Padre e figlia "due cuori nella pallavolo"
Il Giornale di Erba regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2020 sulle pagine del nostro settimanale. Una piacevole lettura sotto l'ombrellone.

La canzone di un famosissimo cartone animato, conosciuto dai pallavolisti di tutto il mondo, diceva «due cuori nella pallavolo»: in questo caso si tratta di padre e figlia, Roberto e Alessia Parodi, che condividono questa passione da tanti anni. Roberto è allenatore da 36 anni e attualmente ricopre il ruolo di tecnico all’interno della società Picco Lecco dove gioca la figlia Alessia, classe 2003 – nella squadra Under 18 e in quella di Serie D. Proprio la squadra Under 18 ha appena conquistato il primo posto nel prestigioso torneo nazionale Eagle Cup 2020, scontrandosi in finale contro la squadra Cinisello e vincendo con il punteggio di 21-11 in entrambi i set.
Padre e figlia "due cuori nella pallavolo"
«Io e Diego Ficarra, che è il primo allenatore della squadra, siamo stati molto felici del risultato – racconta Roberto – La squadra ha avuto molto carattere ed è stata positiva sia in difesa sia in ricostruzione, fondamentali per un buon gioco». Alessia e Roberto condividono una lunga storia di volley e sono partiti entrambi da Bellagio, come giocatori. Roberto, 58 anni, ha allenato tante squadre negli anni tra cui anche la Picco Lecco in serie B1 e A1. Per la stagione 2019-2020 ha deciso di tornare proprio nella sua «vecchia» squadra lecchese, come secondo allenatore, insieme alla figlia Alessia. «Sono tornato alla Picco dopo un lungo percorso nei settori giovanili – spiega Roberto – Per me allenare è una soddisfazione, in più riesco sempre a portare qualche atleta a un buon livello. Lo scorso anno allenavo nella società Longone, dove ha giocato Alessia prima di arrivare alla Picco Lecco: ci tenevo molto che lei andasse lì, perchè è una società che lavora bene coi settori giovanili e fa crescere i propri atleti. Spero che Alessia possa continuare il suo percorso pallavolistico in questa società prestigiosa».
Ma cosa significa, per una ragazza di 16 anni, avere il papà come allenatore? Ce lo racconta proprio Alessia: «Avere un padre allenatore ha lati positivi ma anche negativi. Di buono c’è che lui sa come tirare fuori il meglio di me in campo. D’altro canto, spesso lo spogliatoio è un modo per sfogarsi ma magari le mie compagne si trattengono dal fare commenti sull’allenatore perchè sono sua figlia. Inoltre, lui con me è molto esigente in campo». A livello di carriera, Alessia vorrebbe seguire i passi del padre Roberto. «Per me la pallavolo è un modo per sfogarsi dallo stress e conoscere nuove persone, ma anche per tirare fuori la mia grinta. Vorrei arrivare a buoni livelli e giocare per più tempo possibile. Alla fine della mia carriera da giocatrice, vorrei proprio fare l’allenatrice dei più piccoli come mestiere». Alessia è appassionata e capace – lo scorso anno ha partecipato anche alle selezioni della squadra provinciale di Como ed è stata capitana – ma chi ha più passione, tra padre e figlia? «Di passione ne ho sicuramente più io – afferma Roberto – D’altronde è da 36 anni che alleno, ho dato tutto per la pallavolo e spero di allenare ancora per altri anni, soprattutto nei settori giovanili che danno sempre tante soddisfazioni».
(Giornale di Erba, sabato 11 gennaio)