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Test sierologici, Argegno sì Laglio no. Il sindaco: "Se è necessario deve essere garantito dal Sistema Sanitario"

L'analisi per scoprire chi ha contratto e superato il virus divide i primi cittadini.

Test sierologici, Argegno sì Laglio no. Il sindaco: "Se è necessario deve essere garantito dal Sistema Sanitario"
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Il tema caldo delle ultime settimane è senza dubbio quello dei test sierologici che permettono di scoprire se si hanno gli anticorpi al virus, ovvero se si è rimasti contagiati e si è superata la malattia. Per il momento Regione Lombardia li ha attivati esclusivamente per chi è in isolamento domiciliare perché ha avuto contatti con persone positive. Alcuni Comuni però hanno deciso di fare da sé e di non aspettare Ats con l'obiettivo di capire la diffusione del virus sul proprio territorio.

Test sierologici, Argegno sì Laglio no

E' stata la scelta di Suello, Comune lecchese al confine con l'erbese, ma anche di Argegno che ha fatto partire i prelievi nei giorni scorsi "per un maggior monitoraggio del territorio", come ha spiegato il sindaco Anna Dotti. Si sono detti interessati anche Maslianico, Sormano e Caglio che però per il momento malgrado l'interesse dei cittadini è in stand-by. Un netto no è invece stato spiegato dal sindaco di Laglio, Roberto Pozzi.

"Test sierologici. No grazie - spiega il sindaco - Alcuni cittadini mi chiedono perché il Comune di Laglio non si sia attivato per l’esecuzione di test sierologici utili alla ricerca di anticorpi del coronavirus. Mi sembra giusto rispondere e fare chiarezza. I test sono a pagamento ed eseguiti da laboratori privati. Il costo si aggira sui 40/45 euro, non proprio bruscolini. Chi se lo può permettere?"

"Leggo che Regione Lombardia consente il test nelle strutture private e mi chiedo dove sia finita la sanità pubblica e che ruolo abbia oggi. Se il test è necessario deve essere garantito dal Servizio Sanitario Pubblico di Regione Lombardia e reso disponibile a tutti gratuitamente. Se non lo è perché viene consentito il coinvolgimento degli Enti Locali, in ordine sparso - si chiede il primo cittadino - Siamo ancora in attesa che venga dato seguito alle richieste dei medici di medicina generale per sottoporre a tampone persone conviventi con ammalati di Covid. Persone recluse senza sapere se e quando potranno uscire e sponsorizziamo i test sierologici? Le persone che si sottopongono a tampone sono consapevoli che in caso di esito positivo dovranno andare in quarantena sino all’esito del tampone (auguri) ?". 

E conclude: "Siamo entrati in questa pandemia confusamente e confusamente ne stiamo uscendo (almeno si spera)". 

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