Giovani spacciavano su Telegram, Giulio Russo (Sinistra per Mariano): "Una sconfitta per la comunità"
"Sono rimasto sbigottito, rattristato e anche un po’ spaventato nell’apprendere la notizia dei giovanissimi marianesi coinvolti nell’indagine"

Nei giorni scorsi la Polizia di Stato ha portato alla luce una rete di giovani e giovanissimi spacciatori, alcuni minorenni, che vendevano stupefacenti nella piazza virtuale di Telegram. Tra i coinvolti anche alcuni ragazzi di Mariano Comense e Cabiate. Sul tema è intervenuto Giulio Russo, referente di "Sinistra per Mariano".
Giulio Russo: "Preoccupa l'età dei protagonisti"
"Sono rimasto sbigottito, rattristato e anche un po’ spaventato nell’apprendere la notizia dei giovanissimi marianesi coinvolti nell’indagine sullo spaccio online. Per carità, non sono sprovveduto: a Mariano, come in tanti altri paesi, episodi del genere ci sono sempre stati. Ma ciò che preoccupa davvero è che l’età dei “protagonisti” si sta abbassando sempre di più. Come genitore, come membro della nostra comunità e come "politico locale", mi chiedo dove si sia fallito e cosa possa spingere un ragazzo, ancora minorenne, a spacciare o a fare uso di sostanze stupefacenti. Non dobbiamo cercare giustificazioni, né colpevoli, ma è nostro dovere fermarci e riflettere tutti insieme. Dobbiamo porci delle domande: perché sempre più minorenni bevono alcolici, fumano, fanno uso di sostanze e si mettono a spacciare? Lo fanno per soldi facili? Per sentirsi accettati, per fare i "maranza", per dimostrare alla compagnia di essere più grandi? È vero, la soglia del proibito l’abbiamo varcata tutti, chi più chi meno. Ma io sono triste e preoccupato nel vedere una generazione – quella dei nostri adolescenti, dei nostri figli – che sembra spegnersi. Ragazzi che si fanno del male per noia, senza sogni, senza dignità, senza rispetto per gli altri e, purtroppo, senza certezze sul proprio futuro. Quanti giovani abbandonano la scuola? Quanti passano le giornate migliori chiusi in camera, tra TikTok, Telegram e altre “diavolerie online”, vivendo una vita virtuale senza preoccuparsi del proprio benessere fisico e mentale? Non voglio giudicare né colpevolizzare nessuno. Non sono uno psicologo, né un sociologo, né un docente. Sono solo un genitore, un cittadino, un esponente di un partito che ha il dovere di chiedersi dove si è sbagliato e cosa si possa fare".
"E' una sconfitta per la nostra comunità"
Poi ha proseguito: "Non mi interessa sapere se i ragazzi coinvolti siano di “buona famiglia” o meno. Questo non dovrebbe interessare a nessuno, perché quanto accaduto è una sconfitta di tutta la nostra società e comunità. Come politico, come genitore, come adulto, mi chiedo sempre più spesso come possiamo interagire con loro, come comprenderli davvero, come sentire e rispondere ai loro bisogni. Forse Mariano offre poco ai giovani in termini di vita sociale, culturale e di aggregazione: nessun cinema, nessun teatro, un oratorio (San Rocco) spesso chiuso. Non si tratta di colpevolizzare, ma di ascoltare il loro disagio e tendere loro una mano".
Il ruolo del Comune
"In Municipio abbiamo ottimi assistenti sociali, ma molte famiglie non si rivolgono a loro per paura, per vergogna o perché magari nemmeno sanno che ci sono. Io stesso, obiettivamente, non so nemmeno se esista ancora un consultorio familiare, come c’era quando ero giovane. Al Comune possiamo almeno chiedere di intensificare e far conoscere tutti quei servizi che si occupano dell’assistenza alla persona. Chiediamo un controllo più forte e più serrato nella lotta allo spaccio. Chiediamo alle scuole, alla parrocchia, allo stesso Comune, di organizzare più serate e giornate dedicate al tema della droga, per spiegare ai ragazzi che i soldi facili non portano ricchezza né potere, ma solo una felicità effimera. Che chi fa uso di sostanze o si ubriaca sperimenta, dopo l’euforia, soltanto tristezza, frustrazione e un progressivo declino fisico e mentale. Facciamo forza comune per i nostri ragazzi. Per il nostro futuro".