squadra della Saronni, la società ciclistica del paese. «A dire la verità nella mia famiglia nessuno ha mai praticato questo sport, ma erano tutti appassionati – spiega Andrea – Mi è capitato di vedere una gara da piccolino a Legnano e mi ha colpito molto. Dopo quella gara ho chiesto ai miei di comprarmi la bici». Inizia così la storia d’amore tra Andrea e la bicicletta, ma un imprevisto, la malattia, voleva cancellare tutto questo.

La malattia

Nel maggio del 2017, quando Andrea disputava il campionato Allievi per il primo anno sempre con la Saronni, un linfoma, un tumore al sistema immunitario, situato tra cuore e polmoni si è sviluppato dal mediastino e poi si è espanso fino alla milza e all'intestino. «L’ho scoperto perché iniziavo a mostrare i primi sintomi di febbre ogni due settimane e durava almeno 5 giorni. Mi ricordo che un giorno ero a tavola e nel toccarmi il collo sopra la clavicola sentivo un rigonfiamento, come una gobba. Solo dopo ho scoperto che erano i linfonodi ingrossati. Sono andato a farmi visitare dal dottor Guardascion e, lui non mi ha detto subito come stavano davvero le cose per non farmi preoccupare, ma mi ha mandato a Milano dove mi hanno diagnosticato il tutto e poi mi hanno portato all’Istituto Nazionale dei Tumori». Da lì inizia quella che Andrea (probabilmente come noi tutti) definisce «tremenda paura» e il preoccupato pensiero va subito al «non posso più correre». «Inizialmente non ho capito subito cosa avevo e me l'hanno raccontata come se fosse una malattia da curare e basta, senza troppe spiegazioni. Ho iniziato 6 cicli di chemioterapia a fasi di ogni 3 settimane, ma non mi sono abbattuto, facevo le cose quotidiane che avevo sempre fatto. Quando ero dimesso seguivo le gare e sentivo che mi mancava un tassello importante nel mosaico della mia vita quotidiana. Naturalmente i miei familiari mi sono stati vicini, come i miei compagni di squadra di allora, che sono tutt ’ora miei amici, mi venivano a trovare a casa e io andavo a vederli correre. Dato che la cura funzionava perfettamente non avevo difficoltà fisiche, già dal primo ciclo le cose hanno funzionato perfettamente. Io sono sempre stato lo stesso, non è cambiato nulla di me a parte i capelli rasati e il cappellino che mettevo in testa». Per fortuna dopo i 6 cicli di chemioterapia la vita di Andrea è tornata alla normalità dopo un’estate non troppo felice.

La rinascita

A settembre Andrea guarisce e la malattia non può più fermarlo. Ritorna subito sul sellino, impugnando ancora una volta il manubrio, mettendo le ruote sull’asfalto, assaporando la velocità del vento sulla faccia. «Sono stato fermo fino a fine settembre. All'inizio facevo una gran fatica perché avevo perso gran parte della massa muscolare, ma con il giusto allenamento ho ripreso piano piano senza esagerare. Sono sempre stato positivo grazie al mio carattere tenace e determinato, la malattia non me l'hanno fatta pesare. L'idea di non tornare sul sellino non l'ho mai avuta durante le cure e infatti nel 2018 ho ripreso con le competizioni». Nello stesso anno arriva anche la prima vittoria dopo la malattia, in provincia di Varese, nella «Piccola tre valli varesine». «È stata un’emozione inaspettata, stessa cosa per quando poi è arrivata la seconda vittoria a ottobre a Carbonate. Ho provato un grande senso di liberazione e ho esultato in modo abbastanza pacato perché ero di fronte a tutti, ma sinceramente il “gesto dell’ombrello”alla malattia l’avrei fatto». Da quel momento la carriera di Andrea non si è più fermata ed è stata una retta ascendente sul piano cartesiano, una salita continua, come le gare in cui è spesso protagonista. L’anno dopo è arrivata la chiamata del Club Ciclistico Canturino insieme ad altre offerte, «ma non ho mai avuto dubbi, la squadra me l’hanno presentata come la migliore nel panorama lombardo ed è così». Quest’anno Andrea è risultato il corridore in squadra che ha guadagnato più punti per la squadra salendo per tre volte sul gradino più alto del podio in stagione e collezionando altri due secondi posti. «L'anno prossimo cercherò di esprimermi sempre al meglio, cercando ancora più vittorie e magari anche la chiamata del ct della nazionale. Ringrazio, e ci tengo moltissimo a farlo sempre, l'Istituto Nazionale dei Tumori che mi ha permesso di vivere ancora la mia passione».