Pallacanestro Cantù contro Sassari sognando i playoff

La giornata di domani, 12 maggio, rappresenta la chiusura del cerchio.

Pallacanestro Cantù contro Sassari sognando i playoff
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Dal 12 gennaio al 12 di maggio. Quattro mesi in cui, nel mezzo, è successo davvero di tutto. E altro deve ancora succedere. La giornata di domani, 12 maggio, rappresenta la chiusura del cerchio, l’ultima tappa prima di un eventuale nuovo e avvincente tragitto da scoprire. Domenica a Sassari, l’Acqua S.Bernardo Cantù allenata da coach Nicola Brienza scoprirà il suo destino.

Pallacanestro Cantù contro Sassari sognando i playoff

Saranno playoff oppure no? Soltanto il campo potrà dirlo: non solo quello sardo ma anche tutti gli altri parquet di Serie A, dal momento che molto dipenderà anche dai risultati delle altre squadre in corsa per un posto tra le prime otto del campionato. Dalla gara di andata tra Cantù e Sassari, disputata al “PalaDesio” proprio il 12 gennaio scorso, sembrano
passati secoli. Tantissime le differenze tra quella sfida - la prima casalinga per Cantù nel 2019 – e quella che attenderà domenica sera la S.Bernardo, l’ultima in programma in questa regular season ricca di colpi di scena. Rispetto all’andata, come detto, sono cambiate tante cose. Una su tutte, il doppio cambio alla guida tecnica: via Evgeny Pashutin da una parte e Vincenzo Esposito dall’altra, dentro coach Brienza e coach Gianmarco Pozzecco, che nella gara di ritorno siederanno rispettivamente sulla panchina di Cantù e su quella della Dinamo. Rispetto a quattro mesi fa, in casa Acqua S.Bernardo è cambiata anche la proprietà, con l’uscita di scena da parte di Dmitry Gerasimenko e il conseguente ingresso in società di TIC, l’azionariato popolare proprietario di Pallacanestro Cantù, a cui si sono aggiunti in un secondo momento anche gli sforzi e i sacrifici di Davide Marson, nominato poi presidente in pectore. Dai cambiamenti in panchina o quelli dietro a una scrivania a quelli inerenti al basket giocato. Se nella gara di andata regalò spettacolo Scott Bamforth con 24 punti a
referto, domenica per la sfida di ritorno la Dinamo non potrà contare sull’apporto della stella americana, ferma ai box per un infortunio gravissimo subito proprio nel match disputato in Brianza. Con Cantù la sua ultima partita, prima di sottoporsi a un intervento chirurgico per la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Per questo motivo, vittoria esterna per 97 a 88 a parte, i tifosi sardi non hanno di certo un piacevole ricordo della gara di andata. Eppure, nonostante il vuoto lasciato dal talento statunitense, al “PalaSerradimigni” i canturini ritroveranno una squadra totalmente diversa, cambiata molto sotto il profilo del gioco ma soprattutto sotto il profilo del feeling. Perché tra la squadra affrontata a gennaio e quella allenata oggi da coach Pozzecco c’è un abisso per quanto concerne l’intesa e la coesione del gruppo, decisamente più affiatato rispetto allo scorso inverno. Ma non è soltanto Sassari ad aver avuto dei benefici dal cambio in panchina. Anche Cantù, infatti, è tutta un’altra squadra rispetto ad allora. Una formazione che, come la Dinamo, non solo è molto più continua nei risultati ma che, nel corso del tempo, ha saputo acquistare autostima
e sicurezza nei propri mezzi. All’andata tra le fila di Cantù figurava Tony Mitchell, passato poi a Pistoia dopo la sosta per la Coppa Italia, il quale realizzò la bellezza di 31 punti. Oggi, senza Mitchell, l’Acqua S.Bernardo pratica un gioco molto meno individualista, basato sì sulle folate offensive di Frank Gaines e Davon Jefferson, ma anche sulle qualità difensive di Andrea La Torre, sul playmaking di Tony Carr e sull’estro di Tyler Stone, giocatore che ha cambiato completamente faccia a Cantù nel girone di ritorno. Meriti a Pozzecco, dunque, così come a Brienza. Due giovani allenatori di grande talento, mai come oggi così in rampa di lancio. Una sfida nella sfida perché domani sera, palla a due alle ore 20:45, ci sarà da divertirsi e gli ingredienti non mancheranno sicuramente.

Qui Sassari

Il Banco di Sardegna sta attraversando un periodo a dir poco eccezionale che, probabilmente, la rende la squadra di LBA più in forma del momento. La formazione di coach Pozzecco è fresca vincitrice della Fiba Europe Cup, primo trofeo internazionale nella storia del club che, in passato, aveva vinto uno scudetto nel 2015, due volte la Coppa Italia e una volta la Supercoppa. Successo europeo arrivato a Wurzburg, in Germania, due mercoledì fa, nel giorno di festa del primo maggio. Un trionfo strameritato per i sassaresi, che fin dall’inizio della manifestazione hanno sempre saputo essere molto convincenti nelle prestazioni. Lo stesso anche nei playoff, dove capitan “Jack” Devecchi e compagni sono stati capaci di
eliminare con autorità due grandi squadre come Pinar Karsiyaka e Hapoel Holon. Addirittura quest’ultima, una delle principali favorite per il titolo, è stata battuta in semifinale dalla Dinamo con un netto +30 casalingo, dopo che comunque i sardi erano riusciti ad imporsi anche in terra israeliana. “Magic moment” anche in LBA, dove Sassari è reduce da ben otto vittorie consecutive. Al cospetto della squadra allenata da Pozzecco sono cadute grandiavversarie come Avellino, Milano (al Forum) e i vicecampioni d’Italia in carica dell’Aquila Basket Trento. L’ultimo gioiello è arrivato lo scorso weekend a Trieste, in casa di un’Alma che tra le mura amiche non perdeva dal 10 febbraio scorso, dopo quattro successi interni consecutivi. Un’affermazione, quella della Dinamo, rabbiosa quanto convincente, caparbia nell’imporsi all’Allianz Dome con un netto +21 (65-86).

Qui Cantù

Anche l’Acqua S.Bernardo, però, sta attraversando uno stato di forma particolarmente positivo. Le vittorie consecutive non sono otto come quelle della Dinamo, si fermano a tre (con Varese, Pistoia e Torino). Cantù, però, è stata ed è tuttora la miglior squadra del girone di ritorno. Con ben undici successi in quattordici gare giocate, la formazione canturina sarebbe addirittura in cima alla classifica se non si considerasse la prima parte della stagione. Prima davanti a tutte, con 22 punti. Alle sue spalle, a quota 20, il trio composto da Trento, Cremona e Brindisi. Sassari quinta con 18, insieme a Trieste e Venezia. Con grande sorpresa, la capolista Milano si ritroverebbe addirittura nona, dietro a Brescia, con “soli” 16 punti conquistati. Per conquistare la dodicesima vittoria nel girone di ritorno e, di conseguenza, matematicamente i playoff, Cantù si affiderà sicuramente alle sue stelle: Frank Gaines - tornato top scorer della LBA con oltre 20 punti di media – e Davon Jefferson, candidato a vincere il premio di MVP grazie a prestazioni e numeri da fuoriclasse. Quest’ultimo, a una giornata dal termine della regular season, sta facendo registrare in campionato 17.8 punti,
8.8 rimbalzi e 2.4 assist di media.

Sassari il quintetto

Il playmaker titolare della Dinamo è l’ex canturino Jaime Smith, di Birmingham, Alabama. 30 anni a luglio, l’americano è al suo secondo anno in Italia dopo, appunto, l’esperienza in Lombardia in cui aveva prodotto 14.4 punti e 4.4 assist di media, tirando dall’arco con oltre il 40%. In maglia biancoblù, il regista fu uno degli artefici principali a portare Cantù ad una semifinale di Coppa Italia e al raggiungimento dei playoff. Quest’anno con Sassari, in 28’ di impiego, sta segnando poco più di 12 punti a partita, a cui si sommano 4.5 assist, la media più alta della squadra e la settimana in LBA in questa speciale categoria. Nello spot di guardia, invece, con Tyrus McGee (10.5 punti in 22’ di media) ancora infortunato, domenica dovrebbe partire titolare Justin Carter, swingman di grande esperienza. 32 anni compiuti il mese scorso, il nativo del Maryland è arrivato in Sardegna prima della Coppa Italia per sostituire Terran Petteway. Esordiente in Italia, Carter ha trascorso gran parte della propria carriera in Turchia, dove è rimasto cinque anni, vestendo cinque maglie diverse. Una carriera lunga che lo ha visto, tra il 2014 e il 2016, giocare anche in EuroLeague con Galatasaray prima e Pinar poi. Con quest’ultimi si afferma anche ad alti livelli, riuscendo a segnare 14.1 punti di media in otto partite di EL, competizione in cui vanta oltre 200 punti realizzati. Prima di vestire la maglia dei “Giganti”, la passata stagione Carter
ha disputato un’ottima annata ad Astana, insieme a Ike Udanoh, ex capitano di Cantù che ha lasciato la S.Bernardo lo scorso febbraio per trasferirsi ad Avellino. Con i colori della Dinamo, la guardia-ala statunitense sta viaggiando a 5.7 punti e 2.4 rimbalzi di media in 16’ a partita. Dopo essere rimasto un po’ ai margini delle rotazioni (solo 6-7 minuti di media di utilizzo nelle sei vittoire consecutive con McGee in campo), Carter ha invece giocato 23’ di media nelle ultime due uscite. Il “tre” titolare è l’ala canadese Dyshawn Pierre, membro della Nazionale maggiore del Canada, con cui il nativo dell’Ontario ha disputato anche le recenti qualificazioni ai Mondiali, oltre ad aver vinto nel 2010 una medaglia di bronzo ai Mondiali Under 17. Atleta versatile ed esplosivo, in grado anche di giocare da “quattro”, Pierre realizza
9 punti di media in 21’, partendo in quintetto solo la metà delle volte. Sempre titolare nelle ultime otto vittorie, in questo trend positivo della Dinamo, l’ala ha fatto registrare 15 punti di media in 30’ di utilizzo, a cui si aggiungono anche 6.4 rimbalzi e 2.5 assist. Non a caso, nella striscia positiva sassarese, Pierre è risultato il giocatore con la valutazione più alta (20) della squadra. Al secondo anno in Sardegna, il classe ’93 ha dimostrato in questa stagione di essere anche molto pericoloso dall’arco, pur non tirando spesso da fuori (20/40 finora), per un sorprendente 50% da tre. L’ala forte è l’americano Rashawn Thomas, 25 anni ad agosto, di Oklahoma City. Energico, atletico ma anche un po’ grezzo. Tuttavia, nel corso della stagione Thomas ha avuto una splendida crescita, confermandosi una pedina fondamentale della
scacchiera di coach Pozzecco. Eletto recentemente miglior difensore della FIBA Europe Cup, Thomas è passato dai 10.3 punti di media realizzati sotto la gestione Esposito, ai 16.8 in LBA con Pozzecco in panchina, la media punti più alta negli ultimi otto successi sassaresi. È Jack Cooley, invece, 28 anni compiuti lo scorso 4 aprile, il centro titolare della Dinamo. Americano nativo di Evanston, a nord di Chicago, Cooley è il classico pivot “vecchio stile”. Stazza da puro centro, un po’ anticonformista rispetto ai suoi pari ruolo nel basket moderno, Cooley è alto 208 centimetri per 124 chili. Roccioso, solido e concreto, il lungo è tra i giocatori più aggresivi di tutto il campionato quando si tratta di andare a rimbalzo. Per lui 9 rimbalzi catturati a partita, il top in casa Dinamo e il quinto in LBA, a cui si aggiungono anche 14.3 punti di media
in poco meno di 26’ di utilizzo. Sul curriculum di Cooley figurano anche 23 presenze in NBA: 16 con la maglia degli Utah Jazz e 7 con quella dei Sacramento Kings che, peraltro, è l’esperienza oltreoceano più recente vissuta dal 28enne dell’Illinois.

Sassari la panchina

Il primo elemento ad alzarsi dalla panchina è un lungo e si tratta del classe ’91 marchigiano Achille Polonara. Con un utilizzo medio di oltre 21’, l’ala forte sfiora la doppia cifra a partita, riuscendo a totalizzare 9.6 punti e 5.6 rimbalzi di media. All’undicesima stagione nel massimo campionato italiano, Polonara è -5 dal traguardo dei 3000 punti in Serie A. Il tutto a soli 27 anni. Andando a scalare per minutaggi, è poi il turno di Stefano Gentile, campano classe ’89 di Maddaloni, primogenito di papà “Nando”. In 19’ di impiego a partita, l’ex Cantù sta facendo registrare 5.7 punti e 2.1 assist di media, tirando in stagione con un eccellente 42% dall’arco, secondo miglior realizzatore da tre della squadra,
dopo Pierre. Per Gentile 271 presenze in LBA e 1658 punti. Di questi, quasi 600 li segna con la maglia canturina dal 2013 al 2015, con cui Gentile disputa anche due stagioni di EuroCup. Il terzo ad alzarsi dalla panchina è Marco Spissu, 24 anni compiuti da poco, sassarese doc. In 17’ di spazio riesce a contribuire alla causa con quasi 7 punti e oltre 2 assist di media a
partita. Nonostante le sue percentuali dall’arco non siano eccelse, Spissu sa essere un tiratore micidiale, capace – quando in striscia – da segnare non solo una tripla dietro l’altra ma anche da qualsiasi posizione. A chiudere le rotazioni ci sono il già citato Giacomo Devecchi (da 13 anni alla Dinamo), il centro di riserva Daniele Magro (circa 6’ di media in 22
partite) e il giovane di origini senagalesi Ousmane Diop, il quale ha collezionato in stagione 13 presenze, con un minutaggio medio che sfiora i 4’ a partita. 19 compiuti lo scorso mese di febbraio, Diop è un lungo di grandi speranze e con ampi margini di crescita che in questa stagione si è alternata tra Sassari e Cagliari, dove con il doppio tesseramento ha potuto scendere in campo anche in Serie A2. Con la squadra satellite cagliaritana, il giovane africano naturalizzato italiano ha fatto registrare numeri davvero importanti: 15.1 punti e 7.2 rimbalzi di media ad incontro.

I precedenti

Dinamo Sassari e Pallacanestro Cantù si sono affrontate esattamente in 30 occasioni. Domani, dunque, sarà la sfida numero 31 tra i due club, con il bilancio a favore dei canturini, in vantaggio 17 a 12 nel conto delle vittorie. Nei 14 precedenti in terra sarda solo tre i successi di Cantù. In questa stagione i brianzoli hanno dovuto affrontare in casa la Dinamo senza il proprio (ex) capitano, Ike Udanoh, riuscendo comunque a tenere testa alla formazione allora allenata da coach Esposito. Nella gara di Desio del 12 gennaio, i sardi si sono imposti con il risultato di 97 a 88 grazie ad uno Scott Bamforth in versione MVP. Per il grande assente di domani sera all’andata furono ben 24 i punti, con 4 triple su 8 a bersaglio, 9 rimbalzi, 4 assist e 35 di valutazione. Alla S.Bernardo, invece, non bastarono i 31 punti di Tony Mitchell - anche lui a referto con 4/8 da tre – e i 24 punti di Davon Jefferson.

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