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Comitato Agast sul piede di guerra: "Nessuna convocazione dei genitori per ascoltare la nostra voce"

Comitato Agast sul piede di guerra: "Nessuna convocazione dei genitori per ascoltare la nostra voce"
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Comitato Agast sul piede di guerra. L'associazione genitori, amministratori di sostegno e tutori della Fondazione Clotilde Rango contro il sindaco Mario Anastasia e il Cda della Fondazione accusa la mancata convocazione di una riunione nell'ascolto dei genitori delle degenti della struttura.

Comitato Agast sul piede di guerra

"I genitori, tutori e amministratori rappresentati quasi al 100% dal Comitato AGAST che qui rivendica a gran voce la propria liceità  mi chiedono chiarezza inviandomi uno scritto sulla mancata convocazione del Comitato alla riunione genitori che con una tempistica irrisoria avete convocato notte/tempo il mese di agosto quando tutti sono in vacanza - così recita la missiva firmata da Carlo Colombo, presidente del Comitato -  Spiegazioni che non posso dare, se non convincerci di prendere atto della vergognosa situazione; cioè che tutta l'attenzione riservata, più volte ribadita anche per le vie brevi, per istaurare con i componenti del Consiglio della Fondazione trattative pacifiche, eque e paritetiche non ha sortito alcun risultato se non la conferma di un’annunciata tracotanza inaudita, di non rispondere alle richieste, di prendere sottogamba qualsiasi istanza, di dimostrare superiorità e disinteresse, tanto da costringere la messa in atto nel mese di giugno una pacifica manifestazione per ottenere qualcosa di più che necessario come i condizionatori d’aria per l’estate e la richiesta al CdA di ricevere finalmente dopo mesi il Comitato nella persona di tutti i componenti".

Comitato Agast sul piede di guerra

A giugno, l'associazione aveva organizzato una protesta fuori dalla sede della Fondazione Clotilde Rango lamentando l'assenza di condizionatori a proteggere le ragazze dal caldo torrido.

"Se oggi i condizionatori sono stati montati, il merito è solamente del Comitato, non certo di chi con incarico e responsabilità ben precise avrebbe dovuto pensarci dal mese di marzo senza attendere l’ondata di caldo, purtroppo, fin troppo subita dalle ospiti - prosegue la lettera rivolta al sindaco e al Cda della Fondazione -
Per ciò che riguarda la disattesa richiesta di far incontrare Comitato e CdA, con la furbesca quanto sterile manovra di bypassare convocando direttamente i genitori, conferma ancor più la forza della netta maggioranza in seno ad AGAST. Il tentativo capestro di non riconoscere e addirittura esautorare un Comitato di genitori per una causa così grande quale la tutela terza delle ragazze ospitate, pone in ridicolo il CdA e tutta la struttura che invece di benedire l’istituzione di un “valore aggiunto” per la struttura (in quanto può portare benefici collaborativi e recensioni più che positive nei confronti della struttura e conseguentemente del CDA), ostacola addirittura l’azione. Poco importa al Comitato AGAST se il Consiglio d’Amministrazione ha una spiccata qualità di far bilanci entusiasmanti e procurar quattrini, attività più prossime a una banca; il suggerimento è di ritornare a occuparsi di servizio sanitario e sociale proprio come nell’indirizzo primigenio e come richiesto a una casa di cura cristiana per disabili. Il Comitato AGAST non teme contraddittorio perchè spinto da un reale desiderio di protezione, d’occhio vigile e attento nei riguardi delle ospiti. Più che manifesto e fin troppo chiaro che il fine del CdA è  di far tacere una voce corale, unita e coesa tesa al miglioramento; preferendo invece singoli con opinioni disparate, certi nel concetto latino: divide et impera. Tentativo comunque inutile perché AGAST ormai è una realtà con spazi ben definiti, giuridicamente accreditati! Basti pensare la difficoltà di interloquire con un Presidente che facendo il sindaco di un paese ha giustamente necessità, disponibilità e urgenze diverse da chi invece potrebbe dell’incarico farne una vera missione umanitaria. Anche in questo i genitori delle ospiti sono stati previdenti dando una chiara lezione: hanno voluto un estraneo ai fatti per intervenire in loro vece, perchè il troppo coinvolgimento personale poteva distrarre all’obbiettivo e
diventare una guerra personale".

Nella foto la manifestazione organizzata a fine giugno dal Comitato Agast

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