Olgiate Comasco

Nuovo oratorio, la sala della comunità sarà intitolata a Tina Molteni

L'annuncio è stato dato dal parroco al termine del funerale della generosa volontaria olgiatese.

Nuovo oratorio, la sala della comunità sarà intitolata a Tina Molteni
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Nuovo oratorio: oggi, al termine del funerale di Tina Molteni, il parroco ha annunciato che la sala della comunità porterà il nome della compianta parrocchiana e benefattrice.

Nuovo oratorio con l'impronta di solidarietà di Tina Molteni

La comunità olgiatese ha dato l'estremo saluto a Tina Molteni, scomparsa domenica 7 febbraio all'età di 71 anni. Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano gremita in ogni posto disponibile. Le porte sono rimaste aperte e anche il sagrato ha accolto un gran numero di persone. L'omelia del vicario, don Francesco Orsi, ha sottolineato come Tina Molteni, laboriosa nella solidarietà insieme a tante associazioni, facesse il bene a partire dalla granitica fede in Dio. Il vicario ha marcato anche l'atto finale della vita della volontaria, conclusasi "stringendo la mano a un sacerdote". Poi l'annuncio del parroco, don Flavio Crosta: la sala della comunità del nuovo oratorio sarà dedicata a Tina Molteni.

Associazioni e Comune presenti all'addio

I rappresentanti delle associazioni olgiatesi, il sindaco con la fascia tricolore, il gonfalone del Comune portato dagli agenti della Polizia locale: l'omaggio alla volontaria e consigliere comunale ha radunato in preghiera, insieme ai parenti, una folla composta, scioltasi in un applauso sul piazzale della chiesa, all'uscita della bara.

L'omelia di don Francesco Orsi

"Siamo stati fortunati a conoscere Tina. Diciamo meglio: siamo stati benedetti, Grazie, nel vero senso della parola, nel farci accompagnare, ciascuno nel proprio tratto di strada, dalla compagnia risoluta e allegra di Tina. Me la vedo mentre scarrozza i bambini col suo Apecar portandoli a scuola, Me la vedo che che apre i suo palmi al misero, stende la mano al povero, ed è inutile qui elencare le innumerevoli iniziative di carità che ha sostenuto. Me la vedo mentre si stringe nei suoi fianchi e rafforza le sue braccia perché non c'era ostacolo che Tina non poteva superare. Insomma, una Marta dei giorni nostri, come la donna laboriosa del vangelo, amica del Signore, sorella di Lazzaro. Una Marta anche Tina, disposta a servire il Signore, con quel suo carattere che non te le mandava a dire: seria, convinta di quello che aveva nel cuore. Ha lottato con tutte le sue forze, fino all'ultimo, confortata dalla sua famiglia e dalle sue amiche del cuore. Un calvario terribile, quasi inspiegabile. Ma proprio domenica ho capito che Tina ha vinto. Ha vinto anche questa volta. Anche nella malattia, nella sua sofferenza, ha ribadito con forza e ha testimoniato la sua fede semplice, senza orpelli, nella comunione eucaristica, unico cibo che le era rimasto nelle ultime settimane. Lei ha ribadito la sua fiducia alla parola di Gesù: "Chi mangia di questo pane non morirà in eterno". Nella sua ultima confessione si è abbandonata alla misericordia e alla parola di Gesù che dice: "Chi crede in me, anche se muore vivrà in eterno". E nonostante quel turbinio di dubbi, di delusioni, che erano i suoi ma sono anche i nostri, davanti alla tentazione di lasciar perdere l'ultima cosa, quella più importante, la fede, lei ha resistito fino all'ultimo. E ha resistito volendo morire stringendo le mani a un sacerdote, perché sapeva che per vincere quell'ultima volta non lo si poteva fare da soli. Si lotta insieme, come ha fatto per tutta la sua vita. Insieme ha lavorato per un mondo migliore, insieme ha cercato di costruire un mondo migliore, insieme ci ha fatto crescere come comunità e come città. Insieme si cambia. Tina è morta come ha vissuto: da vincitrice. E la sua vittoria non si radica in un partito, non si radica in un'associazione, ma nella fede pasquale. Lei ha vinto grazie alla sua fede. Se ha vissuto come una donna forte, lo si vede dalla sua fede rocciosa. Se oggi vediamo le sue opere di bene, alle porte della città, lo dobbiamo alla sua amicizia. Tina ha vinto e mostra a noi oggi uno stile di vita improntato alla carità, mostrandoci la dignità con cui ci si muove da cattolici nella fede che può vincere anche la morte. Tina ha vinto nel costringere ciascuno di noi, ora, a rispondere senza dubbi alla domanda di Gesù: "Credi?". Lei ha dato la sua risposta definitiva".

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