Grande Como le parole di De Santis (Fratelli d'Italia)
La risposta del consigliere comunale comasco sulla questione "Grande Como".
"La Grande Como rispedita al mittente da Grandate e Luisago". Ecco il commento di Sergio De Santis, consigliere comunale del Gruppo Fratelli d'Italia, a seguito del nostro articolo.
Grande Como bocciata, le parole di De Santis
"Leggo che alcuni Sindaci sarebbero contrari a qualsiasi confronto con la città di Como per costruire un percorso comune. A queste eccezioni rispondo, molto pacatamente, che nessuno ha mai parlato di fusioni, anzi nel mio intervento – approvato, dopo lunga ed estenuante discussione, in maniera trasversale da buona parte del centrodestra e del centrosinistra, più il rappresentante del Movimento 5 Stelle e del Gruppo Misto - ho specificato che nessuno vuole disperdere il patrimonio storico, culturale, amministrativo dei singoli comuni, realtà presenti da sempre nella memoria collettiva e che sicuramente hanno lavorato al meglio per i propri concittadini".
"Non fusioni quindi, ma discutere su una delle forme previste dal Testo Unico degli Enti Locali, che vanno da quelle più blande, come l’associazionismo tramite convenzioni, per finire alle Unione di Comuni - ha dichiarato il consigliere comasco - Prima di dare giudizi negativi, e perdere un’occasione irripetibile, sarebbe opportuno aspettare magari un invito ufficiale al dialogo e poi eventualmente rispondere con un sì o con un no debitamente motivati, anche se capisco che a volte si debba rispondere alle domande dei giornalisti con battute veloci. Al Sindaco di Grandate, che lamenta di non essere stato prima interpellato, dico che
con la Mozione si è voluto solamente comunicare all’esterno che c’è una volontà politica del Comune di Como a voler dialogare con i comuni interessati, e quindi è esattamente quello che chiede il suddetto Sindaco, visto che la mozione è un atto di iniziativa politica che ha valore solamente per il Comune Capoluogo. Concludo dicendo ai cittadini che la paura della marginalizzazione dei propri paesi è del tutto infondata; nessuno renderà i piccoli comuni periferia del capoluogo, anzi è esattamente il contrario: si vuole porre la Città di Como e i piccoli paesi su un livello paritario per affrontare assieme i grandi temi legati al traffico, all’inquinamento, ai percorsi turistici, alla sicurezza urbana. Auspico infine che questi timori non siano fomentati ad arte da qualcuno che teme, ingiustificatamente, di perdere potere. Questo sarebbe scorretto ed inaccettabile principalmente verso i propri concittadini".