Vecchio Sant'Anna per i pazienti Covid, Orsenigo risponde a Fermi: "Saprete spostare in sicurezza i malati in Fiera?"
Secondo il consigliere Dem riattivare vecchie strutture sanitarie locali limiterebbe lo spostamento dei pazienti infetti.
“L’ospedale di Fiera Milano non dovrebbe escludere l’allestimento di presidi locali per ospitare i malati di Coronavirus. Riattivare le strutture sanitarie attualmente depotenziate del territorio comasco, non solo l’ex Sant’Anna, sarebbe un’alternativa valida per alleggerire le terapie intensive di Como. Anche qui vediamo un aumento costante dei casi di Covid-19 che nelle scorse 24 ore sono passati da 286 a 338”.
Così il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo, ribatte alla decisione di Regione Lombardia di concentrare gli sforzi interamente verso l’allestimento dell'ospedale nel padiglione fieristico del capoluogo. Proprio in una videointervista di PrimaComo.it il presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi spiegava questa scelta.
La posizione di Angelo Orsenigo
“Regione ha messo in chiaro che la priorità è ultimare l’allestimento dell’ospedale in Fiera a Milano, piuttosto che che riattivare strutture già presenti - continua Orsenigo - si rischia però di dimenticare tre aspetti importantissimi”.
“In primis, se vogliamo fermare il virus è meglio non spostare pazienti infetti che potrebbero diffondere ulteriormente la malattia - spiega Orsenigo, chiedendosi poi - Siamo sicuri di avere mezzi idonei per muovere in sicurezza grandi quantità di malati da tutte le parti della Lombardia fino a Milano? Infine è fondamentale ricordare che ci sono molti malati di Coronavirus che non hanno bisogno di terapia intensiva ma che non possono stare soli a casa in un momento delicato come la quarantena”.
“Attrezzare per lo scopo delle strutture 'intermedie' sul territorio in quanto presidi locali risolverebbe queste tre problematiche, limitando gli spostamenti di pazienti infetti ed evitando il trasferimento ai meno gravi. Eventualmente queste potrebbero alleggerire anche la pressione esercitata dal virus su Bergamo e Brescia” afferma il consigliere.
“Inoltre ricordiamo che non tutti i malati sono nelle stesse condizioni. Nel caso in cui la struttura di Milano entrasse in funzione perché accentrare lì pazienti senza distinzione tra acuti, subacuti e in fase di miglioramento? - si chiede il consigliere - i posti letto all’ex Sant’Anna o in altri spazi appositi locali potrebbero essere dedicati a chi mostra condizioni più lievi o a chi è in ripresa. Senza contare che in questo modo si permetterebbe ai degenti di rimanere sul territorio e più vicini alle loro famiglie”.
“C’è infine la situazione dei senza dimora comaschi che sono estremamente vulnerabili in questi giorni così difficili. Anche loro potrebbero beneficiare dei presidi - conclude Orsenigo - Ovviamente non si tratta di un piano facile e certamente comporterà dei costi ma potrebbe trattarsi di una strategia in grado di salvare tante altre vite”.