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Due giorni di musica col Festival di Bellagio e del Lago di Como

La grande musica attraverso l’occhio del cinema a Bellagio in un doppio appuntamento tra lago e località montana.

Due giorni di musica col Festival di Bellagio e del Lago di Como
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Il Festival di Bellagio e del Lago di Como è pronto a regalare due serate di magia al pubblico.

Festival di Bellagio e del Lago di Como, doppio appuntamento

Il Festival di Bellagio e del lago di Como propone venerdì 11 luglio nella Chiesa di San Giovanni a Bellagio un programma inusuale dedicato a Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525 - 1594) nel cinquecentesimo anniversario della nascita e Ludwig van Beethoven. L’orchestra presenterà insieme ai "Ricercare" di Palestrina la sesta sinfonia di L. van Beethoven in un originale arrangiamento del tempo per soli archi. La sinfonia beethoveniana, anche detta Pastorale, fu una delle grandi musiche scelte da Walt Disney per il capolavoro di animazione “Fantasia” del 1940, che accompagna la sequenza dedicata alla natura e alla vita campestre, con animazioni di animali, paesaggi e stagioni che riflettono la serenità, la gioia e le tempeste evocate dalla musica.

Orchestra di Bellagio e del lago di Como Villa Lario di Mandello(1)
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Orchestra di Bellagio e del lago di Como Villa Serbelloni di Bellagio(1)
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Il collegamento tra Ludwig van Beethoven e Giovanni Pierluigi da Palestrina, sebbene appartenenti a epoche molto distanti, si fonda su una profonda continuità nella tradizione del contrappunto e della musica sacra. Palestrina, massimo esponente della polifonia rinascimentale, rappresentava per i compositori successivi — incluso Beethoven — un modello di perfezione tecnica e spirituale, in particolare per la scrittura vocale sacra. Beethoven, soprattutto nelle sue opere tarde come la Missa Solemnis e i quartetti per archi, mostra un forte interesse per la scrittura contrappuntistica, ispirandosi non solo a Bach ma anche alla purezza formale della scuola palestriniana. A conferma di ciò, negli appunti di Beethoven sono state ritrovate copie manoscritte di brani di Palestrina, segno del suo studio attento e dell’ammirazione nei confronti del compositore rinascimentale. In un contesto culturale in cui Palestrina era considerato un punto di riferimento accademico imprescindibile, Beethoven ne condivideva l’alta stima, come dimostra il pensiero, largamente diffuso all’epoca: «Chi comprende il contrappunto di Palestrina e la fuga di Bach, ha nelle mani le chiavi della musica».

Lode al Ventesimo secolo

Appuntamento ancora a Bellagio sabato 12 luglio, in località Civenna, presso la Chiesa dei SS. Materno e Ambrogio. Concerto dedicato a una delle più rilevanti figure musicali del Ventesimo secolo, che ha anche segnato la storia della musica da film, Dmitri Shostakovich (1906 - 1975) nel cinquantesimo anniversario dalla morte. Le musiche di Shostakovich saranno eseguite insieme a pagine del compatriota Sergei Rachmaninov, che molto successo ebbe negli Stati Uniti e in particolare a Hollywood.  Dmitrij Shostakovich fu un prolifico compositore per il cinema, autore di oltre 30 colonne sonore tra il 1929 e il 1971, collaborando con registi come Grigorij Kozincev e Leonid Trauberg. La sua prima esperienza fu con La nuova Babilonia (1929), film muto dal forte impatto modernista, la cui partitura fu in parte censurata. Comporre per il cinema rappresentò per Shostakovich non solo una fonte di reddito, ma anche una strategia per mantenere una posizione accettabile nel rigido contesto politico sovietico, specialmente dopo le critiche ufficiali al suo stile musicale. La sua musica per film si distingue per versatilità, ironia e grande capacità espressiva, adattandosi sia a opere di propaganda sia a trasposizioni letterarie come Re Lear (1971). Pur più accessibile rispetto alla sua produzione sinfonica, la musica cinematografica di Shostakovich conserva complessità e raffinatezza, diventando un mezzo attraverso cui il compositore poté esprimere la propria voce in un ambiente politicamente ostile.

Tra le diverse composizioni, sarà anche possibile ascoltare l’indimenticabile Secondo Valzer di Shostakovich presente in diverse pellicole, ma indissolubilmente legato al film “Eyes Wide Shut” di Stanley Kubrick. Questo valzer, con il suo tono malinconico e teatrale, è stato impiegato in numerosi contesti cinematografici e televisivi; in particolare, Stanley Kubrick lo ha scelto per i titoli di apertura di Eyes Wide Shut (1999), attribuendogli un ruolo chiave nel creare un’atmosfera ambigua, onirica e sensuale. La sua capacità di evocare eleganza e inquietudine insieme ne ha fatto una delle musiche classiche più usate nel cinema contemporaneo, simbolo della doppia natura dell’opera di Shostakovich: colta e popolare, ironica e tragica al tempo stesso.