Pallacanestro Cantù domani il derby con Varese
È biancoblù contro biancorossi, è comaschi contro varesini ma, soprattutto, è da sempre una grande classica.

Il derby con Varese è sempre il derby con Varese. Gli anni passano ma la rivalità e il prestigio della super sfida tra Cantù e Varese rimangono intatti. È biancoblù contro biancorossi, è comaschi contro varesini ma, soprattutto, è da sempre una grande classica della pallacanestro italiana e non solo, tra due squadre che hanno fatto la storia anche in Europa. Dodici i trofei vinti dai canturini in campo internazionale, dieci invece quelli conquistati da Varese che, sommati agli altri titoli nazionali nelle due bacheche, portano il conto a quarantadue affermazioni totali, a testimoniare la storia vincente delle due gloriose società lombarde. Domani pomeriggio, nel giorno dell’Immacolata Concezione, alle ore 17:00, Acqua S.Bernardo Cantù e Openjobmetis Varese scenderanno in campo per il confronto numero 144, una sfida storica che ruberà la scena a tutte le altre partite della dodicesima giornata di LBA.
Pallacanestro Cantù domani il derby con Varese
Se Cantù è reduce da un periodo piuttosto complicato in campionato, con la doppia sconfitta rimediata nel giro di una settimana dalle due formazioni di Bologna, Varese è invece galvanizzata dalla straripante vittoria casalinga contro la Virtus Roma nel turno precedente, match senza storia in cui i biancorossi si sono imposti con un netto +30 finale
(99-69) e con ben cinque giocatori in doppia cifra. Top scorer dell’incontro l’ala americana LJ Peak, lo scorso anno a Pistoia, che alla compagine capitolina ne ha rifilati 22. Diciotto punti in soli 20’, invece, per la guardia lettone Ingus Jakovics che, a Varese, è riuscito a ritagliarsi un ruolo molto importante, dopo essere sbarcato in Italia inizialmente solo a gettone. Varese ha avuto sinora un percorso positivo, fatto di cinque vittorie e cinque sconfitte in dieci partite giocate, in linea con gli obiettivi societari. I biancorossi hanno un vantaggio sulle ultime due della classe per ora rassicurante, ben
lontano dal fondo della classifica e a +4 dalla zona retrocessione. Al contrario della S.Bernardo, inoltre, Varese ha vinto quattro partite casalinghe su cinque, mentre i brianzoli in casa ne hanno vinta solamente una, in cinque gare disputate al “PalaDesio”.
La S.Bernardo, dunque, ha la ghiotta occasione di potersi rifare davanti al pubblico amico in una delle partite più importanti e attese dell’anno da parte della tifoseria biancoblù. La formazione allenata da coach Cesare Pancotto necessita di un cambiamento istantaneo, una svolta che può e che deve arrivare anche grazie alla spinta del popolo
canturino, sinora sempre vicino a capitan Andrea La Torre e compagni ma che, dopo la terza sconfitta consecutiva in casa, deve tornare a diventare un fattore determinante, un ostacolo per qualsiasi avversaria. In Fiera a Bologna, contro la capolista Virtus, è arrivata l’amara sentenza per Cantù: quarta sconfitta consecutiva, la quinta in sei partite. Un passivo che deve scuotere l’ambiente a dare di più perché, se è vero che la sfida contro la blasonata Segafredo era proibitiva già dalla palla a due, è vero anche che il doppio confronto casalingo con Varese prima e Treviso poi (a Desio il 15 dicembre) può dare alla S.Bernardo la possibilità di svoltare, donando nuovamente linfa ed entusiasmo a una piazza da sempre molto passionale quanto esigente.
Il quintetto avversario
Il playmaker titolare è il 32enne americano Josh Mayo. Il nativo dell’Indiana è il top scorer della squadra con 18.6 punti di media, nonché vicecapocannoniere del campionato alle spalle del solo Adrian Banks di Brindisi, in passato peraltro “bomber” biancorosso. Dopo aver frequentato il college dell’Illinois, Mayo ha saputo costruirsi una solida carriera europea con tappe in Lettonia, Ucraina, Turchia e Germania, partendo però da una lega minore come la Pro B (seconda serie francese) per iniziare il suo percorso nei professionisti. È reduce da un ottimo triennio in quel di Bonn, dove - oltre a fare molta esperienza in campo internazionale – è riuscito anche a imporsi in Champions League. Ha esordito in Serie A a Montegranaro nella stagione 2013-’14, agli ordini di coach Carlo Recalcati, lasciando la Sutor (poi retrocessa) per chiudere l’anno alla Virtus Roma, come cambio dell’infortunato Jordan Taylor. Dopo una parentesi turca fa ritorno in Italia, passando dalla Serie A2, per giocare a Scafati con cui vince nel 2016 una Coppa Italia di LNP. Titolo vinto insieme a Jeremy Simmons che, a Varese, Mayo ha ritrovato nuovamente come compagno di squadra. La guardia biancorossa titolare è Jason Clark, 30 anni il mese prossimo. Uscito dal prestigioso college di Georgetown University disputa
ben cinque stagioni in Belgio, intervallate da un’esperienza in Turchia e da una piuttosto breve in Germania, che ritrova poi in un secondo momento prima di sbarcare a Varese. Lo scorso anno a Francoforte, il tiratore della Virginia ha esordito in LBA alla quinta giornata a seguito di un infortunio estivo che ha influito sulla sua preparazione nel precampionato. Con la Openjobmetis conta sinora sette presenze, di cui tre da titolare nelle ultime giornate disputate. Segna 10.4 punti di media in 22’ di impiego a partita. Nello spot di ala piccola figura un altro prodotto di Georgetown, L.J. Peak, agli Hoyas due anni dopo che Clark era già uscito dal college di Washington. Sul curriculum di Peak spicca
una medaglia d’oro ai Mondiali U19 con gli Stati Uniti, vinta nel 2015 insieme all’attuale stella dei Boston Celtics, Jayson Tatum, giocatore oggi molto affermato in NBA. Lo scorso anno a Pistoia, dove ha prodotto quasi 13 punti di media, l’esterno classe ’96 ha avuto sinora un avvio di stagione un po’ altalenante: solo 6 punti in due uscite contro Venezia
e Reggio Emilia, ma ben 22 contro Roma. Viaggia in stagione sotto gli 11 punti a partita ma, quando in serata, sa essere giocatore anche da trenta punti (lo scorso anno ne segnò 35 contro Sassari). Il talento non gli manca. L’ala grande titolare è invece l’estone SiimSander Vene, lo scorso anno in EuroLega con la maglia di Gran Canaria, con cui, pur non giocando molto (15’ a partita), è riuscito a essere produttivo ed efficace (quasi 7 punti di media con il 39% da tre). Dopo aver cambiato la bellezza di tre squadre spagnole nel giro dello stesso campionato, oltre a Gran Canaria anche Manresa e Fuenlabrada, in estate fa ritorno a Varese per lavorare nuovamente agli ordini di coach Caja. Nella sua prima annata a Varese (2017-’18) ha fatto breccia nei cuori dei tifosi e dell’allenatore di Pavia, a suon di prestazioni convincenti. È il classico “quattro” moderno, fisico, forte sotto canestro ma pericoloso anche da oltre l’arco. Il centro titolare è Jeremy
Simmons, 30 anni dalla Louisiana, con alle spalle una carriera da girovago: Polonia, Slovacchia, Georgia, Arabia Saudita, poi un biennio a Scafati, in cui disputa una stagione al fianco di Mayo prima di finire in Belgio, a Bruxelles. Nella capitale belga resta anche in questo caso per due anni, salvo poi fare ritorno in Italia nel 2018 per giocare nella Poderosa Montegranaro, agli ordini di coach Pancotto. In maglia Openjobmetis è partito fortissimo, a ritmi di doppie doppie e, al momento, viaggia stabilmente in doppia cifra sia nei punti che nei rimbalzi. Con 10.2 rimbalzi di media è di gran lunga il miglior rimbalzista del campionato. Justin Johnson di Pistoia, che è secondo in LBA in questa specialità, non arriva ad arpionare neppure 8 carambole a partita.
Playmaker classe ’94, alla terza stagione in biancorosso, Matteo Tambone è – minutaggi alla mano – il sesto uomo della squadra. Complice anche il pieno recupero di Clark dall’infortunio, quest’anno Tambone è partito titolare sette volte su dieci. In media gioca 19’ a partita, producendo quasi 6 punti a partita. È cresciuto nelle giovanili della Virtus Roma, squadra con cui ha esordito in Serie A nella stagione 2012-’13, quella che, capitanata da Gigi Datome, arrivò sino alla finale scudetto, poi persa con la Mens Sana Siena. L’elemento più prolifico a uscire dalla panchina è però la combo guard lettone, classe ’93, Ingus Jakovics, campione di Lettonia quattro anni fa con il VEF Riga e vincitore, la scorsa stagione, della lega lettone-estone con il Ventspils, sua ultima squadra prima di approdare nello Stivale. In tre anni al Ventspils ha sempre giocato la Basketball Champions Legaue, producendo nel suo ultimo anno 11.5 punti di media in campo
internazionale, sfiorando il 41% da tre. Sul curriculum di Jakovics, arrivato in un primo momento a Varese a gettone per sopperire all’assenza di Clark, spicca una medaglia d’argento agli Europei del 2013 conquistata con la Nazionale U20 lettone, finale vinta proprio dall’Italia, un Paese che evidentemente era già scritto nel destino del tiratore baltico. Coach Caja punta molto di lui che, dalla panchina e in meno di 18’ di utilizzo medio, porta alla causa più di dieci punti a partita. Si è guadagnato sul campo la conferma nella “Città Giardino”, a discapito del veterano serbo Milenko Tepic, costretto a fare le valigie dopo non essere riuscito a incidere. Jakovics compreso, sono in tutto ben sei i giocatori varesini a viaggiare in doppia cifra di media, sintomo di una formazione rivolta più alla fase offensiva, aspetto peraltro piuttosto insolito per una squadra allenata da un allenatore come Caja che, da sempre, predilige la fase difensiva. Ottavo per minutaggio
è capitan Giancarlo Ferrero, alla quinta stagione in biancorosso. Con all’attivo oltre 150 presenze, l’ala nativa di Bra segna gli stessi punti di Tambone, 5.6 di media, in 15’ di impiego a partita. È poi il turno di Nicola Natali, 31enne ala forte di Firenze. È alla Openjobmetis dal 2017, arrivato dopo un triennio in quel di Casale Monferrato. Con un impiego che si aggira attorno ai 10’ di media, il lungo toscano è la prima alternativa a Vene in quel ruolo. Completano il roster varesino l’ala classe ’97 Gianmarco De Vita e il centro Luca Gandini, 34 anni, la scorsa stagione a Ravenna e all’esordio assoluto a questi livelli. Chiude un roster già di per sé molto profondo il neoarrivato Riccardo Cervi, veterano del massimo campionato italiano. 29 anni, centro di 214 centimetri, Cervi ha dedicato la sua intera carriera quasi esclusivamente a Reggio Emilia, dove è rimasto per nove anni, prima di vestire il biancoverde di Avellino per una sola stagione. Con la Reggiana ha vinto una EuroChallange, mentre in azzurro ha vinto una medaglia d’argento agli Europei U20 del
2011. In Serie A, dove si appresta ad affrontare la sua ottava stagione, vanta 233 presenze e oltre 1500 punti. Arrivato inizialmente a Varese come semplice aggregato agli allenamenti, con il passare dei giorni è riuscito a convincere la dirigenza a puntare su di lui: può essere l’asso nella manica di Caja per la seconda parte della stagione.
I precedenti
Sono 143 i precedenti tra Pallacanestro Cantù e Pallacanestro Varese, con l’ultimo derby che è andato nelle mani dei brianzoli, vittoriosi nella partita di ritorno della passata stagione giocata al “PalaBancoDesio”. Il 20 aprile scorso, infatti, fu la S.Bernardo ad aggiudicarsi il derby, vincendo per 84 a 75 e sfatando un tabù a favore di Varese che durava da quattro confronti consecutivi. MVP di quel match con 19 punti e 10 rimbalzi fu l’ex biancoblù Davon Jefferson, oggi in forza proprio alla Virtus Roma che Varese ha sfidato domenica scorsa alla “Enerxenia Arena”. Della passata stagione, oltre a coach Caja, del gruppo biancorosso 2018-’19 sono rimasti in tre: capitan Ferrero, il lungo Natali e l’esterno Tambone. Tra le fila canturine l’unico a giocare quel derby fu La Torre, in campo da titolare e a referto con 5 punti, 4 rimbalzi e 4 assist in 23’. Solo panchina, invece, per Biram Baparapè, altro reduce dell’ultimo confronto con Varese. Tuttavia, il conto delle vittorie nei derby è a favore della Openjobmetis, avanti con 87 affermazioni totali, contro le 56 biancoblù. Diverso, però, il discorso nelle gare interne, dove Cantù si è imposta in 40 occasioni, a dispetto dei 30 successi di Varese in terra brianzola.