Appiano Gentile

Telefonate ai figli durante le lezioni, la dirigente scolastica contro gli smartphone

Luisa Lodi ha scritto una lettera ai genitori in cui ribadisce il divieto di utilizzo in classe: si chiede collaborazione

Telefonate ai figli durante le lezioni,  la dirigente scolastica contro gli smartphone
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Telefonate ai figli durante l’orario di lezione, la dirigente scolastica dell'0istituto comprensivo di Appiano Gentile corre ai ripari e scrive ai genitori.

Uso scorretto degli smartphone

Succede anche questo nel mondo della scuola. Nonostante l’utilizzo degli smartphone sia vietato, infatti, i cellulari vengono utilizzati da gran parte degli studenti della scuola secondaria di primo grado e, in svariati casi, anche alla primaria. Una situazione insostenibile, tanto da indurre la preside Luisa Lodi ad aprire un dialogo schietto e costruttivo con le famiglie. Alla base una richiesta: evitare che li portino a scuola. "Sono solita scrivere una lettera di benvenuto a inizio anno - spiega la dirigente scolastica - in cui affronto un tema di attualità. I telefonini sono un problema e sono un problema da affrontare in collaborazione con le famiglie".

La lettera alle famiglie

La lettera è chiara e si apre ribadendo la circolare ministeriale in cui viene vietato l’utilizzo degli smartphone. "Non è in discussione la didattica digitale, bensì l’uso del telefonino personale a scuola da parte di bambini e ragazzini al di sotto i 13 anni - si legge nella comunicazione - E’ allarmante l’esposizione costante dei minori al giudizio dei pari e degli altri adulti in merito all’espressione di se stessi. Non c’è riservatezza nemmeno in classe, tutto può diventare pubblico, soprattutto gli insuccessi, tutto può essere sottoposto a gogna, soprattutto le debolezze. I messaggi postati possono essere inoltrati all’infinito e spesso diventano fonte di imbarazzo soprattutto per i loro spavaldi autori. Sappiamo tutti che la quasi totalità degli alunni della scuola secondaria (e anche alcuni alunni delle scuole primarie) continuano imperterriti a portare e ad usare il loro dispositivo, con goffi tentativi di dissimularne il possesso. Si tratta di oggetti dal costo ragguardevole (credo che nessun genitore darebbe l’equivalente in soldi, in tasca al proprio figlio), che frequentemente innescano competizioni sgradevoli, che spesso vengono usati in modo inconsapevole, anche a rischio di reato (si riprendono di nascosto docenti e compagni e si diffondono, senza riflettere, immagini, video e commenti irrispettosi e offensivi), che divorano il tempo e lo spazio della socializzazione riducendoli a una sequenza di click".

Esempi poco edificanti

Diversi i casi riportati dalla dirigente: "Capita spesso che gli stessi genitori chiamino i figli durante l’orario scolastico". Elementi messi ben in chiaro nella lettera: "E’ altamente probabile che tanti genitori sappiano e che perfino siano d’accordo nel non rispettare il divieto: “Mio figlio deve essere al sicuro: se perde il bus o succede qualcosa deve poter telefonare”; “Li usano tutti, come si fa a dire di no?”; “Io glielo dico di lasciarlo a casa, ma lui lo prende lo stesso”. Capita molto frequentemente che si chieda alla scuola di dirimere i litigi e i conflitti generati dall’uso degli smartphone, senza considerare le contraddizioni insite in questa richiesta, anche semplicemente riguardo alla definizione del perimetro di competenza: chi deve occuparsi dei messaggi scritti fuori dalla scuola, oppure dentro la scuola, ma con dispositivi che in ogni caso non dovrebbero entrarvi?". Insomma, il tema c’è ed è caldo. Tanto che l’istituto organizzerà degli incontri ad hoc. Momenti di approfondimento con esperti rivolti sia ai ragazzi che ai loro genitori.

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