Oss in una Rsa, le lacrime di Sorina per i suoi anziani: "Ricorderò tutti, uno per uno, resteranno vivi nei nostri cuori"
Il racconto di chi ogni giorno è al fianco dei nonni nei loro bisogni quotidiani, dall'essere imboccati al cambio del pannolone.

Sorina Secareanu ha origini rumene ma da oltre 20 anni vive e lavora in Italia, a Bellagio. E' una delle Oss (operatorio socio-sanitario) che negli ultimi tre mesi è stata al fianco degli anziani della Rsa Greco - De Vecchi di Bellagio. E' il suo lavoro da tutta la vita, quello che ha scelto "per dare un po' d'amore agli anziani".
Sorina, Oss a Bellagio: "Ho perso nonni di cui mi occupavo da 20 anni"
Come è giusto che sia, da quando è scoppiata l'emergenza coronavirus, abbiamo raccontato storie di medici e infermieri che ogni giorno combattono per non perdere i loro pazienti. In ospedale e nelle strutture per anziani però ci sono molte altre figure, come gli operatori socio-sanitari, che da sempre sono coloro che stanno più vicini ai ricoverati. Sono coloro che imboccano, lavano e aiutano in ogni gesto quotidiano chi non è autosufficiente, che rispondono ad ogni bisogno - fosse anche solo una carezza o una parola di conforto - di chi è in una struttura sanitaria.
"L'emergenza coronavirus è stata molto dura per tutti noi - confida Sorina - Le mie colleghe, gli anziani di cui ci occupiamo ed io siamo una famiglia, ci conosciamo, e perdere tanti nonni in queste settimane è stato estremamente doloroso per tutte noi che lavoriamo e ci occupiamo di loro con tanto amore".
La voce di Sorina al telefono di incrina, parla piano, è come se rivivesse attimo dopo attimo quello che ha vissuto a causa del Covid-19. Lei che, effettuati i tamponi sugli operatori, è risultata positiva ma asintomatica e che una volta negativizzata è tornata a prendersi cura dei suoi anziani.
"Ci sono anziani che vedevo ogni giorno e che erano nella struttura da prima che io arrivassi, più di vent'anni fa - racconta l'operatrice - Dopo una vita insieme vederli spegnersi così in pochi giorni è terribile. Nei giorni scorsi è mancata una persona nella struttura a cui ero molto affezionata. Ho pianto molto insieme alle mie colleghe perché non è giusto spegnersi così, da soli, senza la propria famiglia. Anche dopo la morte cerchiamo di compiere per loro un gesto gentile, di amore, perché per noi sono membri della famiglia che ci hanno lasciato".
"Un ultimo gesto d'amore"
La parte più dura del lavoro delle Oss nell'emergenza coronavirus è la preparazione della salma: nessun ultimo saluto della famiglia, nessun abito "della domenica" per l'ultimo viaggio. "Cerchiamo di mettere con loro prima che vengano avviati alla cremazione almeno un indumento o un oggetto a cui erano particolarmente affezionati, anche se non dovremmo" confida Sorina.
Si va avanti pensando a chi ce l'ha fatta. A chi ha sconfitto questa terribile malattia ed è tornato al proprio piano.
"Con chi è lucido scherziamo per via della mascherina e di tutti i dispositivi di sicurezza che dobbiamo indossare - spiega Sorina - ma in alcune aree dove risiedono i pazienti con patologie della mente è difficilissimo perché non riconoscendoci hanno paura di noi, si spaventano. Cerchiamo di aiutarli il più possibile con la voce e ricordando loro spesso chi siamo".
Le difficoltà nei reparti
Per tutti gli anziani però è durissima accettare l'isolamento a cui sono costretti da ormai tre mesi.
"Alcuni più 'tecnologici' chiamano spesso i parenti a casa con lo smartphone - spiega l'operatrice bellagina - Noi cerchiamo di aiutare con i nostri chi non ce l'ha ma ci sono ospiti che, per la situazione mentale che vivono, non capiscono perché i figli ad esempio non vanno a trovarli oppure perché non possono fare la loro passeggiata quotidiana in giardino. Per alcuni credo sia vero che muoiono di tristezza: da un giorno all'altro si lasciano andare, non vogliono più mangiare, bere, assumere le terapie e si spengono".
In tempi così duri Sorina ci confida che fatica a dormire.
"Quando mi metto a letto ricordo gli occhi di chi se ne andato, che non vogliono chiudersi, come sé volessero riabbracciare il mondo un ultima volta. Ricorderò tutti, uno per uno, e resteranno vivi nel cuore di chi è stato accanto accanto a loro ogni giorno".
Stephanie Barone