Angelica e la paura per la mamma 90enne a Villa Celesia. Ca' d'Industria: "3 casi di Covid, ora tamponi per gli ospiti"
Preoccupazione anche per gli operatori sanitari che lavorano nella struttura: "Finalmente trovate le mascherine ma non c'è l'ombra di camici".
E' un grido di dolore quello che Angelica (nome di fantasia per tutelarne l'anonimato) ci ha affidato. Il dolore di una figlia, con la paura che il Covid 19 le possa portare via l'anziana madre, ospite della Casa Albergo Villa Celesia di Como.
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Il Covid in Ca d'Industria: il racconto di Angelica
"Mia mamma ho 90 anni, è completamente autosufficiente, lucidissima di mente, ma da oltre un mese noi figli per via dell'epidemia di Covid 19 non possiamo farle visita a Villa Celesia - ci racconta Angelica - Le parliamo grazie alla gentilezza degli operatori che lavorano all'interno della struttura che ci aiutano con le videochiamate ma abbiamo molta paura per lei perché ci sono stati segnalati diversi casi del virus all'interno della casa albergo".
Grande la paura di un contagio diffuso che possa andare a colpire gli ospiti in modo massiccio, proprio quella fascia di popolazione più fragile che siamo chiamati a proteggere ad ogni costo.
"Noi figli stiamo davvero male, abbiamo paura che i nostri genitori possano soffrire o addirittura morire di questa patologia senza di noi, soli, chiedendo dei loro figli - spiega con commozione Angelica - Malgrado ciò, nel mio caso, è proprio nostra madre a farci forza. 'Non importa se muoio io, sono vecchia, l'importante è che non vi ammaliate voi' ci dice al telefono. Ma dai suoi occhi capiamo che ha pianto, che ha paura. Malgrado tutto è ancora lei a farci forza".
Nessuna accusa da parte di questa figlia, solo la volontà di capire cosa accade all'interno della struttura.
"Se ci sono stati dei casi di positività - si domanda Angelica - perché non vengono fatti i tamponi agli ospiti e al personale sanitario? Gli operatori sono eccellenti, fanno un lavoro straordinario, perché non vengono protetti adeguatamente con mascherine, guanti e tute? Da quanto sappiamo noi parenti non ne hanno".
La posizione della Fondazione Ca' d'Industria
A seguito di questa toccante richiesta d'aiuto abbiamo contatto telefonicamente la Fondazione Ca' d'Industria che gestisce, tra le altre, la Casa Albergo Villa Celesia di via Bignanico a Como, dove sono ospiti circa 60 anziani autosufficienti.
"Da quando è scoppiata l'epidemia di Covid 19 abbiamo avuto 3 casi ufficiali a cui il tampone è risultato positivo, 2 ospiti in Villa Celesia e 1 nella Rsa Le Camelie - spiega il presidente di Ca' d'Industria Gianmarco Beccalli - Purtroppo tutte e tre le persone erano state ricoverate in ospedale e poi sono decedute".
La situazione però è molto più complessa perché in entrambe le strutture non mancano casi febbrili e pazienti con sintomi riconducibili all'infezione da Covid 19 e i numeri, anche se non ufficializzati dal tampone, potrebbero essere ben più importanti.
"Purtroppo i tamponi scarseggiano e riuscire a trovarli è davvero difficilissimo - prosegue Beccalli - Finalmente abbiamo avuto la disponibilità dall'ospedale di Erba a testare i nostri ospiti con sintomi. Lo faranno a giorni, così avremo un quadro più chiaro. Fin dal primo momento, comunque, la nostra struttura ha seguito tutte le prescrizioni emesse dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dallo Stato e da Regione per tutelare i nostri ospiti".
La situazione degli operatori sanitari
Ormai da giorni le sigle sindacali chiedono tamponi a tutti gli operatori sanitari, compresi quelli delle Rsa e a tal proposito il tavolo tra le parti in Prefettura è aperto.
"Tutte le Rsa vivono una difficoltà concreta nel reperire i tamponi - sottolinea Vincenzo Falanga, segretario provinciale della Uil Fpl - Abbiamo scritto al Prefetto che il rischio di propagazione del virus tra un'utenza così fragile potrebbe essere devastante".
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Anche su questa situazione il presidente di Ca' d'Industria ha risposto chiaramente: "Da tre settimane cerchiamo disperatamente dispositivi di sicurezza per i nostri operatori e finalmente abbiamo trovato delle mascherine che per qualche tempo ci permetteranno di stare tranquilli. Impossibile invece al momento reperire ovunque dei camici. Ho scritto perfino ad Armani quando ha annunciato di aver riconvertito le tessiture per l'emergenza ma per il momento non riusciamo a trovarne".
Per quel che riguarda i tamponi agli operatori invece Beccalli spiega: "Trattandosi di lavoratori non possiamo fare i tamponi di nostra iniziativa, come per gli ospiti. Dobbiamo attendere Ats Insubria che però li richiede solo in caso di sintomi. Ho diversi operatori a casa in malattia che devono rientrare ma lo faranno solo dopo che Ats Insubria farà il test".
Stephanie Barone