Truffa dello chalet ai danni di un'imprenditrice comasca: condannato un 52enne
L’imputato è il 52enne siciliano Giuseppe Mangano, riconosciuto colpevole di truffa ai danni della titolare di un’agenzia di viaggi di Cesano Maderno
Si compie un ulteriore passo in avanti nel caso della "truffa dello chalet" verificatasi nel novembre del 2018 e che era salita alla ribalta del giornalismo locale a causa del coinvolgimento di un'imprenditrice, residente in provincia di Como. La condanna ammonta a 18 mesi di reclusione (pena sospesa) per la truffa dello chalet. La sentenza è del giudice Sofia Pecoraro.
La condanna
L’imputato è il 52enne siciliano Giuseppe Mangano, riconosciuto colpevole di truffa ai danni della titolare di un’agenzia di viaggi di Cesano Maderno. Il beneficio della sospensione condizionale della pena, in virtù del provvedimento del Tribunale di Monza, è condizionato al pagamento di 10mila euro per il risarcimento del danno e le spese legali (2mila euro) sostenute dalla vittima, una 60enne brianzola socia di un'agenzia di viaggi, che si è costituita parte civile al processo.
I fatti risalgono a novembre 2018
I fatti contestati risalgono al mese di novembre 2018. La titolare dell’agenzia di viaggi di Cesano Maderno riceve una richiesta da parte di una sua cliente storica: trovarle una casa per trascorrere le ferie natalizie a Chamonix, sul versante francese del Monte Bianco. Per accontentarla, l’imprenditrice, residente in provincia di Como, effettua una ricerca su internet, trovando la possibile sistemazione richiesta dalla cliente. Un immobile di prestigio. Uno chalet in legno, con un ampia sala, vista panoramica, arredi in stile, con ampia documentazione fotografica. L'agente di viaggi, che ha raccontato la sua versione dei fatti al giudice di Monza, chiama il numero dell’inserzione per conto della cliente e prende contatti.
La scoperta: lo chalet era di un nobile scozzese
Il prezzo viene concordato in 7.200 euro, e l’inserzionista riceve un acconto di 1.500 euro, e un saldo successivo di 5.700 euro, con due bonifici su carta Poste pay, dopo aver fornito alcune informazioni più dettagliate relative all’immobile. Ricevuta la cifra, però, l’uomo avrebbe fornito un altro numero di telefono al quale rivolgersi per ottenere le chiavi della residenza, che sarebbe stata disponibile solo dal 13 dicembre. Alle tante telefonate a vuoto, la donna si è resa conto di essere stata vittima di una truffa. Da una piccola indagine, è emerso che lo chalet apparteneva a un nobile scozzese, e che gli interni pubblicizzati sul web non corrispondevano a quelli reali della casa. Da lì è partita la denuncia ai Carabinieri.