Bizzarone

Coronavirus, l'appello dei sindaci dell'Olgiatese per riaprire il valico di Bizzarone-Brusata

Ventuno Comuni in pressing sulla Svizzera: "Frontalieri trattati in modo inaccettabile".

Coronavirus, l'appello dei sindaci dell'Olgiatese per riaprire il valico di Bizzarone-Brusata
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Coronavirus, la decisione piombata dalla Svizzera sui frontalieri, con la chiusura del valico di Brusata-Bizzarone, registra la protesta dei sindaci dell'Olgiatese.

Coronavirus: sindaci e sindacato in protesta

Al fianco dei primi cittadini, schierati compatti, ci sono anche le organizzazioni sindacali. Ecco chi, oggi, martedì 24 marzo 2020, ha sottoscritto l'appello: Federico Broggi, sindaco di Solbiate con Cagno, Simone Moretti, sindaco di Olgiate Comasco, Guido Bertocchi, sindaco di Bizzarone, Valerio Perroni, sindaco di Villa Guardia, Anna Gargano, sindaco di Lurate Caccivio, Giuseppe Prestinari, sindaco di Faloppio, Alberto Introzzi, sindaco di Montano Lucino, Lucio Tarzi, sindaco di Valmorea, Fabio Chindamo, sindaco di Bulgarograsso, Giovanni Frangi, sindaco di Colverde, Agostino Grisoni, sindaco di Ronago, Rita Lambrughi, sindaco di Uggiate Trevano, Luigi Abati, sindaco di Beregazzo con Figliaro, Graziano Terzaghi, sindaco di Veniano, Cinzia Negretti, sindaco di Guanzate, Aurelio Meletto, sindaco di Oltrona San Mamette, Giovanni Pagani, sindaco di Appiano Gentile, Giacomo Morelli, sindaco di Rodero, Alberto Pagani, sindaco di Binago, Rodolfo Civelli, sindaco di Albiolo e Massimo Della Rosa, sindaco di Castelnuovo Bozzente. Con loro ci sono Giacomo Licata, segretario Generale Cgil Como, Matteo Mandressi, Segreteria Cgil Como, Salvatore Monteduro, segretario generale Uil del Lario, Francesco Diomaiuta, reggente Cisl dei Laghi.

La richiesta alla Svizzera

"Noi sindaci delle zone di confine e Cgil-Cisl-Uil di Como viviamo con estrema apprensione, assieme ai cittadini, questa emergenza sanitaria, ormai diventata pandemia, che sta cambiando il nostro modo di vivere e di lavorare. Lo stato in cui si trovano a dover lavorare in questi giorni tantissimi nostri cittadini frontalieri, che ci stanno contattando preoccupati per la loro salute alla luce delle misure attuate finora dal Canton Ticino ci costringe a prendere una posizione. Già molti valichi doganali minori erano stati chiusi con il risultato di creare code chilometriche, ma ora, la decisione unilaterale della Svizzera di chiudere il valico di Bizzarone lascia tutti noi sgomenti per i riflessi negativi che sta avendo su tanti frontalieri impegnati a garantire la continuità dei servizi in Ticino. Pensiamo in prima battuta ai tanti medici e infermieri italiani impegnati a dare senza sosta assistenza sanitaria ai cittadini svizzeri, pensiamo a tutti quei lavoratori impegnati a garantire l’apertura, il funzionamento e la sicurezza delle tante aziende produttive ancora oggi funzionanti. Chiediamo inoltre che la Svizzera valuti concretamente la sospensione di ogni attività produttiva, a esclusione di quelle necessarie all’erogazione dei servizi essenziali alla popolazione".

La difesa dei frontalieri

E ancora: "I frontalieri e gli italiani sono la spina dorsale del Ticino e non possiamo accettare siano trattati in questo modo. Chiediamo alla Svizzera di riaprire il valico di Bizzarone e di consentire ai nostri concittadini di potersi recare al lavoro in sicurezza e senza dover subire ogni giorno decisioni di questo tipo. Esprimiamo loro la nostra vicinanza e il nostro sostegno, garantendo il massimo impegno in tutte le sedi istituzionali per risolvere questo ennesimo problema che rende sempre più difficile svolgere in modo sereno la loro attività lavorativa. Chiediamo inoltre che il Governo, Regione Lombardia e Anci si attivino fin d’ora per risolvere questa situazione e scongiurare altre iniziative unilaterali del Governo svizzero".

 

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