Il Centrosinistra canturino: "Alla Rsa Garibaldi Pogliani contagiati il 50% degli operatori. Situazione drammatica"
Chiesti chiarimenti anche all'Asst per quanto riguarda la presenza di pazienti covid all'ospedale di Cantù.
Nel pomeriggio di oggi, giovedì 23 aprile 2020, Partito Democratico, Unire Cantù e Cantù con Noi hanno tenuto una videoconferenza stampa. Fari puntati sulla situazione nella Rsa Garibaldi Pogliani e sull'Asst, a cui il Centrosinistra canturino ha chiesto chiarimenti sulla presenza di pazienti covid nonostante il presidio fosse stato in precedenza dichiarato non idoneo.
"L'ospedale di Cantù è idoneo ad ospitare pazienti covid?"
In questi giorni c'è stato uno scambio di comunicazioni tra l'Asst e le minoranze canturine. A spiegare la vicenda è stato il consigliere Vincenzo La Torraca (Unire Cantù): "Abbiamo ribadito all'Asst alcuni punti che devono essere chiariti, facendo delle precisazioni. Non vogliamo creare polemiche in un momento così difficile per la sanità. Semplicemente abbiamo voluto fare in modo che la cittadinanza fosse informata su un aspetto che ha destato una grave perplessità. C'è stato un alto numero di contagi tra gli operatori sanitari, abbiamo quindi chiesto alcune informazioni su questioni che interessano la cittadinanza. Abbiamo inviato una prima lettera a cui ha fatto seguita una risposta di Asst che per noi non è soddisfacente. Vorremmo sapere perché l'ospedale di Cantù, dichiarato dalla stessa azienda ospedaliera non idoneo per affrontare l'epidemia, ha avuto un numero di contagi così elevato. Risulta che all'interno della Terapia intensiva ci siano sei pazienti, quindi per quanto piccola c'è un'area covid. C'è quindi una sorta di contraddizione: se la struttura non è adeguata non ci dovrebbe essere nessun area covid. Chiediamo quindi che ci sia una copia della deliberazione che ha stabilito l'inidoneità del presidio alla cura dei pazienti covid, con le eventuali eccezioni ed ha disciplinato le modalità di accoglienza e trasferimento".
Sui dispositivi di protezione all'interno dell'ospedale: "I numeri che la stessa direzione generale ci ha dato, non ci consentono di fare valutazioni. Considerando però i numeri degli operatori, i giorni e i dipositivi forniti c'è qualcosa che non torna. Noi non riteniamo che i dispositivi siano insufficienti, vogliamo solo dei chiarimenti. Non abbiamo leso il decoro professionale dell'Asst. Abbiamo chiesto informazioni per rendere alla cittadinanza comunicazioni che sono dovute visto che il presidio Sant'Antonio Abate opera nel territorio canturino".
Poi la fracciatina alla maggioranza: "Avrebbe dovuto essere per prima la maggioranza a chiedere spiegazioni su quanto stava accadendo".
La replica di Asst
La direzione generale dell'Asst oggi, 23 aprile 2020, ha risposto alle domande poste da Latorraca con una nota che pubblichiamo integralmente.
"Il Gruppo di Lavoro istituito con il provvedimento n.345 del 14.04.20 in particolare tra le proprie finalità il fornire alla scrivente Direzione Generale apposito approfondimento relativamente alle circostanze e cause specifiche del fenomeno in oggetto e pertanto sarà possibile fornire le informazioni richieste circa l’assegnazione dei DPI per ogni reparto o U.O.C. non appena il Gruppo di Lavoro avrà rassegnato le proprie conclusioni alla scrivente Direzione Generale.
Relativamente ai rilievi circa la presenza presso il P.O. di Cantù di un numero di 6 pazienti Covid positivi ricoverati presso la Terapia Intensiva, ciò non è in contrasto con le precedenti comunicazioni aziendali che si riferivano ad una gestione generalizzata dei pazienti Covid positivi e non a quelli ricoverati presso la Terapia Intensiva, che hanno seguito un percorso dedicato ed in estrema sicurezza; né è prova il fatto che nessun operatore della Terapia Intensiva di Cantù si è positivizzato.
Peraltro tutte le determinazioni e riflessioni effettuate dalla Direzione Strategica della ASST Lariana sono state approfondite nella Relazione avente ad oggetto “Documento Pianificazione Emergenza Covid 19” del 15.04.20, ed in particolare nella Sezione relativa alla III fase (dal 21.03.20 al 24.03.20) e nella Sezione “Alcune notazioni a margine di una polemica sindacale”. Tale Relazione è disponibile sul sito web della ASST Lariana all’indirizzo: http://www.asst-lariana.it/v2/1/news/Relazione.pdf
Occorre comunque precisare che il P.O. di Cantù non è stato ritenuto adeguato a trattare pazienti COVID 19 se non occasionalmente, in fase di transito dalle articolazioni di Pronto Soccorso in condizioni di iper afflusso, ad eccezione della Unità Operativa di Terapia Intensiva, avuto particolare riguardo alla evidente situazione emergenziale che ha fatto ritenere opportuno far convergere i pazienti Covid 19 verso l’Ospedale Sant’Anna, DEA di II Livello Emergenza-Urgenza.
Si conferma pertanto che presso tale presidio non sono state organizzate aree di degenza dedicate a pazienti COVID 19.
Quanto sopra è stato condiviso da sempre con la Direzione Medica di riferimento e con il Collegio di Direzione aziendale.
Per una migliore comprensione si invita alla lettura della relazione di cui sopra.
Con riferimento alla fornitura dei DPI e DM si ribadisce che tutti i dipendenti hanno avuto a disposizione i presidi in coerenza con le attività svolte e con le indicazioni dell’ISS".
"Alla Rsa Garibaldi Pogliani contagiati il 50% degli operatori"
Spazio poi alla situazione della RSA Pogliani Garibaldi per cui il Centrosinistra aveva presentato un'interrogazione al sindaco. A intervenire sul tema è Filippo Di Gregorio (Pd): "Abbiamo rivolto qualche tempo fa al sindaco un'interrogazione per avere delle informazioni. Noi ci siamo messi a svolgere un ruolo di supplenza rispetto all'Amministrazione. Non dovrebbero mai esserci incertezze in queste situazioni. Ci è stato risposto dal sindaco che fino al 3 aprile erano stati effettuati solo 3 tamponi, che avevano dato esito negativo. Dal 3 aprile al 20, risulta che siano stati fatti 140 tamponi. Secondo dati non ancora ufficiali che ci arrivano, più del 50% del personale risulta contagiato e gli ospiti lo sono in larga maggioranza. Il personale ora è in una situazione drammatica". Per quanto riguarda invece gli anziani ospiti: "L'Amministrazione non ci ha fornito indicazioni sui numeri dei contagi, in percentuale il numero sarà superiore rispetto al personale sanitario. Nel 2019 risultano 29 docessi totali (tra le strutture di via Galimberti, via Fossano e Capiago Intimiano), in questi primi quattro mesi del 2020 siamo a 63. Non è stata però fatto un tampone post-mortem".
"Il personale dirigenziale - puntualizza Di Gregorio - però aveva agito correttamente. Ben prima che arrivasse l'obbligo di chiusura delle strutture residenziali per anziani, avevano deciso di chiudere le visite ai parenti per una sorta di scrupolo. Purtroppo è accaduto lo stesso, non sono quindi stati i parenti ma chi lavorava all'interno delle strutture ad infettare gli anziani. Qualcosa non ha funzionato a livello di sanità regionale".
Sugli operatori sanitari: "Ora la struttura non riesce a trovare personale che possa intervenire, molti hanno paura sapendo la criticità della situazione. Inoltre gli operatori disponibili preferiscono andare negli ospedali".
"Laddove non lo faccia l'Amministrazione comunale, - ha concluso Di Gregorio - è nostro dovere dare informazioni ai cittadini. Di fronte a questa crisi l'Amministrazione è evaporata. Gli unici temi trattati del sindaco sono state le critiche nei confronti del Governo nazionale".
DALLA RSA NELLA GIORNATA DI LUNEDì 27 APRILE è ARRIVATA UNA SMENTITA SUI NUMERI FORNITI >>
Rsa Garibaldi Pogliani smentisce il contagio del 50% degli operatori e il dato sulla mortalità
I buoni spesa distribuiti ai bisognosi
Durante la videoconferenza si è parlato anche dei buoni spesa. Antonio Pagani (Pd) ha spiegato: "Da subito ci siamo proposti di collaborare in maniera propositiva con l'Amministrazione. Inoltre volevamo capire se questa prima tornata di aiuti stanziati dal Governo è servita a coprire i primi bisogni oppure no. Secondo un nostro calcolo le famiglie beneficiarie erano circa 400, il vicesindaco Molteni ci ha risposto che i numeri non corrispondeva alla realtà. Volevamo però capire anche quante domande erano arrivate e in che tipologie di nuclei familiari. Abbiamo poi proposto di dare risonanza alla campagna "Aiuta Cantù", rendicontando peridicamente gli importi raccolti. In un primo momento non abbiamo avuto risposta, abbiamo quindi posto nuovamente la domanda. Poco fa è arrivata comunicazione del vicesindaco in cui si dice che sono stati raccolti 7mila e 715 euro, non è molto ma nemmeno niente. Speriamo che la campagna, adeguatamente sostenuta e promossa, possa soddisfare i bisogni del maggior numero di persone".