Il Museo della Seta finalmente riapre con due mostre: viaggi negli Anni Venti e tra le foto di Carlo Pozzoni
Come tutti i Musei d’Italia, rimarrà aperto soltanto durante i giorni feriali, dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19.
Piano piano, in città, tutti i pezzi di Cultura riaprono le porte. Questa è la volta del Museo della Seta di Como, che da martedì 16 febbraio riaprirà al pubblico dopo tre mesi e mezzo di chiusura. E per fare le cose per bene, il museo comasco riaprirà non con una ma con due mostre temporanee, per ampliare l’offerta culturale della città.
Il Museo della Seta finalmente riapre con due mostre
La prima, "The Golden Twenties, Vita e moda del decennio de Les Années Folles" è una mostra inedita: anche se, infatti, era stata portata a Parma in occasione del grande evento di antiquariato Mercanteinfiera ed era stata visitata da oltre 40.000 persone, la versione comasca della mostra è qualcosa di molto, molto diverso. Molti più abiti, molti più oggetti esposti, molte più storie raccontate. La mostra non è una mostra per addetti ai lavori e appassionati di moda, ma un vero e proprio viaggio indietro di cento anni, fino agli Anni Ruggenti del secolo scorso. Libri, dischi, ventagli, borsette, giocattoli, modellini nautici, prodotti per la cura del corpo e, ovviamente, abiti, raccontano a tutto tondo dieci anni di storia, dieci anni brillanti tra i due periodi bui delle guerre mondiali. A collaborare con il Museo per la mostra, che è un omaggio alla bellezza, alla storia, alla ricchezza culturale ed estetica di un decennio, Ostinelli Seta e Clerici Tessuto con alcuni dei loro splendidi abiti d’archivio, Villa Pizzo di Cernobbio con dei pezzi inediti che raccontano del Lario, della navigazione e di un amore da favola e una serie di prestatori privati che hanno messo a disposizione i propri cari oggetti per arricchire il racconto degli Anni D’oro.
La seconda mostra riproposta dal Museo è "Black Wave", mostra fotografica del noto fotografo comasco Carlo Pozzoni curata da Francesca Gamba. La mostra doveva concludersi a dicembre, ma vista la prolungata chiusura del Museo, si è deciso di farla rivivere fino a fine aprile. Nuova disposizione delle fotografie, nuove storie e curiosità da raccontare, nuovi eventi, online o in presenza se si potrà, previsti per rilanciare la mostra. Black Wave è il risultato di un progetto di moda etica e di creatività integrata che ha coinvolto gli studenti della scuola di acconciatura ed estetica CIAS Formazione Professionale, ragazze e ragazzi richiedenti protezione internazionale della Cooperativa Intesa Sociale di Como, gli studenti di grafica dell’ISIS Paolo Carcano per il lavoro di post produzione delle foto, il laboratorio sartoriale della Parrocchia di Rebbio Karalò per la confezione degli abiti.
Come tutti i Musei d’Italia, il Museo rimarrà aperto soltanto durante i giorni feriali, dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19. E come tutti i Musei d’Italia, la speranza è quella di poter ripartire presto a pieno ritmo anche nei giorni festivi, che sono quelli in cui il flusso di persone si fa effettivamente un po’ più consistente. Certo, sempre rispettando le norme: capienza ridotta, distanziamento, mascherina.