Il Consiglio di Stato sospende la moschea: gioisce la Lega
Soddisfatti il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni e il sindaco Galbiati.
La linea politica del Comune è a tutela della legalità
Una presa di posizione a beneficio dell'intera comunità
Il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere la sentenza di primo grado riguardo la moschea di via Milano.
Soddisfatto il canturino Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno:
"Bene, anzi benissimo la decisione del Consiglio di Stato sulla moschea abusiva di Cantù che conferma, per ora, la nostra coerente linea politica, amministrativa e culturale a tutela della legalità e del rispetto della legge. È stato opportuno, come ho sempre sostenuto, impugnare la decisione del Tar, a beneficio dell’intera comunità canturina, della sicurezza del territorio e del principio di rispetto dei valori costituzionali. Rimango convinto che, senza intese costituzionali ex articolo 8 della Carta Fondamentale con lo Stato italiano, le comunità islamiche non possono arbitrariamente pretendere luoghi di culto senza una preventiva determinazione di rispetto dei valori e dei principi del nostro ordinamento tra i quali la parità uomo-donna. Una battaglia, quella contro la moschea cittadina, politica e culturale oltre che giuridica, di civiltà e di identità dalla quale mai arretreremo. La convivenza religiosa non si esercita nella plateale violazione dell’ordinamento nazionale e dei valori del mondo occidentale, e la rivendicazione dei diritti si deve sempre accompagnare al rispetto dei doveri in una logica di reciprocità".
Soddisfatta anche il sindaco Galbiati
A esprimere la propria soddisfazione è anche il sindaco di Cantù, Alice Galbiati:
"Siamo soddisfatti che il Consiglio di Stato, riconoscendo la complessità della vicenda, abbia voluto rinviare la decisione non prendendola in questa sede e ritenendo, quindi, necessario un ulteriore approfondimento. Sottoscrivendo le parole dell’onorevole Molteni, confidiamo che l’udienza del prossimo marzo possa confermare la correttezza della linea adottata dall’Amministrazione comunale, a beneficio dell’intera comunità canturina e nel rispetto dei principi costituzionali".
Risaliva a febbraio la sentenza che obbligava il Comune a rilasciare il permesso di costruire
La sentenza del tar dello scorso 26 ottobre aveva imposto al Comune di ottemperare alla sentenza del febbraio scorso che stabiliva l’obbligo del Comune di rilasciare il permesso di costruire all’associazione culturale islamica Assalam per il suo capannone in via Milano, così da poter creare il proprio luogo di culto. La Giunta aveva quindi deciso di opporsi in giudizio all’obbligo imposto dal Tar di chiudere la vicenda giudiziaria in atto dal 2014, concedendo al sodalizio la possibilità di creare un luogo di culto nel proprio capannone.