Ad Inverigo continua a tenere banco il caso legato allo striscione esposto sulla recinzione della scuola primaria Don Gnocchi.
La Cgil contro il sindaco
Il caso dello striscione con la scritta “Pace” rimosso dalla recinzione della scuola primaria Don Gnocchi di Inverigo continua a tenere banco. Anche Cgil Como e Flc Cgil Como puntano il dito contro la scelta del sindaco Francesco Vincenzi.
“Troviamo surreale che, tra i molti doveri che competono a un sindaco, si trovi il tempo per far rimuovere uno striscione scritto da bambini di una scuola primaria. È il segno di un paradosso: le stesse istituzioni chiamate a dare attuazione alla nostra Costituzione finiscono per censurare un messaggio di pace e per restringere gli spazi della conoscenza, proprio lì dove si formano le coscienze dei cittadini di domani”.
“La scuola non è luogo da sorvegliare”
Aggiungono dalla Cgil:
“La scuola non è un luogo da sorvegliare: è un presidio civile. La parola “pace” non appartiene a una parte; appartiene alla Repubblica che, all’articolo 11, ripudia la guerra, e all’articolo 21 tutela la libertà di manifestare il pensiero. Trasformarla in un problema amministrativo è un rovesciamento di senso che preoccupa chiunque abbia a cuore l’educazione e la democrazia. Come Flc Cgil e come Camera del Lavoro di Como – Cgil, ci chiediamo come e perché si sia arrivati a una scelta tanto incomprensibile. Chiediamo al sindaco un chiarimento pubblico, semplice e tempestivo e il ripristino dell’iniziativa, accompagnato da un incontro con la comunità scolastica. In un passaggio storico così delicato, rimuovere quello striscione significa trasmettere ai ragazzi un messaggio sbagliato: che il conflitto prevale sul dialogo, che l’autorità viene prima dell’educazione, che la cittadinanza si impara obbedendo e non pensando. È il contrario di ciò che la scuola, ogni giorno, prova a insegnare. La scuola va sostenuta, non intimidita. Difendere l’autonomia educativa non è un favore: è responsabilità di tutti”.