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Covid -19, pazienti al Camping Porlezza: insorgono i residenti e alla fine Ats dice 'no'

I proprietari avevano dato disponibilità per ospitare persone in via di guarigione: uno di loro era già arrivato e le stanze sanificate.

Covid -19, pazienti al Camping Porlezza: insorgono i residenti e alla fine Ats dice 'no'
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Un pasticcio. Non si può definire in altro modo quello andato in scena a Porlezza nella giornata di ieri, lunedì 27 aprile 2020. Un gruppo di tre ragazzi disabili guariti dal Covid-19 avrebbe dovuto trascorrere la quarantena all'International Camping di Porlezza che, essendo chiuso per l'emergenza, aveva dato la disponibilità dei propri spazi ad Ats Insubria per questo scopo. All'ultimo momento invece dietrofront dell'Agenzia, quando uno dei ragazzi era già arrivato alla struttura ricettiva.

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Covid -19, pazienti al Camping Porlezza: insorgono i residenti sui social

Una vicenda che ha scatenato gli animi di molti sui social network. A inizio giornata infatti la notizia che, su richiesta della Croce Rossa, i proprietari dell'International Camping avevano dato disponibilità a Regione per ospitare chi, guarito dal coronavirus, per vari motivi non aveva possibilità di fare rientro nella propria abitazione.

Un'ipotesi che ad alcuni residenti non è piaciuta per niente, tanto da insinuare di voler trasformare Porlezza in un lazzaretto. Commenti aggressivi e amari sul gruppo Facebook "Sei di Porlezza se" tanto che la figlia del proprietario, Giulia Coppa, ha replicato con durezza: "Tutti insieme ce la faremo, dove è finito scusate? Tutti insieme ce la faremo a fare cosa? A cantare dai balconi? E se ci foste voi al loro posto?".

"Uno dei ragazzi già qui ma Ats ci ha ripensato"

Raggiunto telefonicamente, il proprietario del Camping di Porlezza Mauro Coppa spiega: "Abbiamo una struttura attrezzata di 130mila metri quadrati ed, essendo vuota perché siamo obbligati a restare chiusi, abbiamo dato la nostra disponibilità a ospitare chi non può tornare a casa senza pretendere nulla in cambio. Al momento nella struttura abitiamo solo io, mia figlia e il custode, così ci hanno comunicato che sarebbero arrivati tre ragazzi che non possono tornare nelle loro case".

Quindi Coppa spiega: "Uno di loro era già arrivato nel pomeriggio (del 27 aprile, Ndr) con l'ambulanza e gli operatori avevano già sanificato le case mobili che avrebbero ospitato i tre ragazzi. Poi ci sono stati quei bruttissimi commenti sui social e alla fine Ats Insubria, senza spiegarci il motivo, ha negato l'autorizzazione e ha deciso di mandare i ragazzi altrove. Abbiamo deciso di dare ospitalità per la notte ai sanitari a titolo gratuito".

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