Dopo il caso baby gang a Como il Pd torna sui centri di aggregazione: "Non devono chiudere"

La consigliera Patrizia Lissi: "I fatti dicono che la sicurezza è il presidio sociale dei territori".

Dopo il caso baby gang a Como il Pd torna sui centri di aggregazione: "Non devono chiudere"
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“Il primo pensiero che ho avuto leggendo la vicenda della baby gang è che bisogna lottare per non far chiudere i centri di aggregazione”. E' perentoria Patrizia Lissi, consigliera comunale del Partito Democratico a Como, commentato il fatto di cronaca. Mentre l'assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia Riccardo De Corato sottolinea l'importanza della rieducazione per questi ragazzi, Lissi ricorda che a Como chiudono i centri di aggregazione giovanile.

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“Sono intervenuta più volte in consiglio comunale contro la scelta sbagliata di chiudere il centro di aggregazione ‘La Pineta’ e per far proseguire la splendida esperienza del centro di aggregazione ‘L’Oasi’. Gli effetti della chiusura de La Pineta si vedono già nel quartiere: il centro offriva un’ottima possibilità di riscatto per i casi fragili, mettendoli in connessione con esperienze virtuose che stemperavano la vulnerabilità, come laboratori, serate a tema, confronto. Ora dove sono questi ragazzi?”, si chiede Lissi.

C’è una soluzione, secondo la consigliera Pd: “Ho ricordato, sempre in consiglio, il progetto ‘Party con noi’ che rientra nel programma operativo regionale Fondo sociale europeo per l’inclusione sociale. Ha come partner Mondovisione, Cooperativa Lotta contro l'emarginazione, Il gabbiano, Enaip, Csv, Asst Lariana, lo stesso Comune di Como e il Comune di Cantù. Le azioni sono l’uscita di una unità mobile nel contesto del divertimento e dell’aggregazione, sia diurna che serale, dove ci sono fenomeni di consumo di alcool e sostanze. Le finalità, la riduzione del rischio alla guida, i rapporti protetti e tutti i rischi connessi al consumo di alcool e sostanze che generano un’alterazione della coscienza. Sul piano dell’inclusione sociale, i soggetti giovani e fragili vengono accompagnati in un percorso personale. Per attivare il progetto è sufficiente chiamare gli operatori. Utilizziamolo, approfittiamo dei nostri splendidi centri di aggregazione, diamo l’opportunità ai giovani di avere delle alternative. A me non resta che sperare che le mie parole siano ascoltate dall’amministrazione comunale”.

Lissi chiosa con una riflessione: “I fatti dicono che la sicurezza è il presidio sociale dei territori, il monitoraggio e il controllo dei fenomeni. I cittadini devono sentirsi parte del territorio, devono sentirlo loro”.

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