Cervelli in fuga dal Canturino e Marianese

"All'inizio è stato difficile, ma Miami è casa mia"

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"All'inizio è stato difficile, ma Miami è casa mia"
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Attivo nel mondo della logistica da anni e autentico «giramondo», il canturino Elvis Alù, classe 1993, si è trasferito nel 2019 a Miami dove ha trovato un mondo affascinante e adatto al suo stile di vita.

Prima l'esperienza a Londra, poi il trasferimento a Miami

Alù racconta: «Io ho sempre lavorato nell’ambito del trasporto di mobili di lusso. Per questo mi sono anche trasferito a Londra dove sono stato sei mesi. Avevo 22/23 anni poi ho cambiato lavoro e ho fatto, per un certo periodo, il frontaliere con la Svizzera. Successivamente ho ricevuto un’offerta di trasferimento. Inizialmente la meta proposta era New York. Necessitavano qualcuno che conoscesse la logistica italiana. Poi, però, hanno aperto la sede a Miami e mi hanno chiesto se avessi voglia di andarci». La scelta è stata relativamente semplice: «Nel gennaio del 2019 mi sono trasferito, non ci ho pensato più di tanto. Era la scelta giusta per le mie esigenze».

Le difficoltà

Il primo periodo non è stato semplice: «All’inizio era difficile, sono stati tre mesi complessi. Gli americani non hanno il nostro concetto di amicizia. C’erano poche persone che volessero condividere passioni e attività». Poi, la svolta: «Avevo tempo fino all’8 marzo per decidere se rimanere o meno. Ero davvero indeciso perché è stata dura ma poi, a fine febbraio, ho conosciuto Oscar, uno dei miei amici attuali. Mi ha presentato un po’ di persone e ho pensato di poter rimanere qua».
Le ragioni di questa scelta sono state ripagate, Alù lo conferma: «Ho voluto lasciare l’Italia perché mi sentivo ristretto. Dopo i primi tempi molto duri, sono rimasto e ne è valsa decisamente la pena». L’impatto con l’universo a stelle e strisce è stato decisamente positivo: «La loro cultura è completamente diversa dalla nostra. Vedono tutto in grande. Questo, a volte, può essere percepito come un difetto perché non riesce a stare i piedi per terra ma, dall’altra parte, è una molla che non ti permette di accontentarti mai. Mi piace questo particolare». L’ambizione, dunque, è uno dei fondamenti del celeberrimo «sogno americano»: «In Italia percepivo un po’ troppo la tendenza ad accontentarsi che è lontana dal mio modo di pensare. La diversa cultura statunitense mi ha convinto».

I costi

Il canturino evidenzia un’altra grande differenza tra vecchio e nuovo mondo: «Mi è rimasta impressa una conversazione che ho avuto con la mamma di una mia amica una delle prime volte che tornavo in Italia dagli Usa. Avevo visto al supermercato uno shampoo da cinque euro che, a Miami, costa il triplo. La differenza nelle spese è tanta». Alù approfondisce: «L’impatto economico non è stato indifferente e anche dal punto di vista dell’alimentazione ci è voluto un po’ ad abituarsi. Io arrivo da una famiglia meridionale che mangia molta pasta e fa la colazione dolce, due caratteristiche che non ho ritrovato qua». Tuttavia, vivere Miami ha conquistato sempre di più il cuore del ragazzo canturino: «Dopo qualche tempo, la città mi sembrava il paradiso. Si può fare ciò che si vuole: per divertirsi ci sono le zone festaiole, per la tranquillità ci sono altre aree». Alù evidenzia un altro elemento particolarmente rilevante: «Il multiculturalismo mi ha fatto innamorare ancora di più di Miami. Si può interagire con tante persone, molto diverse tra loro ma con cui si può parlare e creare rapporti». Qualcosa, tuttavia, è cambiato rispetto a quel gennaio del 2019, quando Alù era sbarcato in Florida: «Dopo la pandemia molti ricchi newyorkesi si sono trasferiti a Miami. Ciò ha comportato un aumento dei prezzi piuttosto sensibile. Basti pensare che alcune case sono passate da costare 1900 dollari al mese di affitto a 3900 ma gli stipendi non sono cresciuti così tanto. Hanno messo molti soldi sul tavolo».

"La città è cambiata molto"

Il canturino, tuttavia, precisa che non ci sono solo lati negativi: «Il lato positivo di questi cambiamenti è la costruzione di nuove edifici e di nuove infrastrutture. Alcune zone di Miami sono diventate come New York, con grattacieli spettacolari». Tutte queste trasformazioni sono sempre molto stimolanti: «La città è cambiata molto e rimane decisamente vivibile a livello di negozi e di servizi». La differenza con la sua prima esperienza a Londra è profonda: «Non mi sono mai innamorato della capitale britannica. I londinesi sono molto freddi. A me piace molto dialogare mentre gli inglesi stanno tra di loro. A tutto ciò si sommava il fatto che il meteo fosse davvero pessimo». Miami è completamente diversa: «C’è il sole praticamente tutto l’anno e sono riuscito anche a perfezionare lo spagnolo visto che Miami è una città molto latina. Mi piace sentirmi così ricco culturalmente. È una vita migliore». Alù torna sull’intreccio con le altre culture: «Bisogna essere molto aperti mentalmente e lo sono stato. Tutto ciò aiuta a crescere come persona. Non siamo tutti uguali ed è giusto così».

I viaggi negli Stati Uniti

La lunga permanenza a Miami ha permesso al canturino di esplorare anche altre zone degli Usa: «Sono stato in California, Georgia, New York, Louisiana, alle Isole Vergini e a Porto Rico. Ho viaggiato parecchio, anche in Australia e Nuova Zelanda. Mi piace molto andare in giro». Alù è riuscito così a conoscere un’altra America, diversa rispetto alla Florida: «La Georgia è molto tranquilla, soprattutto dal punto di vista della criminalità. La Louisiana, invece, è un po’ più povera e ci sono più fragilità». Sono alcuni luoghi che fanno risaltare le difficoltà degli Stati Uniti: «C’è razzismo e molta divisione anche se a Miami si percepisce meno questa spaccatura essendo una città a maggioranza latinoamericana». Ma Alù è convinto che gli Usa siano ancora la terra delle opportunità: «Non tornerei mai a vivere in Italia. Vivere a Miami ti permette di far vedere quello che vali. Si fidano di te e ti lasciano spazio. C’è più meritocrazia e meno nepotismo. Inoltre, la mobilità sociale non si è bloccata». Ciò si riflette anche in altri ambiti: «Questa differenza culturale si vede anche nell’università. Negli Stati Uniti ci vanno tutti ed è una parte integrante del percorso di studi».

Il futuro è ancora in Florida

Nel futuro, il ragazzo canturino si vede ancora in Florida: «Avendo viaggiato tanto, il mio sogno era la California ma ho visto che non fa per me. In futuro, gli unici paesi in cui andrei sono Australia e Nuova Zelanda dove ci sono persone molto aperte e un bel clima». Alù conclude: «Ma Miami, per me, è il massimo. Non c’è nulla che cambierei. Qua mi sento talmente a casa che non ho la minima intenzione di trasferirmi. Mi piace di più come si vive qua rispetto all’Italia e, nonostante i problemi, la qualità della vita è alta».

Tommaso Minotti 

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