l'intervista

Sostenibilità fatta tessuto: la Tessitura Attilio Imperiali da anni punta su seta biologica e cotone riciclato

Intervista alla Ceo Alessandra Imperiali, che guida l’azienda insieme alla sorella Claudia e a mamma Marica.

Sostenibilità fatta tessuto: la Tessitura Attilio Imperiali da anni punta su seta biologica e cotone riciclato
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«Ciò che mi piace sempre sottolineare ai nostri clienti e a chi vuole conoscerci è che la Tessitura Attilio Imperiali è una family company: significa che al suo interno c’è sempre qualcuno che si prende cura degli altri». A parlare è Alessandra Imperiali, Ceo della storica tessitura con sede a Lurate Caccivio fondata agli inizi del Novecento dal bisnonno Attilio Imperiali. Oggi, dopo l’ultimo passaggio generazionale, alla guida dell’azienda ci sono Alessandra e la sorella Claudia che ricopre il ruolo di Direttore Operation. Al loro fianco la mamma, Marica Domanda, che ha traghettato l’azienda verso la nuova generazione dopo che è mancato il marito, Attilio Imperiali, nipote dell’omonimo fondatore.

Sostenibilità fatta tessuto alla Tessitura Attilio Imperiali

«Il ricambio generazionale in una azienda è sempre un momento delicato, nostra madre ha saputo affrontarlo in modo dolce e graduale - spiega Alessandra Imperiali - permettendoci di guardare avanti. Abbiamo perso papà presto e mamma ha guidato l’azienda e la famiglia per molti anni: noi ci ispiriamo a lei. Vero è che ancora oggi, in qualche settore, facciamo fatica ad essere ascoltate, perché donne, e allora dobbiamo sgomitare ancora. Abbiamo rafforzato le nostre conoscenze e ampliato la gamma di prodotti. Tutti, noi stesse e i dipendenti, fanno corsi di formazione. Teniamo la mente aperta e allenata alle opportunità. Come lo è stata l’acquisizione del converter Serikos 1984 tre anni fa: abbiamo avuto una visione a lungo raggio e oggi vediamo i primi frutti».

La Attilio Imperiali conta oggi una trentina di dipendenti e un fatturato che nel 2021 si è chiuso a quasi 9 milioni di euro. La tessitura di Lurate Caccivio ha da sempre una vocazione per i tessuti dedicati all’abbigliamento e a calzature e accessori che la portano a essere fornitore delle principali griffe dell’alta moda nel mondo.

«Le prospettive di crescita ci sono e i primi due mesi di quest’anno ce l’hanno confermato quindi prevediamo di incrementare il fatturato nei prossimi anni - ha spiegato la Ceo - Lavoriamo principalmente per l’Italia, il nostro export vale il 15/20% del fatturato. Ciò che è cambiato molto negli ultimi anni sono le tempistiche di lavoro. Noi abbiamo sempre realizzato le collezioni un anno e mezzo prima del loro arrivo nei negozi: oggi invece i clienti desiderano indossare subito ciò che hanno visto alle sfilate. Si tratta di un trend estremamente legato all’avvento del mondo digitale che ci porta ad affrontare questa transizione».

Le lavorazioni della Tessitura Attilio Imperiali sono senza dubbio estremamente particolari e nel tempo si sono evolute. «Il nostro prodotto base è ovviamente la seta, il taffetà ad esempio è un nostro articolo storico - prosegue Alessandra Imperiali - Negli ultimi anni però ci siamo specializzati sul cotone e sulle fibre sostenibili che siano riciclate o biologiche».

La sostenibilità è uno dei pilastri su cui si è basato il rinnovamento della Imperiali negli ultimi anni. «Da tempo portiamo avanti quello che è diventato uno stile per la nostra azienda - sottolinea la Ceo - Siamo partiti rendendo sostenibili i processi interni come la raccolta differenziata, il risparmio energetico, l’ottimizzazione energetica delle nostre macchine ma alla fine del 2019 abbiamo reso sostenibili anche i nostri due prodotti di punta: il Raso Imperiali, realizzato con seta biologica, ovvero nata in campi di gelsi senza pesticidi, e la viscosa ecosostenibile. Inoltre abbiamo la Tela Olona Segre e Schieppati in cotone 30% riciclato e 60% biologico. Oggi i brand chiedono queste caratteristiche e noi ci siamo fatti trovare pronti».

Sostenibilità però non è solamente ambiente, clima e materie prime. E’ anche persone e welfare aziendale. «Il nostro motto è “eccelli individualmente, lavora in squadra” perché insieme ai nostri dipendenti abbiamo messo a punto una missione aziendale e un codice di condotta basati sul dialogo, la collaborazione e il vivere in armonia sul posto di lavoro - ha aggiunto Alessandra Imperiali - E’ un percorso sul quale stiamo lavorando e ogni anno ci sono delle novità. Lo scorso anno è stato dato un premio produzione in buoni mentre quest’anno verrà introdotto nella contrattazione di secondo livello e, in base a quanto bene andrà l’azienda, ci sarà un premio commisurato per i nostri dipendenti. Nei periodi di magra i nostri collaboratori hanno dovuto subire la cassa integrazione, ora vogliamo condividere con loro i successi».

La Tessitura Attilio Imperiali, come la maggior parte delle imprese del nostro territorio, è di medie dimensioni ed è come se fosse una famiglia allargata. «Qualche anno fa è andata in pensione una collaboratrice che ha trascorso tutti i suoi 42 anni di lavoro presso di noi - ricorda l’imprenditrice - Oggi ci sono molti dipendenti con almeno 30 anni di servizio ma investiamo anche sui giovani. Negli ultimi anni abbiamo attivato proficue collaborazioni con il Setificio e lo Ied di Como; molti studenti vengono in stage presso la nostra azienda e qualcuno alla fine del percorso di studi è stato assunto. Per noi è importante portare freschezza e una visione nuova all’interno dell’azienda».

Positività nonostante i due anni di pandemia, i venti di guerra che arrivano dall’Est Europa e una crisi energetica senza precedenti. «Come tutti stiamo vivendo le difficoltà dovute all’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia - spiega la Ceo - Purtroppo aumenti che siamo stati costretti a ributtare sul prezzo finale del prodotto e i nostri clienti non potranno che fare lo stesso con la paura di andare fuori prezzo. La questione però è che non possiamo permetterci di produrre sotto costo. Sono convinta però che tutti riusciremo a superare questo momento e che ci sarà un futuro florido all’orizzonte».

Stephanie Barone

L'intervista è stata pubblicata sui Giornali di Cantù, Erba e Olgiate sabato 26 marzo. 

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