L'evento

A Cucciago la serata con monsignor Repole è un successo

"Essere cristiani in una società che non lo è più significa innanzitutto accettare di essere una minoranza. Ma è importante non diventare insignificanti"

A Cucciago la serata con monsignor Repole è un successo
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Un pubblico numeroso, interessato e attento per l’incontro, organizzato dal Centro Culturale Luigi Padovese, dal titolo “Come annunciare il Vangelo agli uomini di oggi?”, tenutosi venerdì 5 aprile a Cucciago. Durante la serata è stato affrontato un tema di grande attualità, grazie alle parole di S.E.R. monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino, Vescovo di Susa e docente di Teologia Sistematica: come affrontare da cristiani il contesto culturale in cui viviamo, che tende al nichilismo ed è segnato dalla secolarizzazione, dagli effetti della globalizzazione e dal pluralismo religioso. In questo si cela una grande occasione: diventare consapevoli di ciò che sta avvenendo e non confondere la missione con una propaganda sterile.

L'incontro con monsignor Repole 

“Ogni epoca ci permette di cogliere sfumature del Vangelo che in altri tempi non avevamo appreso - racconta - Di fronte a queste sfide, la Chiesa deve compiere un atto di discernimento su ciò che può essere in linea con le scritture oppure no”.

Ha ricordato l'importanza di essere una "chiesa in uscita", che va incontro alle persone e dialoga con le diverse culture, guardando fuori da sé nel mondo in cui è immersa.

“Essere cristiani in una società che non lo è più significa innanzitutto accettare di essere una minoranza - aggiunge - Ma è importante non diventare insignificanti: la preoccupazione non dovrebbe essere numerica, ma di autenticità, perché se la fede viene vissuta con gioia la sua attrattiva naturale sarà evidente e le persone si sentiranno libere di accoglierla”.

Le comunità devono diventare luoghi in cui si percepisce una vera fraternità vissuta, in cui ci si accoglie e ci si sostiene a vicenda.

“La fede è dono prezioso che non va dato per scontato - conclude - I giovani, in particolare, hanno bisogno di vedere esempi concreti di persone che vivono la fede con entusiasmo e la considerano la cosa più bella della loro vita, oltre a sentirsi accolti, dando loro spazio e voce”.

Monsignor Repole ha saputo toccare le corde più profonde dell'animo umano, suscitando domande e nuove consapevolezze. Un vero e proprio stimolo a interrogarsi sul senso della vita, sul ruolo della Chiesa nella società e sulle sfide del mondo contemporaneo.

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