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Gentile Pierpaolo, precisiamo che sceriffo è utilizzato come vocabolo per definire chi esercita funzioni di controllo sul territorio. Quindi assolutamente non ha una valenza negativa. Anzi, come spiegato nel testo, trattasi di un servizio scelto da un Comune per affiancare e, dunque, rinforzare i servizi della Polizia locale. La redazione del Giornaledicomo.it
Esprimo la più ampia solidarietà al personale della Vigilanza privata sottoposto in generale, a questa continua “gogna mediatica”; nel contesto per lo spregio con cui il giornalista latore del servizio ha ritenuto di chiamare le Guardie Giurate “sceriffi” guardandosi bene invece, di non rivolgersi animatamente per esempio agli agenti della Polizia locale chiamandoli pizzardoni, ghebi, tubo o anche semplicemente vigili; essendo certo che a fronte di pochi soggetti pronti a “sparare a zero” sull’onorabilità della Categoria Guardie Giurate ce ne siano migliaia che apprezzano l’umanità con cui il personale opera in condizioni poco facili. Aggredire degli Operatori con Titoli di polizia con nomignoli come “sceriffo” non fa diventare tali preposti, dipendenti con una “qualifica inesistente”; ma piuttosto evidenzia un corrispondente poco professionale che non conosce la giusta posizione giuridica del personale di Vigilanza privata (dando una informazione non corretta), o peggio ne altera volutamente e in modo spregiativo il titolo della professione.