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Emergenza Freddo in via Borgovico. Como Senza Frontiere: "Anche questa volta il Comune si chiama fuori"

Per l'associazione è fondamentale andare oltre un letto per la notte ma organizzare un luogo dove gestire queste persone.

Emergenza Freddo in via Borgovico. Como Senza Frontiere: "Anche questa volta il Comune si chiama fuori"
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A pochi giorni dall'annuncio dell'amministrazione provinciale della disponibilità degli spazi dell'ex caserma di via Borgovico da destinare a Emergenza Freddo, l'associazione di volontariato Como Senza Frontiere punta ancora una volta il dito contro l'amministrazione comunale guidata da Mario Landriscina.

Emergenza Freddo in via Borgovico

Ecco la riflessione e l'appello alla realizzazione di uno spazio notturno e diurno per i senza fissa dimora di Como Senza Frontiere.

La dichiarata disponibilità di uno spazio pubblico per la realizzazione di una struttura da dedicare alla cosiddetta “Emergenza freddo” per il prossimo inverno ormai incombente è ovviamente una buona notizia, perché offre un riparo per la notte a persone che nelle vicissitudini della loro vita si trovano a essere senza dimora.

Le possibilità – come ripetiamo, insieme a tante altre realtà, da anni – ci sono e trovarle non è così difficile… L’ex caserma dei Carabinieri di via Borgovico (già utilizzata come centro di accoglienza) è solo una delle tante, e forse nemmeno tra le più adeguate, comunque già destinata in un prossimo futuro ad altre funzioni.

È bene non dimenticare che il dormitorio invernale è una risposta solo parziale alle esigenze della città e della porzione più “fragile” delle persone che la vivono.

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Bisogna ricordare che le esigenze delle persone senza dimora – migranti o native che siano – non si limitano a uno spazio dove passare la notte, ma si rivolgono al soddisfacimento di ben più ampi bisogni vitali: un luogo al coperto e al caldo per pranzare e cenare, dove la gente possa trascorrere parte della giornata, studiare, leggere, scrivere, intrattenere relazioni sociali, essere informata e coadiuvata sui propri diritti. Per il soddisfacimento di questi bisogni gli spazi in città sono stati, negli ultimi anni, drasticamente ridotti. Né questi spazi e questi diritti possono essere limitati solo ad alcune stagioni dell’anno, ma vanno pensati e realizzati con continuità.

Non si può quindi tacere la preoccupazione che nasce dalla constatazione di come l’Amministrazione comunale di Como continui a “chiamarsi fuori” da tutte le problematiche connesse al disagio sociale, rifiutandosi di mettere a punto un piano complessivo che cominci a risolvere le gravissime criticità relative alla inadeguatezza dell’accoglienza e alla carenza di servizi sociali.

Ancora per una volta, si è di fronte a un piano d’emergenza e si evidenzia quanto le istituzioni siano incapaci di affrontare i problemi strutturali della città e della sua popolazione, incapacità tanto più grave in una situazione che continua a manifestare sempre più preoccupanti segnali di crisi sanitaria.

Per questo, di nuovo, torniamo a chiedere che le istituzioni della città e del territorio si mostrino all’altezza della situazione, mobilitando tutte le risorse necessarie e mettendo a disposizione tutte le indispensabili strutture già esistenti.

Per questo, di nuovo, invitiamo a sottoscrivere l’appello di Como senza frontiere per la realizzazione di un centro diurno + dormitorio pubblico a Como, città di frontiera e di transito.

Per questo, di nuovo, torniamo a chiedere che – anche nel ricordo dell’opera di don Roberto Malgesini – venga reperita e allestita una struttura stabile e adeguata per le persone che, ancora oggi, in una delle regioni più ricche d’Europa, sono costrette ai margini del “vivere civile”.

Como senza frontiere

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